Quando il mare racconta: laboratorio di creatività a scuola
di lacasasullarocciaonlus
Alcuni studenti delle classi quinte dell’Istituto Tecnico Industriale “Capellini-Sauro” e i giovani ospiti del centro di accoglienza gestito da Caritas diocesana della Spezia, si sono ritrovati, dopo la pausa natalizia, nell’ambito del percorso “Storie sconfinate in Cittadella”.
Negli spazi della scuola, ieri pomeriggio, i veri protagonisti dell’incontro sono diventati 12 pezzi in legno raccolti a Lampedusa, resti di barche affondate nel mar Mediterraneo: non rifiuti da dimenticare, ma frammenti di vita, tracce dei viaggi intrapresi con speranza, che si sono conclusi tragicamente.
È stato proprio Vito Fiorino, il pescatore che salvò 47 Eritrei dal naufragio del 3 ottobre 2013 in cui morirono 368 persone, a inviare al “Capellini-Sauro” le tavole trovate sulla spiaggia. Forte l’emozione degli adolescenti quando hanno aperto lo scatolone.
Partendo da qui, ha preso il via un laboratorio di falegnameria e di creatività. Con il prezioso supporto di Manlio Ricco, artigiano e guida esperta, e delle insegnanti, i ragazzi hanno ragionato su come trasformare quei legni, portatori di storie, in un simbolo di rinascita. Nei prossimi appuntamenti, allora, tutti al lavoro per costruire una barca in miniatura, capace di contenere 368 lettere scritte dai bambini delle scuole primarie della Liguria, in memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare, lo scorso 3 ottobre 2013.
Passo dopo passo verso Storie sconfinate 2025
Lunedì 7 aprile, in occasione della quarta edizione della rassegna “Storie sconfinate”, la barca realizzata dagli studenti e dai giovani della Cittadella della Pace sfilerà nel centro storico della Spezia, da Piazza Brin al mare, assieme alle scuole della città, per poi salpare e raggiungere il Galata di Genova, museo con un padiglione dedicato alle migrazioni.
Lo stare insieme che fa bene
“Storie sconfinate in Cittadella”, già dal 2023, anche grazie a Futuro Aperto, propone agli adolescenti attività eterogenee, dallo sport alla conoscenza del territorio. Oltre a essere un’occasione per sperimentare, rappresenta un’opportunità per riflettere sui temi dell’integrazione, della solidarietà e dell’impegno civile. Uno spazio di educazione non formale che tocca le corde del cuore, rafforzando la consapevolezza collettiva.
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