La coop Itaca porta a scuola l’educazione alla sessualità e all’affettività, con percorsi per adulti e minori

di

La sessualità, i cambiamenti puberali fisici, cognitivi e relazionali, gli strumenti di prevenzione, l’amore, il sesso e i cambiamenti sociali legati a questi argomenti: sono questi i temi che anche quest’anno la cooperativa sociale Itaca porta nelle classi terze della scuola secondaria di primo grado Baseggio, di Mestre, raggiungendo non solo studenti, ma anche docenti e genitori.

Rispondendo a bisogni emersi nel contesto scolastico, di cui i docenti si sono fatti portavoce, gli educatori e le educatrici hanno proposto un percorso strutturato in tre incontri, nel corso dei quali si è voluto porre le basi per un’educazione alla sessualità e alla affettività, tematiche a volte trascurate, ma che soprattutto oggi, dopo lunghi periodi di isolamento dovuti all’emergenza covid-19, si rivelano spesso fondamentali.

Entrare in classe per parlare di questi argomenti può suscitare due diverse reazioni: l’attenzione predomina e la classe è assorta totalmente ad ascoltare ed ascoltarsi, o – di contro – la classe si emoziona e i ragazzi e le ragazze sono come molle sulle sedie, sembrano voler smorzare il momento che, seppur interessante, smuove correnti emotive molto forti. In entrambe i casi le emozioni predominanti sono un iniziale imbarazzo e poi un gran sollievo, per aver approfondito argomenti che spesso spaventano, raccogliendo informazioni scientificamente corrette e riferimenti solidi.

Ma l’educazione sessuale non passa solo attraverso i laboratori rivolti a ragazzi e ragazze: anche gli insegnanti hanno richiesto il supporto degli educatori e delle educatrici per poter gestire loro stessi alcuni interventi o situazione che possono emergere durante le ore scolastiche, essendo in prima linea e vivendo da vicino, tutti i giorni, esperienze ed emozioni dei loro studenti e delle loro studentesse.

La cooperativa Itaca ha così organizzato due incontri online e uno in presenza presso il Punto Luce di Marghera, rivolti proprio ai docenti, in cui sono stati approfonditi diversi aspetti per capire come creare un clima accogliente, utilizzare un linguaggio corretto per le diverse fasce d’età, fare i conti con le proprie resistenze (tutti possono parlare di tutti gli argomenti?), e sciogliere dubbi rispetto a come affrontare temi come la contraccezione, l’identità di genere e l’orientamento sessuale e come indirizzare gli adolescenti nella gestione delle emozioni. Dalla teoria si è poi passati alla pratica, con un role play che riportava le domande reali fatte dagli studenti durante i laboratori.

Un insegnante ha definito il ruolo di educatori all’affettività e sessualità come quello di un equilibrista: dire ma non troppo, fare ma con attenzione, gestire ma con consapevolezza, esserci sempre ma senza mostrarsi. Vero! Ma il punto di forza di ogni laboratorio resta la trasparenza, la limpidità degli argomenti che vengono presentati in primis alla scuola e poi alle famiglie, prima ancora di entrare nelle classi. Un patto trasversale che permette la giusta serenità di espressione, soprattutto in un laboratorio in cui si trattano argomenti così importanti per la crescita e lo sviluppo degli adolescenti.

I feedback degli insegnanti sono stati fin da subito positivi, si sono esposti, hanno giocato con le loro resistenze e imbarazzi, hanno sperimentato l’empatia verso i loro alunni che oggi vivono un mondo molto diverso dal mondo in cui hanno sperimentato l’adolescenza i loro docenti, un mondo più veloce in cui le informazioni viaggiano rapidamente ed è difficile soffermarsi sui sentimenti. Un mondo culturalmente più vasto e con dei concetti sociali molto differenti, che spesso si trasformano in “fenomeni”.

Infine, c’è il lavoro fondamentale con i genitori. Anche per loro si è pensato a due incontri on line e uno in presenza in cui sono state fornite indicazioni su come affrontare i temi legati alla sessualità e all’emotività con i propri figli. Essere sempre aggiornati e tornare con la mente alla propria adolescenza, per ricordare come ci si sentiva e cosa ci si aspettava dai propri genitori: sono questi i punti fondamentali da cui partire per affrontare gli adolescenti nel pieno dei loro cambiamenti fisici ed emotivi.

Insomma, avere a che fare con le preoccupazioni genitoriali e insegnare agli insegnanti è stata una sfida anche per gli educatori e le educatrici di Itaca, ma la relazione instaurata negli anni e la fiducia reciproca, nonché il grande rispetto della differenza dei ruoli, ha reso l’esperienza un arricchimento unico per tutte le parti.

Articolo a cura di Marilisa Chiumento, educatrice di Itaca, cooperativa sociale partner territoriale di Futuro Prossimo Venezia.

Regioni

Ti potrebbe interessare

Verso le attività autunnali, ma con nuova consapevolezza: la sfida di Itaca, a Marghera

di

Far sentire i ragazzi più sicuri. Far trovare loro nuovi approdi, dopo l’uscita forzata dalla comfort zone. Ma anche provare nuove emozioni...

Futuro Prossimo è ora! I piccoli cambiamenti che nascono dai ragazzi

di

“Una scuola in cui partecipo è una scuola da cui non voglio allontanarmi!”: questa la frase di uno dei ragazzi che abbiamo...

BES E DSA, un ciclo di incontri per rispondere ai bisogni dei territori

di

Promuovere l’inclusione scolastica e la partecipazione attiva di studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) attraverso percorsi di formazione rivolti alla comunità educante:...