Laboratorio ‘Moving Signs’: il linguaggio dei segni nell’Hub “Folk’n funk”

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I laboratori dell’HUB “Folk’n funk” del progetto “L’Atelier Koinè” negli Istituti Comprensivi “Pertini” di Fonte Nuova e “Loredana Campanari” di Monterotondo, in quest’anno scolastico, hanno assunto una veste assolutamente unica.

In queste due scuole, infatti, le operatrici Silvia Gatti e Ilaria Calcina stanno portando avanti, con grande successo, il progetto “Moving Signs”. Si tratta di un laboratorio che utilizza il linguaggio dei segni, attraverso l’alfabeto LIS e lo concilia magicamente alla musica, mettendo in atto una nuova formula di fare musica che vedrà a fine percorso i ragazzi mettere in scena una intera performance musicale nella lingua dei segni.

Le due operatrici raccontano che i temi scelti sono “ombra e luce”; temi che metteranno in movimento e musica, in modo da far entrare tutti gli spettatori in un linguaggio e un piano di comunicazione che non è quello usuale.

La prima operazione che Silvia Gatti e Ilaria Calcina hanno portato avanti in entrambi i gruppi di adolescenti è stata quella di lavorare per instaurare una buona relazione tra i ragazzi attraverso una serie di giochi ritmici ed esercizi di body percussion in cerchio e nello spazio.

Poi – racconta Silvia Gatti – abbiamo introdotto l’alfabeto in LIS, traducendo il nostro nome e la caratteristica che ci connota. Stiamo ora lavorando sulla scrittura e traduzione di riflessioni e pensieri sui concetti di ombra e luce, tema centrale del Laboratorio che poi metteremo in movimento e in musica, al d fine di creare una performance unica e irripetibile perché scritta e interpretata in lingua Lis dai ragazzi”.

La Lingua dei Segni, è una lingua che viaggia sul canale visivo-gestuale e non uditivo come le lingue orali, è usata dalle persone sorde. Si differenzia dai gesti che si usano abitualmente poiché è codificata. I simboli corrispondono ad un sistema di regole grammaticali, sintattiche, pragmatiche precise che mutano nel tempo e che i membri di una comunità condividono ed usano per diversi scopi.

La LIS non si identifica con un linguaggio mimico. Le Lingue dei Segni utilizzano un canale visivo-gestuale, che permette al “segnante” (chi segna, cioè chi parla) una piena padronanza e autonomia del messaggio in entrata e in uscita: gli occhi ascoltano, le mani producono.

Le operatrici del laboratorio hanno raccolto una serie di feedback da parte dei ragazzi che frequentano i laboratori del progetto l’Atelier Koinè che testimoniano entusiasmo.

Kristen, alla domanda “Come ti senti in questo laboratorio? Cosa fai?” racconta “Ognuno qui può esprimere le sue idee, può tirare fuori ciò che ha dentro. Ognuno può dire i suoi pensieri, spiegare le sue aree di creatività”.

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