HUB Broken windows nell’IC “Campanari” di Monterotondo: al lavoro per due grandi obiettivi

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L‘HUB Broken windows del progetto “L’Atelier Koinè”, in corso nell’Istituto comprensivo Campanari di Monterotondo, ha iniziato le sue attività con grande energia da parte dei ragazzi e con grande spirito propositivo.

L’obiettivo del laboratorio, quest’anno, è duplice: progettare un grande murales che vedrà la luce in questi mesi all’ interno dell’Auditorium Scardelletti, spazio teatrale presente all’interno della scuola; ristrutturare e rimettere in funzione il laboratorio di falegnameria, anch’esso presente all’ interno dell’Istituto ma non utilizzato da tempo, che diventerà una bella risorsa per i ragazzi.

Al momento l’HUB è in piena fase progettuale, come spiegato dal tecnico di laboratorio Luca Barbadoro che racconta: “Siamo in una fase di progettazione, nella quale il gruppo si sta conoscendo e sta provando a mettere in piedi delle idee per la realizzazione del grande murales che verrà dipinto all’ interno dell’Auditorium. L’ idea di base in questo momento è che i ragazzi sentano lo spazio scuola come uno spazio anche di loro proprietà”.

L’intenzione è “responsabilizzare i ragazzi rispetto e al giusto utilizzo dello spazio comune, in modo che possano vivere la scuola sentendola propria”. Per la progettazione del murales gli adolescenti coinvolti stanno scegliendo il tema, grazie ad un brain storming iniziale e alla successiva realizzazione di schizzi e bozzetti, sia singolarmente che attraverso lavori di gruppo.

Il passo successivo sarà quello di incontrare il writer Nero Opaco, che realizzerà insieme agli studenti l’opera definitiva.

Per quanto riguarda il secondo obiettivo, ovvero la ristrutturazione del laboratorio di falegnameria, lo scopo è far sì che i ragazzi, una volta ultimato il lavoro, possano interfacciarsi con il gruppo dell’HUB “Orto contorto” del progetto “L’Atelier Koinè”, in modo da aiutarli a ripristinare la staccionata dell’orto esterno alla scuola, a rimettere in sesto la rimessa degli attrezzi e una serie di piccole migliorie di cui la scuola necessita.

Quando Philip Zimbardo, docente in psicologia sociale alla Stanford University, pubblicò nel 1969 i risultati di alcuni suoi esperimenti eseguiti per dimostrare la teoria della finestra rotta (“broken windows”), che ha ispirato il nome di questo HUB ipotizzò che buona parte dei comportamenti antisociale e dei disordini civili dipendono da un ambiente urbano che incoraggia ulteriormente criminalità e disordine.

La teoria presuppone che il paesaggio “comunichi” alle persone. Una finestra rotta trasmette ai criminali il messaggio che una comunità mostra una mancanza di controllo sociale informale e quindi non può o non vuole difendersi da un’invasione criminale.  Simbolizza l’indifferenza e la vulnerabilità della comunità e rappresenta la mancanza di coesione delle persone all’interno.

La rimessa in sesto degli spazi della scuola, dunque, la cura che i ragazzi hanno per l’ambiente che vivono giornalmente, ha l’obiettivo di far vivere agli adolescenti l’ esperienza della cura delle cose, per portarli ad avere successivamente cura anche di sè stessi!

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