“Chi sono io? Chi è l’altro?” La stretta relazione tra sviluppo sensoriale e sociale
di familyhub
Le famiglie che seguono ormai da molto tempo le attività del Progetto Family Hub Mondi Per Crescere della Cooperativa Sociale Paolo Babini hanno portato alla luce il bisogno di acquisire informazioni su temi particolarmente rilevanti per lo sviluppo infantile 0-6 anni, di confrontarsi con esperti e di creare uno spazio di condivisione libero e informale. La richiesta è stata accolta con molto entusiasmo e così sono stati organizzati diversi appuntamenti dedicati ai genitori, nonni, zii, professionisti e chiunque sia appassionato allo sviluppo infantile.
In uno di questi incontri la dott.ssa Irene Valori, dottoranda in Psicologia dello Sviluppo dell’Università di Padova, ha presentato un bellissimo viaggio attraverso lo sviluppo percettivo-sensoriale del bambino, fin dall’età più precoce, che si intreccia allo sviluppo sociale e motorio dando rilevanza al concetto di integrazione multisensoriale, di sincronia, di sintonizzazione e consapevolezza personale e interpersonale.
Un percorso chiamato sviluppo
Lo sviluppo del bambino e dell’individuo durante tutto il ciclo di vita avviene attraverso il cambiamento fisico e cerebrale, percettivo, motorio, cognitivo e socio-comunicativo. Tutti questi diversi aspetti si influenzano reciprocamente tra loro dando vita a traiettorie di sviluppo dinamiche in cui il profilo genetico e le esperienze con l’ambiente sono costantemente intrecciati. Nel percorso di confronto del bambino con il mondo che lo circonda, i canali sensoriali sono le finestre attraverso cui fare esperienza di sé stessi e degli altri. A partire dal concepimento, i sensi si sviluppano da un punto di vista sia anatomico che funzionale, diventando sempre più precisi nel raccogliere le informazioni che il bambino deve elaborare. Nonostante la vista sia l’ultimo senso a svilupparsi, è anche quello a cui facciamo più affidamento per dare un senso al mondo. Nel caso in cui diversi sensi percepiscano informazioni incongruenti o ambigue, soprattutto nelle prime fasi dello sviluppo ci affidiamo a ciò che dice la vista.
I sensi sono particolarmente importanti per interagire con gli altri e cogliere tutti i significati sociali che nutrono lo sviluppo del bambino. Data l’importanza dell’altro per il bambino, i suoi sensi sono predisposti ad elaborare informazioni sociali, e fin dalla nascita il neonato preferisce guardare volti e ascoltare suoni linguistici. Nel primissimo anno di vita, l’esposizione continua a volti e voce umani, specializza i sensi e il cervello del bambino ad elaborare questo particolare tipo di stimoli in modo sempre più preciso. Tuttavia, i singoli canali sensoriali da soli non bastano a costruirsi un’idea coerente della realtà, e il bambino deve “imparare” a integrare le informazioni complementari che sono veicolate dai diversi sensi.
Questo è fondamentale anche per lo sviluppo motorio, che nasce dalla capacità del bambino di associare alle proprie azioni e ai propri movimenti, le conseguenze sensoriali che essi generano. Ad esempio, i bambini fin dai primissimi mesi di vita imparano a muovere una gamba per far suonare un giocattolo, o dirigere lo sguardo su qualcuno per ottenere una risposta. Attraverso l’esperienza di avere il controllo sul mondo esterno, il bambino si sente attivo protagonista del suo apprendimento, impara ad anticipare le conseguenze delle proprie azioni e il comportamento degli altri.
L’interazione con l’altro è fondamentale a questo scopo, e si fonda sul precocissimo meccanismo della sincronia interpersonale, che è la coordinazione spontanea di azioni, emozioni, pensieri, processi fisiologici e neurali. Questa sincronia con gli altri si manifesta precocemente in età evolutiva, aumenta il senso di vicinanza con l’altro e promuove le competenze sociali del bambino. Recenti studi sulla sincronia interpersonale hanno sottolineato come essa sia fondamentale non solo nei primi mesi di vita, ma anche in epoca prescolare e scolare. Infatti, quanto più il bambino e il genitore o coppie di bambini della stessa età, sincronizzano spontaneamente i loro movimenti, la loro attività neurale o fisiologica, tanto più riescono a cooperare per la soluzione di compiti, a relazionarsi in maniera positiva e pro-sociale. Questo ci ricorda l’importanza dei contesti di socializzazione, anche e soprattutto tra pari, fin dai primi anni di vita.
La relazione con l’altro aiuta il bambino non solo a sviluppare competenze sociali, ma anche a conoscere sé stesso nel rispecchiamento con chi lo circonda.
Ecco le parole-caramelle dei genitori che sono emerse a fine dell’incontro
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Dott.ssa Irene Valori, dottoranda in Psicologia dello Sviluppo. Università degli studi di Padova.
Dott.ssa Jennifer Zanetti, Psicologa Clinica dello Sviluppo. Cooperativa Sociale Paolo Babini – Forlì.
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