HUB Orto contorto, l’IC “Campanari” di Monterotondo inizia a raccogliere i primi frutti

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L’esperienza di “Orto contorto” all’ Istituto Campanari di Monterotondo, si sta muovendo con la stessa energia positiva dell’avvio della primavera. I primi boccioli iniziano a fiorire, la terra dissodata si inumidisce e si seminano le prime piantine di ortaggi che in brevissimo tempo i ragazzi che partecipano a questo hub, potranno raccogliere con gioia.

L’ Istituto coinvolto dal progetto “L’Atelier Koinè” in questa esperienza consta di un’ampia area all’ aperto dove negli anni si è improntato già un piccolo orto gestito dalla scuola e da qualche alunno seppur in modo sporadico, e oramai, da tempo in disuso.

L’ area in questione è stata recuperata e allargata e sarà proprio in quella zona che si svilupperà l’esperienza di “Orto contorto”. I ragazzi hanno contribuito con allegria e partecipazione all’inizio dei lavori tanto che è stato facile lavorare sull’organizzazione generale, sui ruoli e sulle pratiche da attivare.

I ragazzi hanno iniziato a dissodare il terreno, a mettere in sesto la piccola serra che è già presente all’ interno dell’Istituto, a catalogare e classificare il materiale preesistente. In seguito sono partiti con la progettazione, molto partecipata, dove hanno deciso di ripartire l’orto in tre zone distinte alle quali hanno dato i nomi di: “spezZiamo”, “se-menamo” e “ortaggi nostri”. Uno dei ragazzi coinvolti nell’ esperienza racconta: “E’ stato bellissimo partecipare a questo laboratorio, perché sono entrato in contatto con la terra; abbiamo vangato e lavorato il terreno e mi sono accorto che è una cosa che mi piace moltissimo. Mi fa sentire che sto facendo qualcosa di utile e non vedo l’ora che inizino a spuntare le prime piantine e i primi ortaggi.”

In futuro oltre all’ intero ripristino dell’area per l’orto, si è previsto in un’altra zona della scuola, l’allestimento di un piccolo giardino giapponese. Insomma, L’ hub “Orto Contorto”, è proprio in primavera che inizia a dare i suoi primi frutti.

“C’è una gioia nei boschi inesplorati, C’è un’estasi sulla spiaggia solitaria, C’è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, e c’è musica nel suo boato. Io non amo l’uomo di meno, ma la Natura di più” (dal film “Into the wild”)

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