Un convegno in ricordo di Paola Di Blasio. Conversazione con Luca Milani

di

Il 12 settembre prossimo l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ospita un importante convegno per ricordare Paola Di Blasio, scomparsa pochi mesi fa, Professore emerito e a lungo direttrice del Dipartimento di Psicologia dell’ateneo milanese, personalità eclettica che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama scientifico italiano.

In occasione del convegno, la ricordiamo con il Professor Luca Milani, membro del Comitato scientifico del progetto DREAM, Professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo all’Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore del Corso di laurea magistrale in Psicologia dello sviluppo e dei processi di tutela, l’unico corso di questo tipo in Italia, istituito proprio da Paola Di Blasio nel 2015, con cui Milani ha collaborato a lungo.

In cosa consiste l’originalità e l’importanza di Paola Di Blasio?

Paola Di Blasio è stata una eminente studiosa, ricercatrice, docente, esperta e anche attivista, in un certo senso, una figura di spicco della psicologia italiana e della psicologia dello sviluppo in particolare. A Paola Di Blasio si deve l’aver riconosciuto come prioritario il tema della protezione dell’infanzia dal maltrattamento e abuso, una tematica declinata sotto il profilo della ricerca, dell’insegnamento, della pratica professionale, delle politiche pubbliche e degli interventi istituzionali.

A lei si deve la fondazione, nel 1984 a Milano, del CBM – Centro per il bambino maltrattato e la cura della crisi familiare, che è stato forse il primo centro a cui i servizi sociali del Comune hanno demandato la presa in carico di bambini e bambine vittime di maltrattamento e abuso, non solo come struttura per assicurare la protezione del/la minorenne, ma anche per identificare le possibili risorse familiari e le strategie per il recupero delle figure genitoriali, laddove possibile. Un approccio originale e innovativo. E questo in tempi in cui l’atteggiamento prevalente era quello di non mettere il naso in quello che succedeva all’interno delle famiglie.

Ha esplorato tantissimi ambiti della psicologia dello sviluppo, dalla costruzione delle competenze sociali nell’infanzia all’impatto dei media, della TV e delle nuove tecnologie sullo sviluppo. Ma soprattutto ha approfondito l’area della protezione dell’infanzia con l’obiettivo di assicurarsi che i bambini e le bambine ricevano le cure più appropriate, e qualora queste non siano disponibili, si proceda a tutelare e proteggere i processi di crescita.

Ha dedicato tantissima attenzione allo studio del trauma, anche sotto punti di vista nuovi: ricordo per esempio una ricerca sull’impatto della traumatizzazione sugli autori di reato, in cui siamo andati a intervistare i detenuti…

Paola Di Blasio ha anche avuto una grande influenza a livello istituzionale: è stata nel CISMAI, ha contribuito alla definizione delle politiche e prassi di presa in carico e protezione di bambini e bambine, è stata consulente esperta in numerosi processi penali. Ha cioè valorizzato sempre il ruolo sociale dello studioso, uscendo dalle aule universitarie per portare il sapere scientifico laddove poteva trovare una applicazione pratica.

È stata infine molto attenta alla divulgazione: a lei si deve la fondazione di Maltrattamento e abuso dell’infanzia, edita da FrancoAngeli, a tutt’oggi l’unica rivista scientifica italiana dedicata a questo tema, che Paola ha voluto aperta ai contributi dal campo, oltre che dalla comunità scientifica. Ha scritto libri e manuali fondamentali, da La famiglia maltrattante. Diagnosi e terapia, scritto a quattro mani con Stefano Cirillo, con cui Paola ha condiviso l’esperienza del CBM, pubblicato nel lontano 1989 da Raffaello Cortina Editore, a Psicologia dello sviluppo, manuale redatto con Luigia Camaioni e pubblicato da Il Mulino nel 2007, su cui si continua a studiare nelle nostre università.

È stata una persona aperta, curiosa, impegnata, che ha saputo tenere insieme ricerca, insegnamento e applicazione pratica con una grande attenzione alla giustizia sociale, un modello per tante e tanti, dentro e fuori dal mondo accademico.

Come sarà ricordata la studiosa nel convegno che le avete dedicato?

Il convegno si intitola Il contributo di Paola di Blasio alla Psicologia dello sviluppo e dei processi di tutela: dai primi studi alle odierne traiettorie di ricerca e vuole fare memoria dei 40 anni di carriera accademica di Paola Di Blasio dando voce a persone e anime diverse del suo lavoro in psicologia.

Per questo ascolteremo il ricordo di lei dei colleghi di lunga data, quelli con cui ha iniziato l’avventura della Facoltà di psicologia in Cattolica a Milano, dove la cattedra è stata istituita solo nel 1993, grazie anche al suo impegno. E daremo poi voce agli sviluppi più attuali dei filoni di ricerca su cui si è impegnata, grazie al contributo di colleghi e colleghe – e mi ci metto anche io – che hanno lavorato con lei e ora ne proseguono il lavoro.

Si parlerà dunque di protezione e tutela dell’infanzia, di trauma, di perinalità ovvero della relazione genitore-bambini/a che si costruisce intorno al momento del parto, dell’influenza delle tecnologie sullo sviluppo, un argomento su cui è in corso, data la pervasività dei cellulari, un ampio dibattito. E ancora di conflitto genitoriale e di competenze genitoriali, due concetti spesso evocati rispetto alla situazione di bambini e bambine, e di psicologia dell’educazione, ovvero del ruolo dello/a psicologo/a nel contesto scolastico, anche questo tema di grande attualità, a conferma dell’intuizione lungimirante di Paola Di Blasio rispetto all’evoluzione della società contemporanea.

Accanto ai contributi accademici, daremo spazio alla più vasta comunità istituzionale e di pratiche che Paola Di Blasio ha attraversato. Ci saranno, per citarne alcuni, il giudice Fabio Roia, Presidente del Tribunale di Milano, Riccardo Bettega, Garante per l’infanzia della Regione Lombardia, Paola Barachetti e Paola Covini del CBM, Giovanni Visci, già presidente del CISMAI, Ilaria Angeli della casa editrice FrancoAngeli.

Paola Di Blasio ha impresso grande impulso al CRIdee, il Centro di ricerche dinamiche evolutive ed educative dell’Università Cattolica. Come proseguirà il suo lavoro?

Paola Di Blasio assunse all’inizio degli anni Duemila la direzione del Centro di ricerca delle tecnologie dell’istruzione fondato nel 1969 dal Professor Groppo, lo ribattezzò CRIdee, e pur mantenendo l’interesse verso la tecnologia e il suo impatto sullo sviluppo dell’essere umano, ampliò notevolmente gli ambiti di ricerca, focalizzandosi in particolare sul trauma e sul maltrattamento e abuso nell’infanzia.

Nel tempo il CRIdee ha sviluppato numerosi progetti di ricerca, sia a livello nazionale che internazionale. L’ultimo in ordine di tempo, di cui abbiamo presentato i risultati a Roma a luglio scorso, è stato il progetto Enable, realizzato con il Centro Italiano per la Promozione della Mediazione (CIPM) e in collaborazione con il Ministero dell’Interno e con la Polizia di Stato, finalizzato a trasferire le competenze nella presa in carico delle persone ammonite dal Questore per reati di violenza contro le donne, molestie e stalking, sviluppate a Milano nell’ambito del Protocollo Zeus, così da ampliarne l’applicazione ad altre città, tra cui Roma, Bari, Cagliari, Piacenza.

Con le colleghe con cui condivido il lavoro al CRIdee, ovvero Elena Camisasca, che è stata la prima stretta collaboratrice di Paola Di Blasio, e poi Emanuela Confalonieri, Chiara Ionio, Sarah Miragoli, Daniela Traficante, nel futuro potenzieremo le ricerche sulle tematiche intorno alle quali abbiamo articolato il convegno del 12 settembre. Vogliamo favorire non solo lo studio dei fattori di rischio, ma anche dei fattori protettivi: non solo il trauma o le difficoltà di adattamento, dunque, ma le risorse sulle quali è possibile lavorare.

Oltre a produrre sapere scientifico, come è nella natura di un centro di ricerca, vogliamo fornire strumenti concretamente utilizzabili da tutte le persone che lavorano con i bambini e le bambini in difficoltà, operatori e operatrici, ma anche cittadini e cittadine che hanno una attenzione crescente verso le tematiche dell’abuso e del maltrattamento e che possono svolgere un ruolo importante nell’emersione del fenomeno, nella prevenzione e nel contrasto.

 

Informazioni

Il convegno si svolge martedì 12 settembre 2023, dalle ore 9 alle 17, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Aula G.127 Pio XI, Largo A. Gemelli, 1 – Milano

La partecipazione è libera e gratuita, ma è gradita la prenotazione inviando una email a evento12settembre2023@gmail.com.

Al medesimo indirizzo email chi non potrà essere presente a Milano può richiedere il link per seguire i lavori sulla piattaforma Teems.

 

Ti potrebbe interessare

A proposito di credibilità dei racconti dei bambini abusati sessualmente

di

Pubblichiamo l’interessante articolo a cura di Cristina Pessina, neuro psichiatra infantile e psicoterapeuta, uscito su Scambi di Prospettive, il blog della redazione...

ISPCAN 2023. Dati e testimonianze al centro

di

Si è tenuto circa un mese fa a Edimburgo, Scozia, il congresso annuale dell’ISPCAN – International Society for the Prevention of Child...

Il potere della comunità. Un convegno a Firenze

di

Sceglie di illuminare un aspetto meno noto, eppure essenziale nel percorso di fuoriuscita dalla violenza – ovvero il ruolo della comunità –...