Piccoli stimoli possono cambiare la realtà: la Vicesindaca Ferrari e l’assessora Difino ci raccontano l’esperienza di None

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La vicesindaca Laura Ferrari e l’assessora Paola Difino ci parlano dell’esperienza di Community In Action a None dal punto di vista/come portavoci di un’amministrazione molto partecipativa in senso concreto, attenta in particolare all’integrazione sinergica tra diverse realtà attive sul territorio per creare una comunità condivisa.

None: com’è la città?

È un piccolo paese del Torinese che conta più o meno 7mila abitanti, dove si conoscono i propri vicini insomma. Le attività e industrie nel tempo sono state chiuse e molte persone sono perciò rimaste senza lavoro che ha creato una realtà sociale particolare a cui si è aggiunto l’alto tasso di disabilità maggiore della media, soprattutto nelle nuove generazioni. A livello territoriale e comunitario si deve perciò costruire una realtà su misura al contesto studiata sulla capillarità del coinvolgimento su questi temi che include non solo l’amministrazione comunale che organizza attività di supporto, ma anche la scuola e le famiglie e per questo Community in Action è sembrato un progetto calzante.

Come è cominciata la collaborazione con Acli? Quali attività sono state svolte?

Abbiamo già collaborato spesso con il circolo Acli “Arca di Nonè” per altri progetti, quindi è stato naturale intavolare una progettualità a lungo termine che riguardasse tutta la comunità e il suo spazio condiviso. Le attività sono state varie: coprogettazione di Lving Street None, corsi di lingua e di genitorialità e le due Estate Ragazzi

Cos’è stato Living Street per None?

Un luogo di incontro della comunità nelle sue diverse realtà all’interno di uno spazio di progettazione condiva operata dai ragazzi per tutti. Un’occasione di responsabilizzazione e apertura verso uno spazio fisico e di coscienza condivisa. La festa finale ha concluso l’anno 2021 con un momento di condivisione con i genitori coinvolgendo anche il progetto Neon (rivolto alle superiori) ed Extratime 3 creando un dialogo tra progetti e una comunità aumentativa che collabora nella creazione di possibilità di incontro e condivisione.

Qual è stato il punto di forza di Community in Action?

La riattivazione di aggregazione e confronto tra i membri della comunità. Community In Action è stato un progetto che ha dato nuova forza in questo senso e in particolare è stato importante il contributo delle due Estate Ragazzi anche per la loro gratuità che ha dato la possibilità a famiglie in difficoltà di poter far incontrare i ragazzi in sicurezza dopo la reclusione dei lockdown.

Gli obiettivi sono stati raggiunti?

Le attività sono state tutte ben organizzate e da parte dei ragazzi c’è stato molto entusiasmo nel parteciparvi. La difficoltà maggiore è stata nel coinvolgimento di più persone: l’interesse è stato stimolato su alcune famiglie che hanno avuto una presenza costante nelle attività di anno in anno, ma agli incontri i genitori erano pochi anche se molti entusiasti e tutto è avvenuto solo con il passaparola, nonostante anche le condivisioni sui canali ufficiali anche social. Piccoli stimoli possono cambiare la realtà, ma bisogna avere il coraggio di andare oltre il numero e partire da qui, dal piccolo. C’è una voglia di leggerezza, ma anche un bisogno di contenuto per ragionare insieme.

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