L’arte che educa e fa poesia
di DOORS
“Può sembrare un casino di colori, di tanti oggetti, uno accanto all’altro, ma per me è poesia”. Intorno a Viola c’è uno spazio di strumenti musicali, di oggetti che aiutano a far crescere la sua creatività e davanti a lei – tramite una webcam – alcune persone che la ascoltano. Viola è una delle tante ragazze e ragazzi che martedì 18 gennaio, hanno raccontato il Presidio educativo Spazio Arteducazione Milano. Un’iniziativa nata nell’ambito di DOORS – porte aperte al Desiderio come OppOrtunità di Rigenerazione Sociale – un progetto coordinato da CIES Onlus e selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà minorile.
Martedì ragazzi e ragazze, famiglie, insegnanti, arteducatori e arteducatrici della Coop. Tempo per l’Infanzia hanno dato appuntamento alle Istituzioni per un racconto corale. Il racconto corale dell’Arte che educa, come sostiene la Pedagogia del Desiderio di Progetto Axé Brasile. Un racconto fatto alla dott.ssa Sabina Banfi – intervenuta da remoto in rappresentanza dell’Assessora all’Istruzione con deleghe all’Educazione e vicesindaco del Comune di Milano – e al Garante dei Diritti per l’Infanzia e dell’Adolescenza della città di Milano, Silvio Premoli.
Tra i ragazzi c’è chi è arrivato da poco da un altro Paese e sta imparando una nuova lingua, chi ormai sente quello spazio come una seconda casa. Chi è arrivato con un sacco di paure e le ha viste sparire pian piano. Chi lo chiama “le mie ali per volare”. Chi cita lo spazio per non solo per le arti visive, la musica e la danza ma anche come luogo per studiare.
Nel racconto corale c’è spazio anche per i genitori. La madre di Miro racconta che il figlio “desiderava suonare uno strumento. Abbiamo girato molti posti. Oltre i costi esorbitanti -come se la cultura fosse un privilegio e non un diritto – abbiamo trovato molto spesso competizione tecnica e mancanza di condivisione di cultura, e di vita”.
L’insegnante dell’I.C. Calvino, ribadisce che “gli arteducatori ci danno competenze che noi a volte non abbiamo, e ci servono. Non avremmo affrontato e spesso risolto alcuni problemi senza il confronto con loro”. Le fa eco la dirigente delll’Istituto Calvino “Portiamo l’arte e non lasciamo la scuola al solo tecnicismo”
Martedì, lo Spazio Arteducazione ha aperto le porte di tutte le sue unità artistiche, della musica, della danza e delle arti visive, oltre all’unità linguistica che accoglie minori neo arrivati in Italia o che stanno facendo i primi passi nella lingua italiana. Gli ospiti sono stati accompagnati in un vero e proprio tour per assistere ad un pomeriggio di arteducazione al presidio. Un’occasione per incontrare i ragazzi, fare domande, ascoltare canzoni, racconti. Un racconto corale, che sembra un casino di colori, ma che è casa, poesia e crescita, per continuare ad immaginare futuro con i ragazzi e le ragazze, con il Comune di Milano, le scuole, le famiglie: per riconoscersi, ancora, comunità educante.
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