Dalla formazione al lavoro: una storia di determinazione ed empatia!
di cospe2
Trovare autonomamente un lavoro regolare in Italia per un giovane migrante in posizione di fragilità sociale è un obiettivo spesso irraggiungibile se non supportato in modo adeguato. L’ingresso nel mondo del lavoro risulta essere sempre più complesso e lo è ancor di più se si proviene da un altro paese, senza conoscere la lingua e senza il sostegno diretto della famiglia. Younes, ragazzo tunisino arrivato in Italia da minore straniero non accompagnato, è stato supportato dal progetto “GRANDE!” che ha l’obiettivo di facilitare i percorsi di inclusione socio-lavorativa di m.s.n.a. e neo-maggiorenni.
Younes, dopo aver svolto la FIS “formazione in situazione” finalizzata al lavoro, attività che si rivolge a piccoli gruppi di beneficiari con maggiori difficoltà, ha frequentato un tirocinio presso l’azienda Seggiolai di Bologna che si occupa di restauro di sedie antiche. Younes al termine del tirocinio è stato assunto con contratto di apprendistato.
Matteo e Mikel, titolari di questa piccola impresa artigianale, hanno accolto e accompagnato nell’esperienza lavorativa Younes, con attenzione ed empatia, comprendendo le sue difficoltà e aiutandolo nell’apprendimento della lingua italiana e lasciandogli via via spazi di autonomia. Si sono attivati anche per risolvere una problematica tecnica che ha avuto nell’appartamento dove si era trasferito da poco grazie al percorso di autonomia abitativa che rientra tra gli obiettivi del progetto “GRANDE!”. Matteo ci racconta: ci è sembrato fin da subito un bravo ragazzo e abbiamo deciso di dargli fiducia. Ha cominciato a lavorare con noi svolgendo tre mesi di tirocinio, nei quali ha dimostrato di voler apprendere molto. Abbiamo cominciato a conoscerlo di più, abbiamo iniziato a comprendere anche quali fossero le difficoltà per le persone nelle sue condizioni che arrivano dalle comunità […] abbiamo provato ad aiutarlo dove potevamo, anche a livello linguistico […] ci siamo presi a cuore questa situazione, ma Younes per come si è comportato sul lavoro se lo è meritato.
Mikel ci racconta che relativamente a come si rapportano i clienti con Younes ad oggi non ci sono state criticità, episodi di discriminazione o di intolleranza, ma qualora sorgessero emergerebbe un senso di protezione nei suoi confronti: nel caso dovesse succedere io sarei la prima persona a fare da scudo in questa situazione.
Matteo e Mikel dai loro vissuti lavorativi e personali hanno sviluppato questa sensibilità e attenzione, in particolare Mikel racconta: sono albanese di cittadinanza e sono qui da 10 anni e ho una storia più o meno simile a quella di Younes, […] anche io ho avuto una esperienza in comunità […] mi rivedo un po’ in lui, nel senso che ho avuto le stesse fatiche che sta avendo adesso con la lingua e nel rapportarsi a livello sociale con i colleghi, il datore di lavoro. Capisco cosa vuol dire e quindi sono molto disponibile quando lui ha dei problemi di comprensione. Credo basti una sensibilità maggiore da parte nostra che siamo i datori di lavoro.
Younes si è messo in gioco con spirito d’iniziativa e determinazione, cogliendo un’opportunità lavorativa importante. Dice di trovarsi molto bene in questa azienda e che gli piace questo tipo di lavoro, in particolare la mansione dell’incollaggio artigianale nel restauro delle sedie.
Piera, referente di CSAPSA cooperativa che gestisce la FIS all’interno del progetto GRANDE! ci racconta che è molto grata a Matteo e Mikel, perché ha visto nascere tra loro e Younes “un rapporto di confidenza e fiducia”.
Quello che colpisce di questa storia è l’empatia e l’etica del lavoro di questi datori che, per riprendere le loro parole, si prendono “a cuore” la crescita e il benessere delle persone, non limitandosi alla dimensione lavorativa.
Progetto finanziato da Impresa Sociale Con i Bambini e Fondazione San Zeno Onlus.
Foto di Davide Costantino.
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