Orientamento? Sì, grazie

di

“Il primo Pon che ci piace”

“A quando il prossimo incontro?”

“Posso portare un amico?”

“Grazie”

“E’ stato bellissimo”

Queste alcune delle frasi che hanno caratterizzato le attività dell’azione Tutte le strade portano a scuola con le operatrici della Fondazione “L. e D. Siciliani” di Cirò Marina e gli studenti delle classi seconde, della scuola second aria di primo grado , I.C. G.T. Casopero, per il progetto “Crescere in Calabria” finanziato dall’ Impresa Sociale Con I Bambini.

Lo scopo dell’azione è stato quello di aiutare i ragazzi a voler fare una scelta consapevole nel passaggio dalle scuole medie agli istituti superiori.

Il territorio di Cirò  Marina è caratterizzato da un forte tasso di dispersione scolastica, in quanto i giovani, molto spesso, sono attratti da ambiti completamente in antitesi con la scuola.

Il progetto finanziato all’interno del bando Adolescenza del Fondo di contrasto alla povertà educativa è stata una grande opportunità, hanno dichiarato le docenti tutors. Ha permesso, infatti, di rompere gli schemi scolastici e far vivere ai ragazzi nuove esperienze.

I giovanissimi partecipanti, hanno sottolineato più e più volte che finalmente c’è qualcuno attento alle loro richieste. «Non è il solito Pon» una delle tante frasi che risuonavano periodicamente negli incontri che si tenevano a scuola, anche se si ripeteva che non era un Pon (progetto operativo nazionale finanziato con fondi UE dal Miur). E ancora… “Ma davvero ci concedete una partita a pallone?” “Ma davvero giocate con noi?” “Posso chiamarti per nome? Wow”.

 

Abbiamo alternato momenti ludici a momenti di confronto e apertura emotiva. I ragazzi attraverso il disegno, il gioco, le interviste si sono potuti conoscere meglio e hanno potuto esprimere ciò che di più intimo avevano dentro.

L’ intento nostro, così come lo scopo dell’azione, era quello di sostenerli e guidarli nella scelta degli Istituti Superiori, in realtà, ci siamo trovate dinanzi a ragazzi e ragazze che avevano voglia di giocare insieme, ragazzi e ragazze che avevano voglia di esprimere i disagi che vivono in una fase particolare di passaggio della loro vita.

Genitori che spesso non ascoltano perché troppo occupati, mille attività che si realizzano solo perché per gli altri è giusto così. Magliette indossate perché altrimenti “sembro poco fashion”.

Questo, il malessere vissuto da adolescenti che dinanzi ad un’uscita didattica presso una cantina del territorio si sono imbarazzati e sorpresi a vedere una catena di montaggio fatta di uomini che cooperano per un fine ultimo.  “Ma veramente è utile fare il contadino che zappa la terra?” “Fondamentale”, la risposta del responsabile. “Io a papà, lo prendo sempre in giro, stasera gli dirò bravo”.

Ecco, quando un semplice progetto, diventa vita. Quando un semplice progetto permette di ascoltarti e guardarti dentro e toglierti tutti quelli stereotipi di cui ti vesti solo per piacere agli altri.

Articolo a cura di Celeste Sirianni della Fondazione “L. e D. Siciliani”

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