L’ultimo ritrovato
di Exodus
La ricerca “uno ad uno” dei ragazzi “fuoriserie” di Exodus Assisi ai tempi della didattica a distanza in quarantena da Coronavirus… fino all’ultimo ritrovato, Pietrino il Boss
Si dice così quando si fa riferimento ad una nuova scoperta, o a un nuovo farmaco, o a qualsiasi altra cosa che arrivi a risolvere una necessità.
Ma facciamo un passo indietro, a quel giorno in cui ci siamo salutati urlanti all’uscita da scuola senza sapere che non saremmo più rientrati, lasciando la nostra aula “fuoriserie” disordinata come sempre: fogli sparpagliati, disegni, pennarelli senza tappo, impronte di colore anche sul soffitto, la mappa sull’Illuminismo firmata “Pietrino il boss” e lo scheletro di carta con scritto: “ullna, craino e vran braccio”.
Il “boss” in realtà è minuto, con le scarpe sproporzionate rispetto alla sua magrezza; ha sempre alternato momenti di totale disinteresse per la scuola violando tutte le regole possibili a momenti in cui si è appassionato, anche troppo, come quando preso dall’entusiasmo raccontò -durante un’interrogazione e senza stare fermo un solo istante – che in America, durante il periodo della tratta degli schiavi, gli uomini venivano venduti al “mercato dell’usato”.
Oggi la didattica si è reinventata con le lezioni a distanza e i ragazzi si sono organizzati con computer, cuffie e microfoni spaziali, linee internet illimitate e perfino interrogazioni voti e verifiche. Ma non per tutti.
Sin dal primo momento abbiamo capito che non era solo un problema di didattica, perché i “nostri fuoriserie”, quelli che a scuola un po’ studiano, solo un po’, ma per il resto parlano, si arrabbiano, giocano, si innamorano, ci mostrano i pugni quando insistiamo sugli impegni, ci chiedono una merenda in più perché hanno sempre fame, questi non solo non avevano i mezzi di accesso, ma non si trovavano nemmeno più.
I ragazzi andavano cercati, raggiunti, “scovati” là dove si erano nascosti, ma i numeri di telefono inesistenti e i contatti oscurati dalla privacy hanno reso lunga e complessa questa ricerca.
Poi uno ad uno li abbiamo ritrovati su Instagram, con molta pazienza, e proprio a partire da questa formula: uno ad uno. Però mancava quel “Pietrino il boss”, quello della mappa firmata e del mercatino dell’usato.
Rimaneva un’ultima possibilità, quel gioco tanto contestato e guardato con lecito sospetto: “Fortnite”.
“L’ultimo ritrovato”, l’idea paradossale che andava contro ogni presupposto educativo e forse anche contro quell’etica della relazione su cui abbiamo costruito tutti i nostri progetti.
Però alla fine l’abbiamo ritrovato, l’ultimo, il boss, che ieri ha iniziato a comunicare e ha scritto “Visto mi sono svegliato presto. Ma ame nn me fa scaricare più le app anche i giochi nn so perché infatti devo anda quelli che quadrano i telefoni ma nn posso andacce che ce il corona viruss e adesso che facciamo”
Sì è lui, inconfondibile. Adesso ci siamo tutti.
Barbara, Educatrice Responsabile Polo Exodus Assisi
Ti potrebbe interessare
SCUOLE CHIUSE E CUORI APERTI
di Exodus
Il laboratorio sulle emozioni degli adolescenti dell’IPSC Polo-Bonghi di Bastia Umbra, raccontato da Maria, educatrice del Polo Exodus di Assisi del Progetto...
IL TEMPO DELL’EDUCAZIONE NON FORMALE
di Exodus
La riflessione su dad, scuola, comunità educante del Responsabile di Exodus Cassino, presidio educativo del Progetto Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie, perché al centro...
I PROF TORNANO SUI BANCHI DI SCUOLA
di Exodus
L’esperienza di formazione per docenti del Polo Educativo di Cassino, all’interno del progetto della Fondazione Exodus “Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie”, selezionato dall’Impresa Sociale...