HortiCultura, finalmente in presenza

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I bambini della scuola primaria sono tornati in classe. Anche in Campania, anche se siamo ancora in zona rossa, anche se ancora una serie di attività sono vietate a causa dei numeri alti e preoccupanti della pandemia. I siti museali, ad esempio, non possono ancora vederci festanti e indaffarati a creare un orto didattico. Ma, nel frattempo, le operatrici sono riuscite almeno a valicare il confine del monitor e a passare dalla DAD all’interazione diretta con i piccoli destinatari.

Le aule: nuovi laboratori di HortiCultura

A Santa Maria Capua Vetere come a Marcianise – in entrambi i casi siamo in provincia di Caserta – gli incontri di Horticultura procedono a scuola. Le aule diventano la sede provvisoria dei laboratori di educazione ambientale e di apprendimento delle conoscenze e delle abilità che servono per realizzare un orto. In attesa di poter entrare di nuovo all’Anfiteatro Campano o alla Reggia di Caserta, i bambini continuano ad apprendere facendo, con il coinvolgimento dei cinque sensi.

Il lavoro “invisibile” della semina

Intanto è arrivata la Primavera. Per molti dei prodotti orticoli è tempo di semina. E la semina è una formidabile metafora in un progetto educativo. La semina è, prima di tutto, un riconciliarsi con il tempo. La semina prevede l’attesa e la cura, cioè un investimento di medio periodo, in cui si generano e rigenerano aspetti della vita della Natura che non ci appaiono evidenti, ma che sono fondamentali per gli equilibri della vita.

Tempi ed equilibrio dell’ecosistema

Non tutto quello che esiste si vede. C’è un equilibrio, intorno a noi che va mantenuto e tutelato, senza l’ossessione di trasformarlo forzatamente con l’intervento umano, che non sempre ha la giusta lungimiranza.

Anche questi mesi di attività di progetto rappresentano una semina. Gli orti didattici nei musei e nei siti archeologici arriveranno presto. Guardandoli riusciremo a comprendere l’importanza di queste ore vissute a distanza e di questi primi appuntamenti dal vivo.

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