L’insegnante di scuola media: un insegnante di frontiera

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25/09/2023

La frontiera in cui si trova ad operare l’insegnante di scuola media è duplice: da una parte si confronta con una età (quella degli studenti/studentesse di 11-14 anni), caratterizzata dal passaggio dall’infanzia all’adolescenza e particolarmente soggetta a cambiamenti, turbolenze e ambivalenze; dall’altra, la stessa collocazione della scuola “media” all’interno del sistema scolastico richiama l’idea di un qualcosa che oscilla tra un prima e un dopo (tra primarietà e secondarietà), alla continua ricerca di una propria identità istituzionale e educativa.

È una professionalità continuamente sollecitata a confrontarsi con una serie di sfide:

  • gli studenti dimostrano una maggiore propensione all’autonomia, al rischio, alla ricerca di legami forti con i pari, alla loro approvazione e al desiderio di fare gruppo. In questa fase di crescita la passione, la curiosità e la voglia di esplorare lo sconosciuto costituiscono dei vettori che, se adeguatamente intercettati, possono fortemente influenzare in modo positivo i processi di apprendimento;
  • la scuola media può dare specifiche risposte ai bisogni di crescita dei ragazzi/ragazze se riesce a promuovere la loro autonomia affinché imparino a ragionare e trovare da soli le soluzioni, a individuare strategie per svolgere il lavoro e a valutare il proprio compito. Ciò implica alcune strategie educative imperniate su: stimolare l’apprendimento tramite il dialogo e il confronto; incoraggiare il ragionamento; accogliere l’errore e farne oggetto di analisi; sollecitare la riflessione su come si è giunti a una soluzione; stimolare la formulazione di un giudizio o di un’opinione; porre temi che sollecitino la discussione e la conversazione tra studenti.

Lavorare in questo settore è un’impresa faticosa, ma può rivelarsi molto gratificante sul piano professionale se si riesce a costruire un clima di classe adeguato: sul piano pedagogico (attenzione alla lezione, partecipazione attiva e interesse per le attività proposte); sul piano emotivo (relazione tra insegnante e studenti, atmosfera serena, studenti liberi di esprimere le loro opinioni, vicinanza emotiva e scambi comunicativi positivi tra studenti e insegnanti).

 

Mario Maviglia, già Dirigente Tecnico MIUR e Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia

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