Laboratorio PROTEXIA – un percorso di peer education

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Il laboratorio di autodifesa organizzato e realizzato dalla Cooperativa sociale Officina lavoro Onlus, sviluppato sul territorio Magentino, è nato dall’idea di sviluppare un’attività centrata sulla scoperta della propria dimensione corporea al fine di fare esperienza dei benefici legati all’attività motoria e alla sua condivisione nel gruppo dei pari, come strumento con cui coinvolgere una riflessione più complessa circa i temi della legalità e del rispetto nei confronti della propria comunità di appartenenza.

La progettazione di questa attività laboratoriale ha coinvolto la partecipazione attiva e lo sviluppo di capacità di empowerment di un ragazzo seguito nel progetto che, nel suo percorso di orientamento formativo e lavorativo presso la nostra Cooperativa, ha raggiunto degli ottimi risultati nella qualifica della formazione specifica come personal trainer, cui si sono sommate passione ed esperienza in ambito di boxe, pugilato e difesa personale.

Abbiamo, quindi, messo al servizio di un gruppo con diverse vulnerabilità, tra cui disabilità intellettive, isolamento sociale e presenza di diagnosi in ambito psichiatrico, questa attività laboratoriale, con il supporto e la partecipazione di altri ragazzi seguiti nel progetto GameOn.

Il laboratorio si è svolto per due incontri a settimana della durata di 2 ore negli spazi del parco del comune di Vittuone; in questo senso, il nostro obiettivo è stato quello di avvicinare il gruppo dei ragazzi alla comunità, trascorrendo del tempo in uno spazio pubblico e frequentato dai propri coetanei.

La metodologia educativa adottata nella strutturazione del laboratorio è quella della peer education, ovvero un approccio sviluppato in ambito pedagogico partendo dall’assunto per cui i giovani sono maggiormente propensi ad ascoltare e imparare da altri giovani. In questo contesto, l’individuazione di un “peer educator”, ovvero un giovane formato o particolarmente informato su specifici temi, è fondamentale ai fini di una condivisione di esperienze costruttive in modo sensibile ed accurato, valutate come supportive ed efficaci dai pari coetanei.

La presenza del peer educator si è rivelata particolarmente proficua su diversi aspetti:

• I partecipanti si sono relazionati con una figura completamente diversa da quella educativa propriamente detta che ha interagito positivamente con loro, sperimentando un contesto senza giudizio reciproco e favorendo l’integrazione tra due ambiti sociali lontani tra loro, come quello penale e quello della disabilità;

• Hanno avuto modo di sperimentare un’attività diversa, libera da alcune strutturazioni e vincoli che i laboratori in aula spesso richiedono;

• Hanno visto gradualmente i propri progressi in ambito fisico e motorio, continuamente sostenuti e spronati dal peer educator di riferimento e dai coetanei del gruppo GameOn, tanto che i ragazzi stessi hanno sollecitato la ripresa dell’attività laboratoriale non appena sarebbe stato possibile condividere nuovamente gli spazi all’esterno.

Infine, il laboratorio si è rivelata un’esperienza particolarmente costruttiva soprattutto per i partecipanti del progetto GameOn che hanno avuto modo di:

• Sviluppare competenze e conoscenze in ambito sportivo, stimolandoli nella scoperta di tecniche nuove e accrescendo il proprio bagaglio di interessi;

• Si sono sperimentati loro stessi come peer educator dei compagni più fragili, supportandoli e insegnando loro come sviluppare una conoscenza più complessa del loro corpo e di come muoverlo nello spazio;

• Hanno usufruito anche loro della figura di peer educator che ha interagito con loro positivamente, guidandoli nella costruzione di relazioni più adeguate con i pari fragili, ma anche tra di loro, rispettando tempi e spazi e condividendo le proprie responsabilità nei confronti del percorso di messa alla prova.

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