Antichi mestieri liguri

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Accade raramente che un allevamento intensivo sia rispettoso dell’ambiente. Il golfo della Spezia può vantarne uno che, addirittura, l’ambiente lo purifica. Si tratta della coltura dei mitili, che rappresenta per la città anche un simbolo identitario. È importante, per questo, che i giovani conoscano un antico mestiere, oggi svolto a livello imprenditoriale e ricco di opportunità occupazionali.

Venerdì 11 agosto 2023, i ragazzi di Futuro Aperto hanno potuto rendersi conto di tutto ciò. Grazie all’iniziativa offerta dalla cooperativa sociale Mondo Aperto, un gruppo di adolescenti, anche ospiti della comunità La Casa sulla Roccia, alcuni dei quali non erano mai saliti a bordo di una barca, hanno partecipato ad un tour guidato nel Golfo dei Poeti, per incontrare i contadini del mare ed apprezzare le peculiarità naturalistiche del territorio.

Sulla Moby Dick

La partenza, di prima mattina, al Porto Mirabello, dove educatori e bambini sono stati accolti dagli operatori di Associazione per il mare, realtà impegnata da alcuni anni nella salvaguardia ambientale e nell’inclusione di persone in condizione di disabilità. Perché il mare sia di tutti!

Saliti sulla Moby Dick, ex peschereccio del 1980, completamente restaurato, la comitiva ha raggiunto lo stabulario di Santa Teresa, nel Comune di Lerici, dopo avere ammirato, durante la navigazione, la fortezza del Varignano e la costa rocciosa.

Lo stabulario di Santa Teresa

Nel sito di mitilicoltura, gli studenti hanno compreso il processo e il funzionamento, ascoltando con curiosità le spiegazioni di Federica Paita, medico veterinario, responsabile qualità dell’impianto, che ha illustrato, con competenza e passione, ogni fase dell’attività: la raccolta, l’arrivo allo stabilimento, la depurazione, il controllo e la selezione, l’insacchettamento e la consegna.

“I nostri muscoli sono allevati dentro e fuori la diga foranea, nello specchio d’acqua tra Porto Venere e l’isola Palmaria – ha raccontato Federica – rispettando la tradizione, per mantenere la produzione autoctona”.

“Il nostro è un mestiere che si tramanda di padre in figlio, – ha aggiunto Paolo Varrella, presidente della Cooperativa Mitilicoltori Spezzini, oggi composta da quasi 90 soci – si tratta di un’impresa vera e propria, orgoglio per la città. Vi incoraggio, ragazzi, a diventare mitilicoltori!”.

Più tardi, i giovani di Futuro Aperto hanno affiancato lo storico muscolaio Eugenio Borio durante il suo lavoro, dentro la diga foranea: “Alla Spezia si coltivano mitili dal lontano 1887! E, da qualche anno, alleviamo anche le ostriche. Entrambi sono prodotti tipici per le condizioni climatiche particolari in cui vivono: correnti di acqua dolce si mescolano a quelle di acqua salata, creando l’habitat perfetto per gli spazzini del mare che, attraverso il loro guscio, funzionano come vere e proprie spugne, assorbendo anidride carbonica”.

Il bagno in acque cristalline

“Si possono mangiare crudi?”, “Quanto tempo impiegano a crescere?”, “Ma dove vengono distribuiti i muscoli spezzini?”. Tante le domande dei partecipanti che, infine, si sono concessi un tuffo al Pozzale, prima di fare rientro a casa.

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