educAZIONE. Un momento di stimolante riflessione, verso una comunità educante
di nettare
( svolto il 19 dicembre 2019, presso la Casa per Ferie “Le Rais”, l’evento denominato “educAZIONE. La comunità educante: una sfida di tutti”. Un evento che rientra nel progetto #FUORICENTRO. Coltiviamo le periferie, ancora una volta presente in Val di Fassa.
Un’occasione per trovare ispirazione da esperienze reali, sviluppate sul territorio trentino e che parlano di comunità.
Mirella Maturo (Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale), Paola Rasom (Comun General de Fascia) e Marilisa De Luca (PAT) aprono i lavori affermando l’importanza di “costruire comunità, costruire relazione” come gesto anche di responsabilità civile.
Spazio poi a interventi di esperti e realtà locali che su questo tema fondano la propria attività.
Veronica Somadossi (studio associato Tangram) sottolinea l’importanza di un’azione educativa collettiva, ricordando come sia “impossibile educarsi da soli. Solo percependosi dall’esterno infatti si riescono a percepire potenzialità e specificità talvolta nascoste. La costruzione di una comunità educante porta con sé l’importanza di una dimensione temporale e spaziale: io riconosco una comunità in un luogo a cui mi sento di appartenere, dove vedo la mia identità; un’identità che si costruisce nel tempo.
E proprio il luogo, così come l’arte dell’attesa e della perseveranza, sono i protagonisti dei due racconti successivi.
Il primo, narrato da Elena Malfatti e Cristiano Conte della coop. Kaleidoscopio, è la storia del progetto “La città INvisibile”. Un’attività che, con pazienza e lungimiranza, vuole costruire reti di collaborazione e relazioni di prossimità. Il tutto attraverso il coinvolgimento diretto dei residenti, protagonisti della costruzione di un’identità collettiva. Un’azione che passa da un tempo ma anche da dei luoghi fisici e reali: dell’incontro, dello scambio, della condivisione.
Francesca Braito, dell’aps CarpeDiem, continua poi con un intervento dal titolo “Una comunità che si prende cura di sé”. Racconta la pluriennale presenza dell’associazione in luoghi periferici, variegati e spesso soggetti a pregiudizio. Qui nel tempo la CarpeDiem aps è riuscita a creare relazioni, identità diffusa e spazi neutri di incontro e scambio, ora diventati dei punti fermi per la comunità locale.
Infine Stefania Povolo, RTO del Piano Giovani di Zona “La Risòla” (Val di Fassa) che ha presentato lo strumento operativo sul territorio. Obiettivo principale del PGZ: supportare idee e progettualità che stimolino lo sviluppo di reti e capaci di valorizzare il patrimonio locale (sociale, ambientale, culturale,…). Anche per il 2020 si prospettano nuove e interessanti opportunità per sviluppare progetti che portino avanti un obiettivo principale: creare identità, fare comunità.
Chiude Anna Viganò, dell’associazione NetTARE, partner di #FUORICENTRO. La conclusione è lasciata al comun denominatore di queste esperienze: una comunità educante ha bisogno del tempo di tutti, e di cura per l’altro e per la comunità. Ma anche di un luogo dove riconoscersi e dove attivare quella relazione sociale (fisica e reale) necessaria per una Comunità Educante.
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