Spazio Neutro: riflessioni e buone prassi

di

di Paolo Di Mattia, Alice Cooperativa Sociale
Responsabile Spazio Neutro di Prato, Responsabile Progetto DREAM per l’area pratese

 

Il Progetto DREAM, oltre a prevedere lo svolgimento di incontri protetti in Spazio Neutro, ci ha fornito un’ulteriore occasione per compiere una metariflessione sull’impianto metodologico del nostro servizio ripercorrendo – nella sua storicità – l’evoluzione maturata nel corso del tempo, che ha tenuto necessariamente conto sia di quanto prodotto dalla comunità scientifica (si pensi, ad esempio, ai lavori avanguardistici del CISMAI sulla violenza assistita[1]) che delle importanti novità introdotte nell’ambito normativo di riferimento.

Cominciammo a gestire i primi incontri “genitore-figlio” agli inizi degli anni Duemila, spesso genericamente indicati dall’Autorità Giudiziaria come “da svolgersi alla presenza di un operatore”, rimanendo in un contesto operativo sfavorevolmente connotato da indefinitezza. Fu presto chiara l’esigenza di definire con crescente accuratezza l’ambito di intervento, la cornice delle mansioni a noi demandate, la tipologia di utenza.

L’esperienza ci portò al bisogno di acquisire conoscenze e competenze sempre più specialistiche relative alle casistiche incontrate e, nel 2007, alla costituzione dello Spazio Neutro: un setting che non rappresenta solo una soluzione operativo-logistica ma anche e soprattutto una risposta professionale qualificata atta a garantire l’esercizio del diritto di visita e di relazione al genitore non collocatario (o altre persone affettivamente significative) e ai bambini, in un luogo terzo e in un tempo definito, attraverso la gestione di incontri finalizzati – laddove possibile – a sostenere la costruzione, la ricostruzione o il ripristino di una relazione tra essi, compromessa da vicende che hanno determinato una grave e profonda crisi familiare.

Nel tempo abbiamo anche maturato la consapevolezza di cosa non deve rappresentare lo Spazio Neutro, promuovendo costantemente una visione integrata e non “aggregata” degli interventi e una chiarezza dei vari ruoli (e confini) professionali coinvolti a vario titolo.

L’intervento, inquadrato in un contesto strutturalmente regolato e regolante, è caratterizzato da una valenza coattiva e si esplicita nel supporto alle funzioni genitoriali attraverso un flusso trasversale che comprende necessariamente quattro componenti interdipendenti:

  • l’osservazione della relazione (secondo i parametri “cosa”, “come”, “quando” osservare),
  • la facilitazione della relazione,
  • la mediazione della relazione,
  • il controllo della relazione.

Lo Spazio Neutro si pone come elemento terzo e equidistante rispetto alle parti, facendo però proprio l’assunto della centralità del minore e del suo superiore interesse che concretamente, nella pratica operativa, richiede un attento, fattivo e continuo posizionamento teso primariamente alla tutela e alla salvaguardia psico-fisica dei bambini e delle bambine, oltre che alla promozione della qualità della relazione diadica.

Lo Spazio Neutro si inserisce tipicamente tra le fattispecie di disposizioni previste nell’ambito di procedimenti civili e minorili che presentino allegazioni di violenza domestica.

Nella nostra esperienza, a titolo esemplificativo, la motivazione per cui viene richiesto un incontro protetto è, nel 40% dei casi, per violenza assistita e nel 33% per forme di maltrattamento e abuso sul minore[2].

In considerazione di questa specifica casistica, dovrebbero rimanere fermi e centrali i seguenti aspetti affinché un incontro protetto sia realmente “protettivo”:

  • la predisposizione degli opportuni interventi preparatori e non stereotipati[3], funzionalmente propedeutici all’avvio degli incontri,
  • l’adozione di tutte le misure di cautela per il minore e di tutela del minore,
  • l’attenzione ad evitare situazioni di vittimizzazione secondaria,
  • la disposizione ad interrogarsi e ad accertare tempestivamente e fattualmente la motivazione di un eventuale rifiuto del minore ad incontrare il genitore,
  • la considerazione del bilanciamento tra il diritto alla bigenitorialità e i diritti fondamentali del minore (alla salute, alla sicurezza, alla libertà di autodeterminazione), riconosciuti quest’ultimi come preminenti rispetto al primo.

La Commissione parlamentare di Inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere[4] ha preso in esame, attraverso una ricerca campionaria nei tribunali ordinari e minorili italiani, oltre mille procedimenti giudiziari, comprensivi anche dei provvedimenti de potestate e delle disposizioni in tema di diritto di vista, mettendo in luce il marcato rischio di vittimizzazione secondaria, stigmatizzata dalla Convenzione di Istanbul[5].

In tal senso recepiamo le indicazioni contenute nella Raccomandazione n. 7 delle Linee di indirizzo elaborate da CISMAI[6] che recita “E’ importante che i familiari adulti interessati comprendano l’obiettivo principale dello Spazio Neutro, cioè il ripristino di adeguate relazioni affettive tra il minore e l’incontrante in condizione di protezione e tutela”. Ovvero, nella preliminare chiarezza di intenti, gli incontri avvengono nel presupposto di comprensione e adesione al progetto da parte degli adulti interessati e nella imprescindibile consapevolezza che il minore si colloca al centro degli interessi.

Tali recenti Linee di indirizzo vanno a colmare una significativa lacuna in tema di gestione degli Spazi Neutri, fornendo dei riferimenti comuni ai servizi per il diritto di visita e di relazione, intesi come luoghi fisici attrezzati e spazi specificatamente dedicati, dotati di un’organizzazione e di una metodologia strutturata, gestiti da personale qualificato dedicato.

Coerentemente a quanto da queste espressamente previsto, grazie al Progetto DREAM, abbiamo:

  • implementato una formazione continua in favore del gruppo di lavoro sui temi dell’abuso e maltrattamento infantile e sulla genitorialità,
  • incorporato nel gruppo di lavoro la figura del mediatore linguistico-culturale, precipuamente dedicato, specializzandolo in base alle caratteristiche contestuali del servizio (tenuto conto che l’utenza straniera rappresenta il 50% dei casi[7]),
  • dato luogo ad una supervisione congiunta tra lo Spazio Neutro e il Servizio Sociale Area Tutela,
  • rafforzato la collaborazione sinergica multidisciplinare e interdisciplinare a livello territoriale con i servizi sociali, i servizi sanitari specialistici, il centro antiviolenza, il centro per gli uomini maltrattanti,
  • favorito le occasioni di confronto metodologico e di definizione di buone prassi.

All’esito di queste ultime, l’intervento nell’ambito dello Spazio Neutro integra gli elementi di osservazione con i fattori di rischio e di protezione della situazione assumendo un ruolo pro-attivo, non limitandosi ad una mera osservazione ma – quando sussistono le condizioni – accompagnando, sollecitando e supportando il genitore in un percorso teso all’acquisizione di una maggiore consapevolezza del proprio ruolo genitoriale, purché in rapporto sostanziale alla salute attuale e futura del figlio.

Tenuto conto che una criticità è rappresentata dal rischio di percorsi che si protraggono per lunghi periodi, favorendo così l’incancrenirsi delle dinamiche, l’esito periodico dell’osservazione deve contribuire a fornire alle figure preposte gli elementi per la definizione di eventuali traiettorie evolutive del progetto, considerando primariamente

  • la sicurezza psico-fisica del minore,
  • le modalità più opportune e dei tempi più congrui nell’interesse del minore,
  • il coinvolgimento attivo del minore.

 

[1] C.I.S.M.A.I. (2000), Commissione scientifica sulla violenza assistita, Violenza assistita, in Il Raccordo, Bollettino del Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia, anno 3, n. 6, Milano.

[2] Alice Cooperativa Sociale (2022), Report Spazio Neutro di Prato.

[3] Si richiama in tal senso l’Ordinanza n. 28723/20 del 16/12/2020, Cassazione Civile, I Sezione.

[4] Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere, (2022), Relazione sulla vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l’affidamento e la responsabilità genitoriale.

[5] Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, (2011), ratificata dall’Italia con la legge n. 77/2013.

[6] C.I.S.M.A.I., (2023), Commissione Scientifica sugli Spazi Neutri, Linee di indirizzo nazionali sui luoghi neutri.

[7] Alice Cooperativa Sociale (2022), Report Spazio Neutro di Prato.

 

 

Foto di copertina di Michal Jarmoluk da Pixabay.

Regioni

Ti potrebbe interessare

Giuseppe Aversa al convegno CROAS Toscana: “Riconoscere e prevenire la violenza istituzionale”

di

Che cos’è il maltrattamento istituzionale e come si manifesta nei confronti di bambini e bambine, ragazzi e ragazze? Cosa possono fare gli...

Il lavoro educativo con l’ausilio del cavallo

di

Una citazione di Helen Thomson recita “Nel montare un cavallo, noi prendiamo in prestito la libertà”. Vi sono molte evidenze in letteratura...

In memoria di Anna Costanza Baldry, appuntamento a Firenze il 9 marzo

di

Giunge alla sua seconda edizione il Premio Anna Costanza Baldry per tesi di laurea sulla violenza e il maltrattamento nei confronti di...