Da febbraio partono gli intrecci educativi!
di Nuova Ricerca AgenziaRes
Il prossimo 15 febbraio prende ufficialmente il via il progetto “Intrecci Educativi. Sistema comunitario per l’apprendimento delle competenze di vita”. Il progetto è finanziato dall’ Impresa Sociale “Con i Bambini” e vede come titolare NuovaRicercaAgenziaRES, con un valore di 750mila euro da spendere in 26 mesi.
Intrecci Educativi intende sperimentare e definire un modello di intervento sul tema delle povertà educative che si basa su due pilastri: una accentuata azione della comunità territoriale che si caratterizza come comunità educante; una insistente azione sulle competenze di vita (life skill) come contenuto caratterizzante degli interventi.L’azione sul primo pilastro viene testimoniata anzitutto dalle compagine progettuale che è stata coinvolta nel progetto. Esso si situa sull’ ampiezza dell’intero territorio marchigiano dove ha individuato una decina di località differenti: in ciascuna di esse ha costruito una piccola rete di attori locali che in misura differente sono responsabili dell’azione educativa e sociale nei confronti dei beneficiari coinvolti nel progetto (bambini e ragazzi tra 6 e 14 anni). C’è sempre quindi quantomeno un ISC (Istituto Scolastico Comprensivo); c’è una amministrazione comunale; c’è una organizzazione di terzo settore che offre servizi territoriali educativi e aggregativi. Un totale di 42 partner, tra cui 12 amministrazioni locali; 19 ISC; 9 organizzazioni di terzo settore (più due partner altro). L’idea è che questi tre attori possano farsi, in maniera coordinata e metodica, elemento catalizzatore di un sistema di intervento che coinvolge i ragazzi che maggiormente rischiano di rimanere marginali in relazione alle opportunità educative e di crescita. Possano attivare tale elemento, sia attraverso azioni dirette che vengono offerte ai ragazzi (laboratori, incontri, eventi, campi estivi…), sia animando una rete di connessione territoriale che si fa strumento di crescita della comunità educante e dunque della responsabilità educativa di un territorio.
Tra le altre attività, si prevede anche la costituzione di quello che è stato – forse un po’ pomposamente – definito “Hub scolastico”, che vuole essere l’opportunità di aprire davvero la scuola alla interazione con il territorio, prevedendo al suo interno uno spazio fisico che viene messo a disposizione della comunità. Uno spazio allestito per svolgere le attività laboratoriali del progetto (allestito tramite un apposito “cantiere” che consenta un intervento concreto di risistemazione fisica dello spazio, guidato dagli stessi ragazzi), ma anche per ospitare proposte e manifestazioni che giungono dalla comunità.
Il secondo pilastro è invece caratterizzato dall’azione sui contenuti. Caratterizzato dalla proposta di rafforzare decisamente l’attenzione del sistema educativo in relazione alle competenze trasversali, alle life skills, magari togliendo un poco di spazio ad un sistema di apprendimento ancora molto centrato sulle nozioni. Non vi è qui lo spazio per sviluppare un ragionamento sull’adeguatezza del modello educativo scolastico e sulla costruzione di una controproposta, ma crediamo che sia giunto il momento per un ripensamento forte e complessivo del modo in cui viene costruita la proposta formativa della nostra scuola. E crediamo che se ogni ricerca e statistica ci dice che sempre più ragazzi rimangono indietro e mostrano difficoltà a stare al passo richiesto dal sistema educativo, è dovuto anche alla loro difficoltà ad adattarsi ad un modello che mostra ogni giorno di più la sua inadeguatezza.
Il mondo sta evolvendo a velocità sempre più accelerata. Le modificazioni imposte nei meccanismi sociali, economici e vitali in genere, dalla evoluzione delle tecnologie informatiche e da quelle neurobiologiche, tramite anche un uso sempre più pervasivo dei cd “big data”, prefigura dei cambiamenti che in pochi anni ci possono condurre verso mondi e sistemi vitali del tutto inaspettati. Soprattutto sta venendo meno la possibilità di predire affidabilmente come funzionerà la società e il mondo solo tra pochi anni. Non saper fare questa previsione, significa che non possiamo sapere quali siano le competenze tecniche che saranno utili e necessarie dentro tale configurazione. Ha quindi sempre meno senso un insegnamento centrato su nozioni da conoscere in relazione a specializzazioni di competenza. L’intelligenza artificiale svolgerà su questo versante compiti sempre più rilevanti rendendo velocemente obsolete le nostre competenze (che già, in molti casi lo sono ampiamente). Diviene quindi decisiva una didattica che prepari i nostri ragazzi ad avere doti di resilienza, di adattamento ad un cambiamento che si fa cifra costante della realtà, di flessibilità nella costruzione della propria personalità, di abitudine ad apprendere in maniera costante, di interconnessione con le persone e con le organizzazioni, di capacità di meta-lettura dei fenomeni e dei sistemi, di individuazione delle proprie traiettorie vitali e costante ri-motivazione in relazione ad esse.
Per questo, ci sembra che il tema delle life skill sia il contenuto centrale sul quale si situa un intervento educativo del prossimo futuro, che si possa chiamare tale. Per questo ne abbiamo fatto il motore metodologico del nostro progetto.
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