Laboratori formativi con insegnanti, educatori e genitori

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Da gennaio ad aprile 2024 si sono svolti i laboratori formativi con insegnanti, educatori e genitori, con l’intento di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • condivisione di un linguaggio comune sui bisogni dei bambini e dei ragazzi della comunità educante;
  • a partire da quanto emerso dai report su focus e interviste e dal world caffè di individuazione dei bisogni, definire le priorità di intervento;
  • effettuare un’analisi approfondita dei bisogni individuati come prioritari;
  • elaborare un piano di azione che costituirà il punto di partenza per i tavoli di co-progettazione e per la definizione dei patti educativi.

La scelta di svolgere l’attività formativa sotto forma di laboratorio di confronto e propositivo è stata particolarmente apprezzata dagli attori principali della comunità educante, come emerge anche dai questionari di gradimento somministrati alla fine dei sei percorsi attivati (su 42 questionari compilati, solo 2 persone dichiarano di essere poco soddisfatte dell’attività svolta).

Quanto emerso dai laboratori costituisce una grande ricchezza per la comunità educante, in quanto traccia la strada su obiettivi e priorità che gli attori del territorio, attraverso i tavoli di co-progettazione e i patti educativi, dovrebbero ora perseguire per rispondere ai bisogni dei bambini e degli adolescenti. Tali obiettivi e priorità sono stati presentati dai partecipanti ai laboratori durante un world caffè pubblico online, svoltosi il 29 aprile scorso.

Di seguito si riassumono i principali obiettivi prioritari emersi (i primi due tra quelli proposti da ognuno dei 10 gruppi di lavoro coinvolti), mantenendo la stessa suddivisione per “contesti” di vita come già fatto per la lettura dei dati riferiti alla raccolta dei principali bisogni emersi.

Comunità e territorio

  • individuare e mappare spazi e attività presenti nel territorio per destinatari di età differenti e con funzioni diversificate, evidenziando anche i presidi territoriali suddivisi nel territorio;
  • individuare e utilizzare strumenti comunicativi uguali e condivisi tra le realtà del territorio per informare le famiglie e i giovani sugli spazi e sulle attività disponibili;
  • valorizzare e sviluppare le reti già esistenti nel territorio (Rete benessere, Pastorale Giovanile, società sportive, ecc.);
  • definire un nuovo patto tra società sportive e Enti pubblici per una maggiore inclusività che preveda attività amatoriali non competitive;
  • realizzazione di eventi a tema (progetti, concorsi, concerti, mostre d’arte, mostre fotografiche, ecc.) a partire dai bisogni rilevati e dalle realtà territoriali, che diano visibilità e riconoscimento ad attività di bambini e giovani;

Scuola

  • aiutare i bambini delle classi quarta e quinta della scuola primaria a scoprire, far emergere e sviluppare passioni e interessi personali proponendo attività di orientamento in orario scolastico ed extrascolastico;
  • aumentare la partecipazione attiva di classi terze degli studenti della scuola secondaria di primo grado nel servizio alla comunità (es. service learning);
  • aumentare il numero di occasioni di co-progettazione e di verifica docenti-alunni-famiglia (gestendo in modo diverso la disponibilità oraria del docente e del collegio) per l’individuazione dei bisogni dell’utenza (ascolto, inclusione, comprensione, motivazione, efficacia, non giudizio)
  • creare una o più occasioni per l’espressione della creatività degli studenti nell’anno (favorire la didattica laboratoriale, dell’imparare facendo, la collaborazione-inclusione tra studenti, la motivazione allo studio e l’interdisciplinarietà; la consapevolezza del proprio talento, il senso di autoefficacia);
  • ridurre la conflittualità e l’esclusione tra studenti attraverso progetti di mediazione tra pari (medie-superiori);
  • corsi di formazione congiunti per insegnanti e famiglie su tematiche psicologiche (ADHD, autismo, gestione del gruppo, ecc.) per promuovere una cultura della conoscenza, della comprensione e del non giudizio;
  • creazione di maggiori occasioni di incontro scuola/famiglia per coinvolgere di più i genitori nella vita della scuola.

Area ricreativa (tempo libero)

  • intercettare e coinvolgere, anche in modo premiante, almeno il 15% di società sportive, associazioni, altre realtà educative portatrici di modelli virtuosi;
  • aprire spazi ad accesso libero, dal momento di fine scuola al tardo pomeriggio, in cui i ragazzi possano fermarsi a consumare il pranzo e svolgere altre attività extrascolastiche non strutturate (studiare insieme, giocare, attività creative), anche con una convenzione con le scuole che potrebbero mettere a disposizione alcuni locali almeno due pomeriggi alla settimana; per le scuole superiori alcune di queste attività potrebbero essere autogestite;
  • fornire un educatore formato a disposizione, per un’eventuale richiesta di confronto e co-progettazione, che sia presente sia nella scuola che all’esterno e che crei dialogo tra scuole. Questa figura dovrebbe essere anche un referente che pubblicizzi le iniziative;
  • riqualificare spazi urbani centrali, che siano spazi belli, che uniscano zone dedicate ai più piccoli, agli adolescenti (es. skate park), agli anziani, con coinvolgimento anche delle comunità straniere locali;

Famiglia e crescita personale dei bambini e adolescenti

  • aumentare le competenze di ascolto degli adulti che operano con i preadolescenti creando percorsi formativi ed occasioni di incontro/confronto;
  • esperienze di peer tutoring declinate su un ambito specifico (es. breve addestramento nella creazione di un blog, supporto nella realizzazione di un’esposizione o una dimostrazione a tema);
  • individuare un rappresentante/volontario genitore ℅ ogni plesso scolastico che funga da mediatore culturale, favorisca l’inclusione e agevoli le famiglie che vivono situazioni di fragilità ad integrarsi (una figura simile al referente mensa);
  • creare/istituire/coinvolgere una consulta delle famiglie che crei nuove proposte (Famiglie in rete non è presente in tutti i Comuni) calzate su esigenze di socialità/aggregazione;
  • creare/istituire/coinvolgere una “consulta dei giovani” che condivida dei progetti, interessare anche al servizio civile, ad attività di socializzazione e di condivisione
  • aumentare la partecipazione delle famiglie (soprattutto dei padri) in attività di condivisione e formazione ma anche esperienziali;
  • rinforzare alcune competenze di base per i genitori, ad esempio sull’intelligenza sociale, e per le coppie (con servizio di baby sitting per i bambini).

Inutile dire che questi laboratori progettuali sono stati un importante momento di confronto e condivisione tra adulti significativi a diverso titolo nel territorio; ora serve un ulteriore passaggio, ovvero il coinvolgimento diretto dei bambini e degli adolescenti nei tavoli di co-progettazione con l’integrazione di diverse figure istituzionali e non di adulti che definiscano le azioni prioritarie da svolgersi nel progetto e anche dopo la conclusione dello stesso.

Paola Ottolini – IUSVE

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