Fare comunità anche in tempo di quarantena: l’esempio di Futuro Prossimo Venezia

di

Rete Alta Intensità Educativa

Ascoltando il territorio, lavorando dentro e con esso, senza lasciare nessuno sguardo in sospeso, cosa significa fare comunità educante? Da circa un anno e mezzo attraverso il progetto Futuro Prossimo nel territorio di Marghera, ma di Venezia tutta, si sta sperimentando. Che cos’è comunità? Una comunità è il luogo costituito primariamente dalle persone, non è un luogo fisico, ma è il luogo del vivere, fatto dalle pratiche della vita singola e collettiva. Comunità è mettere in comune è riconoscere le diversità, si tratta di mescolare tutte le voci nell’ampia ottica dell’inclusione e del diritto al ben-essere. Un percorso che ha preso avvio dalla discussione e dalla riflessione tra attori diversi che insieme intendono porre al centro la cura e l’attenzione verso i più giovani: cittadini e cittadine di domani. Una rete di relazioni dove tessere assieme, ognuno con le proprie competenze e possibilità, un obiettivo comune: non lasciare indietro nessuno.

Assieme al Comune di Venezia, a più di 40 associazioni sportive, ricreative, artistiche, culturali abbiamo intessuto una nuova esperienza ponendo le basi del comune procedere nel “Patto per la Comunità educante” che rappresenta la bussola delle nostre azioni impegnandoci per rigenerare il territorio a partire dai diritti dei più giovani, promuovendo la bellezza, l’inclusione, l’accoglienza, la legalità e la cultura, la valorizzazione delle differenze e la cittadinanza attiva. Un Patto per fondare la Rete ad Alta Intensità Educativa.

Siamo partiti con la Rete dei quartieri di Marghera –  Chirignago – Zelarino e successivamente abbiamo sviluppato la Rete di Mestre e la Rete di Venezia Centro storico, perché ogni quartiere ha i suoi vissuti, le sue singolarità e collettività. Concretizzare inclusione sociale significa anche poter dare la possibilità di fruire di occasioni educative formali e informali per tutti, affrontando la natura pluridimensionale degli ostacoli che ne impediscono la realizzazione. Integrare luoghi, territori e persone creando e sostenendo un accompagnamento alla crescita coerente e costante insieme agli attori pubblici e privati, con un approccio sistemico e rivolgendosi alle giovani generazioni come “attivatori di comunità”.

Tutta la comunità può e deve assumersi una responsabilità educativa in ogni tempo e soprattutto in questo tempo, quello del COVID, che ci ha improvvisamente investiti come un’onda anomala. In un primo momento spiazzati e disarmati, abituati a trovarci in presenza e a sederci assieme in circolo adolescenti, genitori, operatori sociali e scuole, istituzioni territoriali abbiamo tutti dovuto fare i conti su cosa volesse dire la distanza imposta, il divenire ognuno “isola” nella propria abitazione. Ma presto, urgente, è affiorata la responsabilità collettiva, capace di rompere le barriere dell’isolamento imposto e di ripensare assieme a nuovi luoghi in cui trovarci e co-progettare risposte ai nuovi bisogni del territorio fatti di povertà educativa nuove emarginazioni e precarietà delle famiglie.

Insieme abbiamo incominciato ad “esercitare comunità educante” ripartendo da incontri on-line in luoghi virtuali per trattare temi reali. La Rete Alta Intensità Educativa di Marghera si è ritrovata e ha discusso dell’esigenza di realizzare un percorso di formazione per acquisire migliori competenze nell’ambito della progettazione educativa in tempo di COVID. La Rete sta inoltre mappando i possibili nuovi luoghi educativi dove avviare proposte in presenza rivolte ai più giovani e secondo le disposizioni di tutela in questa “fase 2” e collaborando per realizzare delle proposte educative estive nel territorio che rispondano alla necessità urgente dei più giovani di socialità, di relazioni, di voce.

I più giovani nel frattempo, attraverso i laboratori cittadini, svolti rigorosamente on-line, si sono sperimentati costruendo delle video interviste, per poter raccogliere sguardi, immagini e voci di un territorio in cambiamento. Dalla commessa del negozio alimentare del quartiere, all’insegnante alla dirigente scolastica hanno tracciato il loro percorso narrativo in questo tempo inedito per tutti tornando ad essere protagonisti e pensando a come “costruire il futuro”.

Fare comunità educante è una sfida necessaria per tutti, giovani e adulti, per riconnettere le persone e porre al centro in modo etico il fattore umano, dove da isole e periferie, in un processo generativo, si possa ripartire da poli lontani ed apparentemente opposti dandosi la possibilità del cambiamento.

Articolo a cura di Julia Di Campo, esperta nazionale povertà educativa e local manager per Save the Children Italia

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