“Attivamente Studio” con il tutor Giancarlo, “Insegnare è una missione. Significa ascolto e sostegno”

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Oggi conosciamo Giancarlo Piccolo, tutor del Laboratorio “ATTIVAMENTE STUDIO”, all’interno del progetto L’Atelier Koiné, della Cooperativa Sociale La Lanterna di Diogene. Le attività di supporto allo studio in numerose discipline, rivolte ai ragazzi dagli 11 ai 17 anni, si svolgono generalmente online e sono interamente gratuite. Il progetto è finanziato da Impresa Sociale CON I BAMBINI, nell’ambito del fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile.

“Mi presento, mi chiamo Giancarlo e, per il laboratorio “ATTIVAMENTE STUDIO” ricopro il ruolo di tutor didattico per tutti quei giovani che hanno bisogno di potenziare le proprie competenze in ambito umanistico.

Sin da bambino, ho desiderato ardentemente poter seguire la strada dell’insegnamento. Dopo la laurea in Archeologia e un master in Archeologia Giudiziaria, ho intrapreso subito la carriera lavorativa accettando di operare, senza pensarci due volte, in vari cantieri di opere pubbliche in giro per l’Italia. Qualcuno di voi potrà pensare “Beato! Potessi viaggiare io e scoprire i tesori dell’antichità!”, ma man mano che trascorreva il tempo sentivo sempre più, dentro di me, la mancanza di qualcosa, come se non fossi completo, come se non fossi al completo. E così che, ad un certo punto della vita, pur senza abbandonare completamente l’archeologia, ho deciso di investire tutto me stesso in quello che – in fin dei conti – è sempre stato il mio obiettivo di vita. Non senza sacrifici, da qualche anno svolgo la missione di docente, insegnando storia in una scuola secondaria di secondo grado a Napoli, la città che mi ha dato i natali. Da quel momento tutto è cambiato perché ho capito che nient’altro avrei potuto fare con la stessa gioia se non quello per cui ho speso le notti della vita intera a sognare.

Grazie ai miei anni di servizio, oggi ho imparato ad entrare velocemente in relazione con i ragazzi che, piccoli o grandi che siano, credo abbiano bisogno innanzitutto di essere ascoltati. In questo mondo così caotico ed individualista, fatichiamo, infatti, ad ascoltarci e quindi, proprio prima di cominciare a parlare di qualsiasi compito, testo o teoria, mi impegno a creare all’interno dell’aula virtuale un clima sicuro, dove i ragazzi possano – nonostante la distanza – sentirsi a casa. E allora a me interessa sapere del loro umore, di cosa li abbia resi felici, delle avventure che hanno vissuto e di quello che invece li turba, perché ognuno vive le difficoltà del suo tempo, al di là degli anni e del periodo. E così che per gli allievi si diventa, seppur in un rapporto comunque verticale, dei veri e propri amici, confidenti, quasi fratelli perché, prima di studiare Dante o Petrarca, i giovani scoprono e sono sicuri di aver trovato un vero e proprio punto di riferimento.

Solo dopo aver raggiunto questo risultato inizio le mie valutazioni, potenziando gli aspetti positivi e colmando le lacune che, ognuno di noi, inevitabilmente possiede. Ma l’incontro non è un incontro formale bensì una reciproca conversazione attraverso la quale, con domande strategiche, stimolando le conoscenze pregresse e consolidando quelle attuali, l’allievo spesso arriva a comprendere da solo il metodo di studio più congeniale e cosa i libri, che a volte ci sembrano così complicati, hanno da comunicarci con tutte quelle parole scritte piccole piccole.

Quando poi i ragazzi si rendono conto di essere perfettamente all’altezza dello sforzo che gli viene richiesto, che tutto ciò che per loro è tempesta può essere domato con concentrazione e costanza, il mio cuore si riempie di gioia; e di soddisfazione si riempie quello dei genitori con i quali, di settimana in settimana, si instaura un rapporto amicale e di confronto, volto al benessere dell’allievo, che permette di costruire una rete solida tra scuola, famiglia e educatore. E così che l’insegnamento deve dunque essere vissuto come una missione che ha, come obiettivo primo, non solo la preparazione alla performance scolastica ma anche e soprattutto il sostegno all’io, al riconoscimento delle proprie emozioni, alla valutazione del proprio apprendimento e delle proprie scelte affinché, grazie alle materie studiate e al rapporto tra pari, le competenze possano accrescersi e rendersi applicabili alla vita di tutti i giorni.

Le attività relative al progetto “Attivamente studio” vengono svolte in modalità sincrona, attraverso piattaforma Meet. Nel mese di dicembre, le operazioni di sostegno e potenziamento – per le materie di italiano e storia – sono state indirizzate a quattro ragazzi di età compresa tra gli undici e i tredici anni che, con entusiasmo, dedizione e ascolto attivo, hanno prestato tempo ad un’attività che gli permettesse di sviluppare un metodo di studio valido, di perfezionare il proprio apprendimento e di migliorare le proprie performance. Tutte le lezioni online sono state articolate secondo uno schema preciso volto, innanzitutto, a sviluppare un rapporto empatico e di fiducia nei confronti dell’allievo. La conoscenza delle abitudini, degli interessi, delle difficoltà dei ragazzi ha, infatti, permesso di mettere in pratica un metodo di approccio strutturato sulle varie esigenze del discente, rendendo così il percorso più stimolante.

Successivamente, ci si è concentrati nello svolgere gli esercizi assegnati e nello studiare argomenti in vista di interrogazioni cercando, comunque, di non contribuire ad un apprendimento passivo, ma spronando gli allievi a comprendere a fondo il tema trattato per permettergli di essere in grado di fare collegamenti tra le diverse discipline e trasferire le conoscenze e le competenze acquisite in tutti i campi della propria vita.

I risultati ottenuti, considerando le difficoltà del mondo d’oggi, sono stati eccellenti in quanto è stato possibile constatare un miglioramento nell’esposizione orale e nel testo scritto, da parte di tutti gli allievi a me affidati. Inoltre, nonostante i vari impegni che, spesso, potrebbero distrarre i più dalle priorità del periodo, ho avuto modo di conoscere genitori disponibili e giovani educati, propensi a trovare un punto di incontro, desiderosi di miglioramento e alla ricerca di chi potesse anche – semplicemente – interessarsi al loro benessere.

In conclusione, credo fortemente negli obiettivi di questo progetto e che quest’esperienza abbia contribuito a fornire un supporto valido a giovani validi. L’opportunità che mi è stata concessa, inoltre, ha di certo aiutato anche me a migliorare competenze comunicative e didattiche, soprattutto in relazione alla mia professione di docente.”

 

Foto in copertina: ©mlaworld

 

 

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