‘Genitori Coraggiosi’, il best-seller che insegna ai genitori l’autorevolezza non violenta
di lorsamaggiore
Se essere genitore è da sempre il mestiere più difficile al mondo, esserlo nell’era della globalizzazione e dell’iperconnessione è diventato un mestiere solo per veri supereroi.
Le insidie dei tempi moderni non risparmiano nemmeno bambini molto piccoli, e i genitori sempre più soli, così come gli insegnati e la stessa comunità educante, in bilico tra i sì e i no, sono ormai da tempo in crisi.
‘Genitori Coraggiosi’ dello psicologo israeliano Haim Omer e dello psichiatra-psicoterapeuta Daniele Piacentini (edizione Franco Angeli), prova a fornire ai genitori uno strumento pratico per essere delle guide amorevoli ed autorevoli per i figli che sempre più spesso non si sa come accompagnare nel percorso di crescita.
Abbiamo intervista il Dr. Daniele Piacentini
Da genitori autoritari dei tempi passati, a genitori ‘amici’ e permissivi, ci traccia un percorso dell’evoluzione della genitorialità di questi ultimi trent’anni?
«Negli anni 60 e 70 del secolo scorso l’ideologia che cercò di eliminare ogni uso dell’autorità nell’accudimento del bambino, considerata di danneggiare la sua crescita, ebbe una grande influenza. Si presuppose che genitori ed insegnanti dovessero limitarsi a fornire calore, comprensione e affetto evitando ogni forma di costrizione e lasciando che il bambino crescesse libero da imposizioni ed obblighi esterni. In realtà studi compiuti a partire dagli anni 80 fino ad oggi, hanno dimostrato che i bambini cresciuti in modo permissivo sono caratterizzati da alti livelli di violenza, interruzione degli studi, uso di droghe, comportamenti a rischio e bassa autostima.
Come fare allora se l’autorità tradizionale basata su distanza, timore reverenziale, obbedienza incondizionata, punizioni corporali e distanza non è più né accettabile ai nostri giorni né ripristinabile e la permissività ha mostrato il suo fallimento nella crescita ed educazione dei nostri figli? Come possono i genitori difendere i figli dai pericoli che li insidiano e opporsi in modo accettabile ed efficace ai comportamenti e alle situazioni che li mettono a rischio?
Haim Omer fornisce una risposta efficace e dimostrata ormai dagli esiti di numerose ricerche a queste domande; egli infatti ha sviluppato modalità di intervento basate sui concetti della Nuova Autorità e della Resistenza Non Violenta che a loro volta si basano sui concetti di Trasparenza, Presenza, Cura Vigile, Autocontrollo, Prevenzione dell’Escalation, Creazione e utilizzo di reti di Supporto, Atti di riparazione, Resistenza determinata e non violenta ad ogni comportamento dannoso o a rischio.
Mettendo in pratica gli insegnamenti del Prof. Omer, genitori ed educatori possono recuperare un ruolo chiaro, legittimato ed efficace nell’educazione dei loro ragazzi».
‘Genitori coraggiosi’ è uno strumento pratico per tutti gli adulti che vogliono continuare ad essere delle guide, ma che non sanno affrontare le insidie dei tempi moderni. Quali sono quelle più pericolose?
«I pericoli a cui sono esposti i ragazzi del giorno d’oggi sono superiori a quelli dei tempi passati: da un lato l’indebolimento dell’autorità genitoriale, dall’altro l’esposizione alla mole di tentazioni e pericoli che caratterizzano i nostri tempi: Tentazioni e pericoli che raggiungono i nostri figli 24 ore su 24 attraverso smartphone e computer collegati ad Internet; oggi possiamo dire che le fonti di maggior pericolo stanno letteralmente “nelle mani del bambino”».
Le strategie educative individuate poggiano sul metodo della non violenza e dell’autocontrollo da parte della figura educante. Ci spiega più nel dettaglio?
«La Non violenza è ispirata alle metodologie di lotta politica e sociale di Gandhi e Martin Luther King. Genitori ed educatori si astengono da qualsiasi atto violento o svalutativo o denigratorio, ma si oppongono attraverso la loro presenza determinata e l’arruolamento di sostenitori ai comportamenti negativi. La posizione del genitore è: ” Io sono qui e rimango qui, non puoi ignorarmi, evitarmi o licenziarmi”. I genitori attraverso l’autocontrollo evitano posizioni che possano determinare o alimentare l’escalation.
L’autocontrollo è risultato essere il modo più efficace per cambiare i comportamenti problematici dei bambini aumentando influenza ed autorità dei genitori ed educatori: I principi su cui si basa l’autocontrollo sono: ” Non posso controllarti, ma posso controllare me stesso”, il principio dell’azione ritardata “Colpisci il ferro quando è freddo”, il principio della persistenza “Non devi vincere ma solo persistere”, “Gli errori sono inevitabili ma possono essere corretti”».
Internet, ansia, rapporti con la scuola, bullismo. Il volume affronta tutti questi temi ricorrendo ad esempi e casi concreti.
Ce ne illustra qualcuno?
«Prendiamo ad esempio l’uso di Internet e degli schermi. Nonostante i pericoli che ne derivano risulta ai nostri tempi pressocchè impossibile se non dannoso impedirne del tutto l’uso ai figli. Quando si parla del mondo virtuale i genitori avvertono un senso di impotenza particolarmente profondo; spesso le abilità dei bambini nel mondo virtuale sono superiori a quelle degli adulti.
Quindi che fare? Brevemente possiamo dire che: i genitori devono manifestare la loro presenza vigile nel mondo virtuale a cui è esposto il loro bambino, chiedere al bambino cosa conosce e come si protegge dai pericoli del mondo virtuale, chiedergli una visita guidata nel suo mondo virtuale, firmare un contratto sulle regole per un uso sicuro di internet, dichiarare in modo chiaro regole e limiti di utilizzo. Non aspettarsi che comandi, minacce o punizioni ottengano risultati. Se compaiono segni di allarme intensificare la vigilanza, in casi estremi se necessario interrompere l’accesso a internet».
Sempre più spesso capita di vedere genitori stanchi e demotivati. Quali sono sul lungo periodo, a suo avviso, le conseguenze sui figli provocate da un genitore che ha ‘gettato la spugna’?
«I genitori generalmente desiderano sempre il meglio per il loro bambino ma spesso non sanno come e cosa fare per affrontare le sfide poste da loro e si sviluppa un senso di impotenza che rischia di paralizzarli o indurli alla “resa” di fronte alle richieste o ai comportamenti negativi del figlio. Rinunciare al ruolo genitoriale priva i ragazzi della funzione, necessaria alla loro crescita; di guida e di ancora da parte degli adulti. In questo caso i ragazzi sarebbero come navi in mare aperto lasciate in balia dei venti e delle correnti».
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