“Folk and funk”, quando … “Una canzone può farti accettare ciò che il silenzio rende intollerabile” (cit. Saccottelli, da Che casino questo silenzio)

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E’ passato del tempo da quando Platone affermava: “la musica non è stata data all’uomo solo per lusingare i propri sensi, ma anche per calmare i tormenti dell’anima e i movimenti che tenta un corpo pieno di imperfezioni..”, da allora gli studi sugli effetti benefici della disciplina musicale sono talmente tanto accertati, da non lasciare dubbi sul potere salutare di quest’ arte”.

Nei laboratori “Folk and funk”, proposti da tutti i tecnici impegnati nei territori di Mentana, Monterotondo e Fonte Nuova, grazie al progetto “L’ atelier Koinè”; uno degli obiettivi condivisi è stato quello di attivare azioni benefiche che potessero guardare alla disciplina musicale come ad una soluzione, una via di fuga, per ragazzi che si trovano ad attraversare un periodo della vita, come quello dell’ “adolescenza” nel quale è necessario fornirsi di appigli utili nei momenti di difficoltà. Ognuno dei nostri tecnici impegnati nei laboratori, ha lavorato con intenti simili, ma con modalità diverse.

Il percorso di Stefano Proietti, educatore ed esperto musicale, nonché lui stesso cantante, aveva come scopo arrivare alla realizzazione di un “prodotto finito”, uno o più brani musicali, creati completamente dai ragazzi, con lo scopo di farli sentire parte integrante di un processo. E di questo processo il mediatore primo è stato il suono.

Il suono è un fenomeno fisico caratterizzato dalla pervasività: è in grado di attraversare gli oggetti che incontra, entrando in risonanza con essi; ciò produce molteplici effetti sulle strutture attraversate dalle onde sonore. Gli effetti sono addirittura più rilevanti se è il corpo umano ad esserne attraversato.

Su basi musicali e sonorità composte dagli stessi ragazzi, si è poi elaborato il testo e quindi la voce. Ci sono difatti tantissime “cose” che passano attraverso la voce, quando questa è vista come un evento che va al di là ed oltre il linguaggio verbale e la parola. La voce è rappresentativa di uno spazio, di un luogo dove qualcosa avviene e della dimensione evocativa e relazionale.

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