Progettare in continuità all’interno del sistema integrato 0-6: spunti di lavoro dell’Università di Bologna

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Tra i mesi di marzo e maggio 2023 il gruppo di ricerca dell’Università di Bologna ha tenuto il primo incontro di formazione all’interno del progetto ‘Il Buon Inizio. Crescere in una comunità educante che si prende cura’ nelle città di Moncalieri, Tivoli e Locri. La formazione ha contato una sessantina di partecipanti tra educatrici, insegnanti e responsabili delle scuole e dei nidi dei territori coinvolti.

Il corso, dal titolo “Progettare in continuità all’interno del sistema integrato 0-6: piste di lavoro per la co-costruzione di buone prassi a livello territoriale” si è concentrato sull’attivazione di momenti di confronto e riflessione condivisa, con il personale che opera all’interno dei servizi per la prima infanzia rivolti a bambini e famiglie (coordinatrici, educatrici di nido e servizi integrativi) a partire dalla cornice delineata all’interno delle Linee Pedagogiche 0-6 (MIUR, 2021). In questo senso, l’obiettivo del percorso di formazione proposto dall’Università di Bologna è stato quello di individuare strategie per l’accoglienza di bambini e famiglie in una prospettiva di continuità educativa capace di valorizzare le risorse presenti nella comunità educante per rispondere in modo proattivo ai bisogni emergenti in contesti di eterogeneità socio-culturale.

In particolare, le giornate di formazione sono state articolate in due momenti distinti: in primo luogo è stato fatto riferimento alle teorie e alle premesse pedagogiche che hanno accompagnato la riforma del sistema integrato 0-6 con particolare riferimento a tematiche quali l’inclusione, l’accessibilità e l’accoglienza; in secondo luogo, è stato promosso un momento partecipato di focus Group nel quale sono stati declinati in chiave pratica e contestuale i concetti teorici trattati nella prima parte della formazione. Il momento di focus Group con le partecipanti ha fatto emergere i bisogni e le risorse contestuali presenti nei territori unitamente all’individuazione di possibili strategie e strumenti progettuali.

La partecipazione è stata estremamente attiva e le tematiche emerse hanno consentito a educatrici e insegnanti di porre le premesse per la creazione di occasioni di confronto future. Le tematiche legate all’inclusione e all’accessibilità si sono intrecciate con problemi connessi alle dimensioni prettamente strutturali, relazionali e comunicative. Si è parlato di nuovi bisogni familiari, di una genitorialità che sembra essere sempre più diffidente verso i servizi e in difficoltà nella gestione del percorso evolutivo dei bambini.

“In quarant’anni di lavoro trovo i genitori sempre più fragili, più insicuri hanno quasi più bisogno loro di essere accompagnati rispetto ai loro bambini, perché ai bambini ci vuole veramente poco per ambientarsi. Invece il genitore, che vive tutto da fuori, ha proprio bisogno di essere accompagnato (…) anni fa si fidavano più di noi. Adesso mi sembra di cogliere, alle volte, che c’è una sorta di mancanza di fiducia (…) che gli permetta di vivere con più sicurezza i cambiamenti (…). Come intervenire? Come aiutare mamme, papà, nonni?” (educatrice nido)

Educatrici ed insegnanti si sono raccontate nelle reciproche expertise professionali, hanno condiviso preoccupazioni, risorse, strategie e possibili strumenti soprattutto in relazione alla continuità educativa nei passaggi dal nido alla scuola dell’infanzia. Dopo un momento iniziale orientato alla decontrazione dei problemi, la riflessione si è rivolta verso le buone prassi che in passato hanno funzionato per comprendere quali possono essere le possibili strategie da mettere in campo per rispondere ad un contesto famigliare e sociale in continua evoluzione. Anche il periodo legato all’emergenza Covid sembra aver impattato in modo significativo sulla partecipazione delle famiglie al percorso educativo dei bambini: “In questi anni di post pandemia, sembra che sia tutto da ri-significare, dagli spazi alle relazioni”, ha detto una insegnante. Occasioni di formazione che prevedono lo scambio di prassi tra educatrici e insegnanti possono divenire terreni di condivisione che consentono di mettere in evidenza le sfide del presente e di individuare le possibili risorse del futuro. Per fare questo è indispensabile un lavoro di rete insieme ai coordinatori pedagogici e alle figure di sistema per rendere le progettazioni sostenibili nel tempo.

Questo è l’inizio del percorso formativo, nelle prossime fasi verranno rilanciati i temi emersi dai Focus Groups in chiave progettuale, all’interno di un processo che permetterà di passare dall’analisi dell’esistente alla condivisione di possibili strumenti operativi volti ad aumentare la qualità e l’inclusività delle azioni educative.

 

Articolo a cura di Chiara Dalledonne Vandini, ricercatrice de L’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze Dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin”, ente partner de Il Buon Inizio.

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