Solidarietà ed inclusione giovanile
di Arciragazzi Roma
Nella sua Politica, Aristotele scriveva che l’uomo è un animale politico e sociale, intendendo con ciò che a causa della nostra stessa natura e del nostro istinto più primordiale siamo portati a formare dei gruppi comunitari assieme ai nostri simili, coi quali ci confrontiamo attraverso il dialogo in vista del raggiungimento di scopi collettivi. Ogni Stato, a detta del filosofo, altro non è infatti che una grande comunità, costituita con la finalità di perseguire determinati obiettivi. Ed è a questo vasto gruppo di nostri simili, coi quali condividiamo determinate caratteristiche, che ci si riferisce con il termine di inclusione sociale. Il bisogno di appartenenza al gruppo è innato negli individui e fortemente correlato alla necessità di sentirsi “accolti” in un’unità più grande del singolo. Il valore dell’inclusione è quello di garantire a ciascun individuo, indipendentemente dagli eventuali elementi limitanti che lo ostacolano, l’inserimento ottimale all’interno della società di riferimento, in uno stato di pari opportunità ed equità.
Benché le democrazie assicurino a livello normativo tali principi, troppo spesso assistiamo a fenomeni di esclusione sociale dovuti alle più svariate motivazioni: sesso, razza, religione, disabilità e cultura, che hanno ancora un grande peso nelle nostre società e che conducono frequentemente a discriminazioni di varia natura. Lo scopo dell’inclusione è quello di eliminare ogni forma di discriminazione all’interno della società, non livellando le diversità individuali ma anzi rispettandole e valorizzandole. Ogni cittadino ha infatti idealmente il diritto di accedere alle risorse e alle opportunità necessarie per partecipare pienamente e attivamente alla vita economica, sociale e culturale del proprio paese, godendo del benessere riservato alla maggioranza dei suoi concittadini. Per i giovani ciò significa dunque pieno accesso alle possibilità di istruzione e formazione, al mondo del lavoro, alla vita civile del proprio paese.
Solidarietà ed inclusione si muovono di pari passo, poiché è nell’ingresso ai gruppi sociali che apprendiamo il loro valore. In psicologia, a differenza del linguaggio comune, un semplice insieme di persone non costituisce un “gruppo”. Per essere tale, il gruppo deve essere composto da una pluralità di individui uniti da impliciti rapporti solidaristici e accumunati da bisogni, moventi, interessi o scopi condivisi. Moltissime ricerche hanno dimostrato che il modo in cui strutturiamo il gruppo dei pari durante la nostra adolescenza influenzerà fortemente il modo di guardare a noi stessi, di valutarci, e di interagire più o meno efficacemente nei gruppi in cui potremmo accedere in futuro (accademici, lavorativi, personali…). Infatti è in questa delicatissima fase che l’essere umano manifesta pienamente tutta la propria “socialità” e il proprio bisogno di sentirsi inserito ed accolto in un gruppo di simili, e non a caso durante l’adolescenza veniamo investiti dei diritti e dei doveri della nostra comunità di riferimento. La maggior parte dei talenti giovanili resta purtroppo inespressa all’interno delle agenzie di socializzazione scolastiche, che pur trasmettendo le conoscenze fondamentali per il pieno ingresso nella vita adulta molto spesso non riescono a garantire l’acquisizione di quelle competenze trasversali, o soft skills, che hanno sempre maggior valore al fine dell’inclusione sociale nel mondo globalizzato. Fiducia in se stessi, perseveranza, attitudine positiva e volontà di migliorarsi costantemente, ma anche capacità di “fare squadra” per risolvere i problemi, empatia e abilità comunicative e di lavoro in gruppo: queste le competenze vitali che i giovani faticano ad apprendere negli istituti scolastici, e che invece vengono garantite nel momento in cui tutti gli attori coinvolti a vario titolo nell’educazione di ragazzi e ragazze entrano congiuntamente in campo costituendosi come Comunità Educante. Un antico koan zen, brevi racconti paradossali pensati per la meditazione e il risveglio alla consapevolezza, recita: Qual è il suono di una sola mano che applaude?
Solo attraverso una stringente collaborazione e una reale unità di vedute potremo assicurare ai giovani un futuro più “libero”, in cui godere realmente del valore dell’inclusione e della solidarietà sociale.
Fonti:
– La funzione psicosociale del gruppo di Immacolata Lagreca
– Inclusione sociale e valorizzazione dei giovani: Ricerca Unexpressed Talent, maggio 2017
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