Gli artisti internazionali

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#Cherimus. I laboratori con gli artisti.  More info at cherimus.net

Amy Sow, artista visiva e attivista di Nouakchott, ha chiuso il ciclo di quattro laboratori del progetto I giardini possibili.

Il racconto del suo impegno nella lotta contro la violenza sulle donne, e della centralità che nel suo lavoro occupa la tutela dell’infanzia attraverso l’educazione all’arte è stato un dono prezioso per noi e per tutti i bambini che l’hanno accolta con calore durante le sue due settimane in Sardegna.

L’arte per Amy è uno strumento irrinunciabile per l’affermazione di sé, per la liberazione dell’individuo per la lotta contro l’ineguaglianza e l’ingiustizia. Essere artista in Mauritania è molto difficile, ci ha detto, essere donna e artista lo è ancora di più. Il suo sogno è quello di creare l’accesso all’educazione artistica, per tutti, soprattutto per i bambini e per i ragazzi che non hanno questa possibilità. Art Gallé è nata così, da un sogno. Una casa per l’arte costruita con materiali di recupero, soprattutto legno, che accoglie tutti, che invita all’incontro, allo scambio di idee e di esperienze. Nel corso dei primi incontri con i bambini dell’Iglesiente Amy Sow ha parlato del suo bellissimo sogno realizzato e di tutte le difficoltà incontrate lungo il percorso, ha risposto alle loro mille domande, ha ascoltato i sogni dei bambini per i loro giardini. Ha parlato anche dei matrimoni precoci che le bambine subiscono ancora, di come le discriminazioni di genere siano purtroppo vive in tutto il mondo e di quanto sia importante lottare, di quanto l’arte sia uno strumento per veicolare messaggi e per immaginare e costruire un mondo diverso.

La seconda settimana i bambini sono tornati nei loro giardini e insieme a Amy hanno costruito con le loro mani, in grande, i loro sogni. Per una settimana lo spirito di Art Gallé, il sogno di Amy, ha animato noi di Cherimus e tutti i bambini. Con canne di Arundo Donax e materiali recuperati alla piattaforma ecologica di Iglesias, tempere e pennelli i bambini hanno dato forma concreta alle loro idee maturate nel corso di tre mesi di laboratori.
Ecco il “muro sonoro” di Domusnovas, che trasforma la classe in un grande strumento musicale fatto di coloratissime canne sospese. Ecco le porte/sculture del fantasioso campo da gioco di Villamassargia costruite in scala 1:1, e subito utilizzate per inventare nuovi giochi.
Il sogno di disegnare nel proprio parco e di organizzare una mostra annuale tra gli alberi diventa realtà a Musei: ogni alunno sceglie un compagno da ritrarre e da cui farsi ritrarre; ecco una fila di volti, una vera e propria galleria di ritratti en plein air apparire tra albero e albero, diventare il cuore di una piccola festa mattutina.
Iglesias da corpo ad un personaggio importante, ad una donna che ha lottato per poter essere libera di essere e di pensare: una gigantesca Ipazia di più di 5 metri, stilizzata come una costellazione, passeggia miracolosamente per il parco di Iglesias e ci consente di vedere oltre le case grazie ad una camera posizionata sui suoi occhi.

Per un breve attimo i sogni sono realizzati, i giardini possibili sono diventati grazie ai bambini e a Amy Sow delle piccole utopie realizzabili.

Per il terzo appuntamento con i laboratori dei Giardini Possibili, Cherimus collaborerà con l’artista Dexi Tian, selezionato da Martina Köppel-Yang, co-curatrice della biennale d’arte di Sichuan 2018 (Cina). L’artista nelle prossime due settimane lavorerà con i bambini delle scuole elementari di Villamassargia, Domusnovas, Musei e Iglesias, affiancato dagli artisti Derek MF Di Fabio e Carlo Spiga. Il giorno 18 di gennaio è prevista una presentazione del lavoro di Dexi Tian aperta a tutti presso la Casa Occheddu di Domusnovas.

Yassine Balbzioui è volato in Sardegna direttamente da Marsiglia dove aveva appena ultimato una residenza d’artista alla Friche la Belle de Mai. Yassine conosce già molto bene il Sulcis e Cherimus: ha collaborato nel 2011 al progetto Happy April, realizzando laboratori in tutto il Sulcis-Iglesiente con Marco Colombaioni; ha lavorato poi a Masainas, Giba, Villaperuccio, Perdaxius e Piscinas per il progetto La Biblioteca Fantastica nel 2013 e nel 2015 al quartiere Sant’Elia di Cagliari per la parte sarda del progetto Côte À Côte, iniziato l’anno prima a Rabat, Marocco. Principalmente pittore, Yassine Balbzioui nella sua pratica usa la scultura, l’installazione e la performance, ovunque spargendovi a piene mani una forza allo stesso tempo visionaria e giocosa che obbliga l’osservatore a ricalibrare il proprio rapporto con il mondo. Dopo il lavoro di raccolta e sviluppo di idee cardine per i parchi effettuato con Dragos Olea di Apparatus 22, Yassine ha impostato il suo lavoro su uno sviluppo fisico dei diversi progetti emersi; si è voluto immergere nei quattro parchi raccogliendo la “sfida utopica”, così la chiama l’artista, che I giardini possibili propongono: una trasformazione che veramente parta dai bambini, non come pretesto ma come fondamento.Le aule si sono così svuotate dai banchi e si sono trasformate di volta in volta in un muro da decorare e abbattere, in un labirinto fitto di disegni di fontane, in una linea infinita con la quale il corpo si deve confrontare e danzare, in un modello di grande scala fatto di muschio, creta, gessetti e vernice: quasi un presepe fantascientifico.Le idee sono diventate spinta, gesto, salto e caduta. I materiali si sono mescolati fino a risultare inestricabili e così le possibilità, si sono scatenate e liberate ulteriormente.

Dragos Olea degli Apparatus 22 è arrivato nel Sulcis l’11 di novembre, la sua prima volta in Sardegna, la sua prima collaborazione con Cherimus. Ha passato con noi due settimane, guidando otto workshop in tutto, tra Villamassargia, Domusnovas, Musei e Iglesias più una presentazione a Villamassargia: due settimane intense per dare il via ufficiale al progetto “I giardini possibili”.

La prima settimana è stata dedicata a conoscere i bambini e i parchi, a capire i desideri e sogni dei più piccoli attraverso le loro parole e i loro disegni. Dragos ha anche condiviso il lavoro di Apparatus 22, concentrandosi su progetti pubblici realizzati in tutta Europa. Il primo incontro con ogni classe era un visita al giardino dato a disposizione per il progetto. A Villamassargia è un ex cimitero; dismesso da anni ancora conserva tracce del viale che lo tagliava in due, cipressi e palme ai lati. I bambini hanno riconquistato lo spazio e hanno immaginato castelli e bandiere, campi da gioco dal profilo impazzito, case di fiori, tane dove cercare quadrifogli e raccogliere simboli della fortuna. Dragos è curiosissimo e fa tante domande ai bambini, visitandoli nel loro angolino preferito, dove sono già di casa. Il giardino di Domusnovas ha al suo centro un grande albero dalle braccia aperte, un carrubo al cui interno i bambini si sono raccolti, come in un ampolla magica. Qualcuno ha immaginato il carrubo al centro di un intricato labirinto, un luogo in cui giocare a perdersi e ritrovarsi: sull’albero al centro c’è anche una casa, raccoglie strumenti musicali. Musei, il paese più piccolo, la classe è fatta di dieci alunni, due classi in una in realtà, una quarta e una quinta. Il paese si è velocemente spopolato, ci racconta la maestra, dopo la chiusura di Portovesme. Il giardino è una stretta lingua di verde tra due strade, difficile vederci un parco. Invece i bambini lo compongono naturalmente, estendendo i limiti di quel fazzoletto, vedendoci una scuola di danza all’aperto, un ricco frutteto di cui prendersi cura e da cui attingere frutta fresca, una pista che va su e giù dove far trottare cavalli e moto, un cespuglio dove portare i propri animali preferiti: galline, cani e gatti; e infine, un filo sospeso tra gli alberi dove attaccare i propri disegni per un festival annuale. Dragos scrive sul suo taccuino, pensa e sorride. Lavorare a Iglesias subito dopo musei è quasi strano: sembra di arrivare da un paese remoto nel mezzo di una metropoli gigantesca. Il suo parco è il più grande dei quattro e ha come due piani: uno collinare, alto, fitto di alberi, da cui si vede un triangolino di mare tra le case, la città mineraria di Monteponi e le sue colline; rotolando ai piedi di questo su di una ripida discesa ci si trova su un prato piano su cui è bello correre liberamente. I bambini infatti corrono, su è giù, e qualcuno rotola davvero giù dalla collina e pensa che quella cosa ci debba essere assolutamente nel parco, che le discese erbose debbano essere preservate.

Nel bosco qualcuno ci vede una dimora magica, dove inventarsi incantesimi, qualcuno ci vede un planetario dove il moto delle stelle e determinato dal volo dei gufi, qualcun altro immagina nel parco dei monumenti dedicati a Ipazia e Frida Kahlo. Dragos segue i bambini, e tenta di immaginare che c’è al di là delle case, al di là delle colline, dove una bambina vorrebbe poter osservare, dall’alto di un albero.

La settimana successiva, a scuola, tutto diventa solido e sbarluccicante. I bambini hanno raccolto carta, tessuti, e materiali sgargianti per dare forma alle loro idee, farne dei modellini. Tante cose si sono trasformate dal primo incontro, i bambini hanno lavorato in gruppi unendo le idee e le forze stimolati da Dragos che ha studiato le loro idee e ha proposto tante possibili vie di sviluppo. A Villamassargia la tana è diventata una mini pinnetta, costruzione in pietra tipica della Sardegna; il campo da gioco ha un perimetro frastagliassimo che ricorda le vecchie mappe della Sardegna, qua e là sorgono porte e passaggi, elementi tutti collegati da regole del gioco ancora da scrivere. A Domusnovas vengono immaginati labirinti a forma di faccia di topo, osservatori astronomici e palcoscenici, tutto intorno al carrubo. A Musei le sbarre per la danza, gli assi di equilibrio, il circuito per i cavalli e per le moto, i fili per attaccare i disegni, diventano un’unica linea che sale e scende tra i frutteti e l’erba. A Iglesias gli animali si moltiplicano, polpi, civette, tartarughe, draghi, pandacorni e il punto di osservazione diventa un tappeto elastico arcobaleno, dotato anche di ascensore…

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