Inclusione scolastica. Dopo la formazione arrivano i toolkit di Anffas

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Sono 70 i partecipanti – tra insegnanti di ruolo, docenti specializzati sul sostegno e altre figure professionali (assistenti sociali, educatori, psicologi, etc.)  – che hanno preso parte alle due edizioni del percorso “Formare i facilitatori territoriali” organizzati da Anffas Nazionale ETS-APS nell’ambito del progetto “Inclusi. Dalla scuola alla vita”. L’iniziativa, che si è svolta sia in modalità webinar live con possibilità di accreditamento MIUR attraverso la piattaforma S.O.F.I.A. sia attraverso piattaforma FAD, era finalizzata a formare il personale scolastico, e non solo, sulle modalità più efficaci per sostenere i processi decisionali, l’autodeterminazione, l’auto-rappresentanza e la partecipazione attiva degli alunni e studenti con disabilità.

Ne abbiamo parlato con Emanuela Bertini, Direttrice Generale Anffas Nazionale ETS-APS e coordinatrice dell’azione “Verso i diritti umani” del progetto Inclusi dedicata in modo particolare alla promozione dei diritti dei minori con disabilità e alla realizzazione di percorsi di sostegno all’inclusione sociale.

Emanuela Bertini Anffas

 

Dottoressa Bertini, qual era il focus di questi percorsi formativi? 

Il nostro obiettivo era ed è quello di contribuire all’ulteriore miglioramento del sistema scolastico italiano, orientandolo in una direzione sempre più inclusiva e rispettosa dei paradigmi introdotti dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Nello specifico attraverso questi percorsi i partecipanti hanno acquisito le competenze necessarie a garantire alle alunne ed agli alunni ed alle studentesse e studenti con disabilità, specie intellettive e del neurosviluppo, di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione ed all’auto-rappresentanza su base di pari opportunità e ricevere il dovuto sostegno nei loro processi decisionali.

Ma in cosa consiste l’autodeterminazione?

La Convenzione Onu prescrive che i bambini, anche con disabilità gravissima, hanno diritto ad un’istruzione di qualità a partire dalla quale, attraverso i giusti sostegni, possano, per dirlo con le parole del professor Wehmeyer “agire come agenti causali primari nella propria vita e compiere scelte e prendere decisioni rispetto alla propria qualità della vita, liberi da interferenze o influenze esterne indebite”. Diversi studi confermano, poi, che autodeterminazione ed inclusione sono positivamente associati: l’inclusione nella scuola e nella comunità fornisce migliori opportunità nel fare scelte, esprimere preferenze, stabilire obiettivi e divenire maggiormente autodeterminati quando comparati con ambienti ed esperienze più restrittivi.

Cosa è emerso dal lavoro con i partecipanti?

Che è oggi più che mai necessario superare la tendenza alla delega al solo insegnante specializzato sul sostegno del compito di seguire l’alunno con disabilità, da parte delle varie figure che a vario titolo operano nel contesto scolastico. La piena inclusione scolastica richiede infatti, che, nel rispetto del principio di corresponsabilità tra tutti i soggetti in campo, si realizzi una vera e propria sinergia che ponga realmente al centro lo studente con disabilità consentendogli di conseguire, grazie a tutti i sostegni di cui necessita, i migliori risultati possibili ed un’esperienza scolastica ricca di opportunità, inclusiva, produttiva e piacevole. Nel percorso è emerso anche la centralità del ruolo della famiglia e delle associazioni di rappresentanza con le quali, sempre nel rispetto del principio di corresponsabilità positiva, va ricercata e mantenuta una forte alleanza.

Quali sono i prossimi passi per la promozione dei diritti all’interno del progetto Inclusi?

È fondamentale che nei percorsi di studio e formativi ognuno sia messo in condizione di acquisire elevate competenze ed avere altresì chiaro che il proprio agire potrà contribuire o meno a migliorare la Qualità di Vita delle persone con disabilità con cui entrerà in relazione, proprio a partire dal contesto scolastico, se non, addirittura, modificarne le traiettorie di vita. Per questo la nostra azione con il progetto Inclusi proseguirà. in particolare promuoveremo un’azione a cascata di disseminazione delle competenze acquisite da parte dei partecipanti, divenuti veri e propri “facilitatori” ai quali è affidato il compito di condividere quanto appreso e, a loro volta, formare sul territorio gruppi aperti, partecipati ed inclusivi che siano in grado di sostenere e promuovere l’educazione ai diritti umani, alla cittadinanza attiva, all’autodeterminazione de all’auto-rappresentanza degli studenti con disabilità sia all’interno del contesto scuola che in quello sociale. Lo faremo insieme ai partner di progetto con attività laboratoriali di gruppo e di peer support con cui sensibilizzare la comunità tutta, educante e sociale.

Ci saranno anche strumenti specifici?

Nelle prossime settimane avvieremo un confronto tra i facilitatori e i partner progettuali rispetto ai toolkit come strumento di supporto per le attività laboratoriali e formative cui accennavo rivolte ad insegnanti, operatori, familiari ed alunni con e senza disabilità. I kit di lavoro, realizzati in una prima bozza a cura degli esperti di Anffas Nazionale ETS-APS anche in versione Easy to Read (linguaggio facile da leggere e da capire), saranno pertanto valutati e, successivamente, implementati con gli spunti e le riflessioni degli stessi “facilitatori”.

 

Maggiori informazioni sono anche disponibili nella pagina dedicata del sito di Anffas disponibile a questo link: http://www.anffas.net/it/progetti-e-campagne/inclusi-dalla-scuola-alla-vita/.

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