Emergenza Covid, neet in aumento: 1 giovane su 5 non studia e non lavora

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L’emergenza Covid ha segnato ancor di più differenze nette tra chi gode di ampie opportunità e chi invece dal punto di vista socio-economico e chi invece queste opportunità non le ha.
In questo contesto è stato fatto un approfondimento a cura dell’Osservatorio #conibambini, promosso da Con i Bambini e Openpolis in cui si è riscontrato che in Italia il 20,7% dei giovani non è occupato né inserito in un percorso di formazione. I neet sono in aumento: un giovane su cinque non studia e non lavora.

Cosa sono i neet? I neet sono quei giovani che non lavorano e non sono nemmeno inseriti in percorsi di istruzione o formazione.

Quando però le opportunità offerte da un territorio sono più limitate, sia a livello educativo che di futuro inserimento nel mondo del lavoro, possono verificarsi situazioni come quella dei neet (neither in employment nor in education or training).
Si tratta di quei giovani che, non vedendo opportunità per il loro futuro, non solo non lavorano ma hanno anche rinunciato ad intraprendere percorsi formativi.

Questa situazione si è ulteriormente complicata a causa della pandemia.
Secondo un rapporto pubblicato dalla commissione europea infatti, nel secondo trimestre del 2020 i neet in tutta l’Unione europea sarebbero aumentati dell’11,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo il report l’Italia è al primo posto in questa classifica.

Si tratta di dati molto preoccupanti e che impongono una riflessione su come reinserire questi giovani nel percorso formativo. Una tendenza che si conferma anche nel nostro paese, in cui questo fenomeno è molto più diffuso nel meridione rispetto al nord Italia.

Dal Nord al Sud: il fenomeno dei neet a livello locale

In Italia c’è sicuramente molto lavoro da fare per arginare il fenomeno dei neet. Allo stesso tempo però sappiamo che il nostro paese è caratterizzato da significative differenze al proprio interno. Per questo l’analisi a livello nazionale non è sufficiente per comprendere il fenomeno nel dettaglio.

Un primo confronto che possiamo fare è quello tra regioni, basandoci anche in questo caso sui dati di Eurostat relativi al 2019. Già a livello regionale possiamo osservare come il nostro paese sia spaccato a metà.

Se al nord infatti la percentuale di neet presenti è abbastanza contenuta, al sud questo dato esplode. Tutte le regioni del mezzogiorno infatti presentano un dato superiore alla media nazionale ed in particolare le 5 grandi regioni del sud presentano tutte un dato superiore al 20%. Al primo posto in particolare troviamo la Sicilia.

Questa è una situazione grave che colpisce il nostro paese più del resto d’Europa e le regioni del sud più di quelle del nord.

Tuttavia dare ai ragazzi nuovi stimoli sia nello studio che nel lavoro è importante affinché questi fenomeni non si verifichino. Lo sappiamo bene noi del progetto Libera il Futuro che da sempre cerchiamo di attivare la partecipazione ed il protagonismo di adolescenti e giovani nella società, nella scuola e nel mondo del lavoro.

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