300 educatori ed insegnanti contro la povertà educativa

di

comunicato stampa maggio 2021

Ben 130 famiglie, 190 minori, 23 partner e 300 tra educatori, insegnanti, assistenti sociali.
Entra nel vivo “Un Passo Avanti- Go(to)gether”, progetto contro la povertà educativa.

I Numeri

Ben 190 tra bambini e ragazzi, 130 famiglie, 300 tra educatori, docenti e coordinatori, 5 macro aree in prima linea (Pordenone, Azzano Decimo, San Vito al Tagliamento, Maniago, Sacile) con 8 Istituti comprensivi, 7 enti del Privato sociale e 6 enti pubblici, in primis Comune di Pordenone e Asfo (Azienda sanitaria Friuli Occidentale). Sono i numeri che caratterizzano “Un passo avanti- Go(to)gether”, progetto selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, entrato nel vivo della sua missione: contrastare il triste fenomeno della povertà educativa che nel Friuli Occidentale colpisce il 10% della popolazione e, in particolare, i ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni che, in termini di conseguenze psicologiche e sociali, pagano il prezzo maggiore imposto da questa pandemia. Dopo aver gettato le basi di questo progetto, la Fondazione OSF

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sta realizzando due percorsi formativi creati ad hoc, non previsti dal bando, riservati ai partner di progetto per rinforzare alcune competenze specifiche e sciogliere dubbi e complessità.

Il commento del Presidente della Fondazione OSF

«Nel Friuli Occidentale oltre mille minori vive in condizioni di povertà assoluta – spiega Eugenio Adriano Rosset, presidente della Fondazione Opera Sacra Famiglia – la povertà educativa è la condizione in cui un bambino o un ragazzo si trova privato del diritto all’apprendimento oltre che di opportunità culturali, educative e persino del semplice diritto al gioco. Povertà economica e povertà educativa rappresentano le facce della medesima medaglia: la carenza di mezzi culturali e di reti sociali riduce anche le opportunità occupazionali così come le ristrettezze economiche limitano l’accesso alle risorse culturali e educative, costituendo un ostacolo insormontabile per i ragazzi appartenenti a famiglie svantaggiate. Tutto ciò mina il diritto del minore alla realizzazione e alla gratificazione personale e, a lungo andare, riduce la probabilità che da adulto riesca a sottrarsi da una condizione di difficoltà economica. Per questo motivo è importante investire sulle politiche per l’infanzia e adolescenza tese alla lotta è un investimento di lungo periodo, da monitorare anche in chiave territoriale».

Conclusioni

La povertà educativa minorile è una delle tante conseguenze della povertà economica che costringe le famiglie non solo a tagliare le spese per l’istruzione e la formazione dei propri figli, ma anche tutte quelle attività parallele (sport, lettura, cinema, viaggi) che consentono al bambino di costruirsi un futuro o anche soltanto di sognarlo. Ma la povertà educativa riguarda anche le famiglie abbienti. La pandemia ha messo a dura prova i ragazzi che vivono in famiglie in condizioni di difficoltà economica, in particolare quelli dell’età compresa tra i 6 e i 17 anni, i quali, intrappolati nella povertà materiale causata dall’emergenza Coronavirus e la mancanza di opportunità educative e alle difficoltà nella didattica a distanza, rischiano di vedere aggravato il livello di esclusione sociale e di povertà.

Comunicato stampa pubblicato su:

Il GAZZETTINO DI PORDENONE, 1° giugno 2021, pagina VII

MESSAGGERO VENETO DI PORDENONE, 1° giugno pagina 24

NORDESTNEWS.IT – 4 giugno 2021

IL FRIULI.IT – 16 giugno 2021

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