La prospettiva interculturale per educare alle diversità

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LUCCA. I Nidi “Cosimo” e “Le Coccinelle” (che si trovano a Marlia e Villa Basilica, in provincia di Lucca) dedicano gli spazi al progetto “Lucca In: inter-relazioni in natura contro le povertà educative” per percorsi interculturali coi bambini da 0 a 6 anni.

L’importanza di sviluppare un progetto interculturale all’interno dei servizi del progetto Lucca In nasce dall’esigenza di favorire un dialogo e una relazione tra le varie forme di diversità presenti intorno a noi. Adottare la prospettiva interculturale, la promozione del dialogo e del confronto tra le culture e tra le diversità, significa non limitarsi soltanto ad organizzare strategie di integrazione dei bambini presenti, ma vuol dire assumere le diversità come paradigma dell’identità stessa dei servizi, occasione privilegiata di apertura a tutte le differenze.

All’interno dei servizi educativi c’è l’esigenza di acquistare un’ottica educativa interculturale, rivolta ai bambini e ai loro genitori. Questo ci porta a sostenere che oggi bisogna pensare alla famiglia in chiave interculturale e che i genitori possono costituire una risorsa importante per arricchire le esperienze di tutti. Nel programmare, secondo una cultura dell’accoglienza, bisogna saper affrontare le difficoltà che si presentano nel gruppo, saper accettare le differenze di opinione e saper integrare tutte le persone che ne fanno parte e le loro idee.

È necessario dunque predisporre un progetto che dia corso ai processi di integrazione, non di assimilazione, affinché tutti possano beneficiare dell’incontro con l’altro, usufruendo degli arricchimenti che si possono trarre. L’ingresso di persone diverse, di bambine e bambini diversi, per il colore della pelle, della lingua, della cultura può provocare sentimenti contrastanti, come affermano Favara e Colombo “in bilico tra il desiderio di conoscere e di capire, e, al contrario, il rifiuto e il sospetto, spesso sostenuti dal pregiudizio e talvolta anche da manifestazioni di razzismo”. Bisogna quindi favorire l’incontro tra le famiglie per alimentare dialogo e conoscenza reciproca. Le educatrici possono diventare mediatrici di rapporti interpersonali, favorendo l’incontro tra tutti i genitori organizzando laboratori in cui ciascuno partecipa e che hanno come tema di fondo la natura e l’arte. Lucca In in questi servizi, quindi, deve rispondere ai diversi bisogni dei bambini, alle loro esigenze, derivanti anche da differenze socioculturali, fornendo loro percorsi formativi che rispettino le diverse abilità di ognuno a livello psicomotorio, visuo-spaziale, linguistico e socioaffettivo. Le attività da proporre riguarderanno soprattutto l’area del gioco, della corporeità, della comunicazione e del linguaggio, della sensorialità, dell’identità e della relazione.

Negli ultimi trent’anni è stata realizzata una profonda trasformazione dell’immagine dell’infanzia, la quale è stata accompagnata, in particolare, dallo sviluppo di un nuovo quadro di coscienza relativo alle notevoli competenze che i bambini hanno già nei primi anni di vita, in termine di sviluppo, esperienze e conoscenze. Queste nuove consapevolezze sulle potenzialità infantili e sull’attivo protagonismo che i bambini dimostrano all’interno del loro processo di crescita, richiedono una radicale revisione della concezione di funzione educativa da parte dell’adulto, identificata in passato principalmente nella semplice disponibilità a prendersi cura e offrire affetto, e oggi invece, sempre più identificata nella capacità di offrire contesti ed esperienze ricche e varie, intenzionalmente organizzati per miglior corrispondere alle capacità fino ad allora inosservate e che riguardano la potenzialità sociale e cognitiva delle bambine e dei bambini piccoli.

I Servizi per l’Infanzia, soprattutto i nidi, ma più recentemente anche i servizi educativi integrativi per i bambini e le loro famiglie – che si originarono dall’esperienza del nido – contribuiscono decisivamente ad affermare questa nuova immagine di infanzia, sostenendo anche un generale processo di ridefinizione del ruolo educativo dell’adulto. Così, persino le famiglie, da sempre protagoniste del progetto del nido, riescono a trovare nel rapporto con il servizio educativo per l’infanzia un sostegno alla funzione genitoriale, non tanto attraverso le parole degli specialisti, ma tramite la possibilità di coinvolgersi e di costruire positivamente il proprio ruolo attraverso la socializzazione delle esperienze.

*A cura di Valentina Baldaccini, Cooperativa Dado Magico

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