Quattro storie, un episodio, una sfida

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Maria Savino, docente della scuola secondaria “Salvo D’Acquisto” di Mestre,  spiega perché l’istituto in cui insegna ha scelto di essere partner di Save the Children nel progetto Futuro Prossimo.

Comincerò raccontando quattro storie di vita e riferendo un episodio di cui sono stata testimone. Nomi e dettagli sono stati modificati; i fatti sono realmente accaduti, e le situazioni, nella realtà, sono molto simili a quelle presentate.

Alessandro. Arriva a 14 anni dalla Moldavia. Non conosce una parola di italiano. Frequenta la terza media. Si impegna con determinazione per imparare la lingua, e al tempo stesso per apprendere i contenuti delle diverse discipline.

Affronta gli esami di licenza, uscendo con 8. Si iscrive a un istituto tecnico: avrebbe preferito un liceo, ma la padronanza dell’italiano non è ancora tale da permetterlo.

Supera l’esame di maturità con 94. Si iscrive a ingegneria: conclude la laurea triennale con un ottimo risultato. Oggi frequenta l’ultimo anno della magistrale.

Maddalena. 12 anni. Arrivata a settembre dall’Ucraina. Non sa la lingua. A pochi mesi di distanza non solo si esprime correttamente, ma è anche tra le più brave alunne di una prima media; in tutte le discipline.

Maria. Arriva all’età di nove anni in Italia dalle Filippine, totalmente a digiuno di lingua italiana. Si inserisce molto bene alla scuola elementare; lega con i compagni, fa amicizia e gioca, anche al pomeriggio, con alcune compagne. Questo le permette di imparare in fretta e bene la lingua; oggi, in prima media, va bene a scuola in tutte le materie. Quotidianamente si notano i suoi progressi.

E’ una ragazzina perfettamente inserita nella classe e nel territorio.

Sabrina. Bengalese. 11 anni, frequenta la prima media. Nata in Italia, la famiglia ha chiesto la cittadinanza italiana e l’ha ottenuta. Sabrina frequenta le compagne al pomeriggio: si incontrano per studiare assieme e giocare. Va a danza. La scorsa settimana ha portato i galani – dolce veneziano del carnevale – cucinati da lei.

Gita con la classe a Venezia con una prima media. Un ragazzino, pakistano, dimentica di strisciare l’Imob. Arrivano i controllori ed emerge l’infrazione. Devono dargli la multa. Uno dei controllori comincia a chiedergli i dati per il verbale. Il ragazzino piange silenziosamente: teme la sgridata del papà.

Quando giungiamo a destinazione e stiamo per scendere, un signore, italiano di mezza età, che ha assistito alla scena, tenta di mettermi in mano 30 euro, per contribuire al pagamento della multa. Gli dico che non è necessario: abbiamo già provveduto diversamente.

Una cosa sono i proclami, altra il cuore degli italiani: sempre grande!

Sentiamo fortemente la responsabilità di essere parte della Comunità Educante del territorio veneziano: per questa ragione la nostra scuola, l’Istituto Comprensivo Querini di Mestre ha aderito al progetto Futuro Prossimo.

Desideriamo attuare le strategie che ci permettono di far emergere i talenti di tutti i nostri alunni, anche quelli le cui capacità rimangono nell’ombra, a causa di situazioni di disagio di vario tipo.

I ragazzi hanno bisogno, oltre che di sviluppare conoscenze, abilità e competenze, anche di stimoli culturali adatti alla loro età, di opportunità ludiche e ricreative, di occasioni e spazi per socializzare.

E’ importante aiutarli a instaurare relazioni e contatti vivi e costanti col territorio, affinché non si sentano degli estranei, semplici inquilini di un quartiere. Solo in questo modo può maturare in loro il senso di appartenenza ad un luogo; solo così essi percepiranno quel luogo come una cosa loro, un bene da difendere e preservare per mezzo del rispetto della legalità e della tutela della cosa pubblica.

Per tentare di raggiungere questi obiettivi, la collaborazione con Save the Children, ed in particolare le attività previste dal progetto Futuro Prossimo, sono certamente di grande aiuto.

Non soltanto un immigrato o una persona che vive situazioni di disagio, ma anche un uomo di successo, se affronta il quotidiano sganciato dalla vita reale e avulso dal territorio, resta un individuo solo. Un uomo senza radici, privato di relazioni e affetti, rimane comunque un infelice.

La sfida che nel nostro istituto ogni giorno ci poniamo è alta: desideriamo e lavoriamo per tentare di formare una gioventù bella, curiosa, accogliente; per offrire ai ragazzi gli strumenti per inserirsi pienamente nel contesto in cui vivono; per trasmettere il valore della legalità. Ne può derivare una ricaduta positiva, per tutti: quartieri più sicuri e città vivibili.

Vivacizzare e ringiovanire il territorio, evitare lo spopolamento o la formazione di ghetti, enclave, con le conseguenti sacche di illegalità, che tanto abbruttiscono e dapauperano le nostre strade, i nostri parchi pubblici, a volte anche i locali di svago: questo il sogno che insieme a Save the Children condividiamo, per realizzare il quale Futuro Prossimo costituirà un prezioso aiuto.

Le forze, il tempo, le risorse che abbiamo sono limitati; noi stessi siamo limitati, siamo umani.

Save the Children ci supporta: gliene siamo grati.

 

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