Anarkikka. La violenza assistita in mostra

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Anarkikka - Violenza assistita Questa vignetta fa parte della mostra “Violenza assistita” realizzata da Anarkikka nel 2016 e da allora esposta in numerose città italiane. Stefania Spanò, in arte Anarkikka, è autrice, attivista femminista, illustratrice, vignettista. I suoi progetti illustrati raccontano di diritti negati, ponendo l’accento in particolare sulla condizione delle donne e sulla violenza di genere, utilizzando l’ironia per mettere in luce discriminazione e stereotipi.

Con la mostra itinerante ‘Violenza assistita’ Anarkikka ha diretto il suo sguardo alla condizione dell’infanzia e in particolare al trauma subito dai minori in situazioni di violenza domestica, dove possono trovarsi ad assistere alla violenza subita dalle loro madri.

“Occuparsi di violenza, di violenza domestica, non può prescindere dal pensare ai minori. Buona parte delle storie che raccontano di uomini che agiscono violenza sulle compagne, ci dicono anche di bambini e bambine coinvolti. Figlie e figli traumatizzati, anche quando non direttamente colpiti dai soprusi”, spiega Anarkikka.

“Assistere alla violenza sulle madri, percepirne e viverne gli effetti, crea traumi in tutto simili a quelli di chi la violenza la subisce, disturbi a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale. Può causare stress, depressione, difficoltà scolastiche, bassa autostima e, sul lungo periodo, c’è il rischio di sviluppare comportamenti violenti in età adulta. I piccoli e le piccole finiscono spesso, poi, col portare con sé forti sensi di colpa perché impotenti e incapaci di proteggere la madre”, aggiunge Anarkikka.

Come adultə, come comunità abbiamo una responsabilità grande verso chi non è in grado di proteggersi. Sottovalutiamo il portato di queste situazioni, spesso, anzi, consideriamo gli uomini violenti comunque padri all’altezza, scindendo la relazione padre/madre da quella padre/figlio-a, come se non si trattasse invece dello stesso uomo incapace di relazioni sane e che ha un’idea di famiglia come di una ‘cosa propria’, un bene di cui è proprietario e signore”.

“Io questa responsabilità la sento tutta e tento di dare il mio contributo con gli strumenti a mia disposizione come autrice, come attivista, come femminista”.

In questo contesto socio-culturale Anarkikka interviene con il linguaggio che le è proprio, quello delle immagini. “Le immagini hanno sempre una grande potenza comunicativa. Mostrano le cose e arrivano immediate e dirette”, spiega. “Le illustrazioni hanno la forza di arrivare alle persone con garbo anche quando il racconto è fortemente disturbante o pone interrogativi duri. In questo caso, e più in generale per i temi di cui mi occupo, il tentativo è di avvicinarsi con rispetto a chi legge. Sia a chi potrebbe essere direttamente coinvoltə dal tema, sia a chi si vuole informare”.

“Trattare temi sensibili con sensibilità è per me imprescindibile, è questione di empatia. Il disegno offre a me e a chi ne fruisce questa possibilità. In più, il disegno è un mezzo che permette un dialogo con persone di varie età, non solo adulte”, conclude Stefania Spanò.

Per scoprire il lavoro di Anarkikka: Smettetela di farci la festa. Di discriminazioni in genere, People Editore (2021) è il suo primo libro, che raccoglie una selezione di immagini e testi con cui ha raccontato la condizione delle donne.

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