Quando l’ABA “va girenne”

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Lo avevamo anticipato,  durante questo terzo e ultimo (sigh!) anno a noi dell’Omphalos capiterà spesso di fare bilanci, guardarci indietro, pensare e ripensare.

Perché lo facciamo e lo faremo?

Semplice: perché siamo così felici della strada che abbiamo fatto e di quanto siamo cambiate andando.

In realtà non è esattissimo dire che siamo cambiate, è successa una cosa misurabile e la misura del comportamento, si sa, per l’ABA conta.

Quando abbiamo iniziato a progettare i nostri laboratori eravamo entusiaste perché le attività che potevamo fare erano tante, diverse e tutte utili alla crescita dei nostri bimbi e gli spazi del BeBlu ci sembravano grandi abbastanza da poterle contenere.

I laboratori sono partiti e la risposta è stata incredibilmente positiva e così abbiamo iniziato a fantasticare: e se tutto questo lo facessimo fuori?

Al mare, in palestra, al supermercato, al parco, in treno, allo zoo, nella lavanderia a gettoni, dal pizzicagnolo, al bar, al museo del mare, in biblioteca, in piscina?

Se i nostri bambini andassero a prendersi, baldanzosi, gli spazi della città e insieme cominciassimo a dare il nostro contributo per costruire al fine la comunità educante?

Gli occhi a cuore sono durati poco, i risultati delle fantasticherie non si possono misurare e allora abbiamo cominciato a telefonare, a fare sopralluoghi, a cercare nuovi spazi, certe che l’ABA doveva “ire girenne” (andare in giro), come si dice dalle nostre parti.

Chi va girenne, va in giro anche così, senza un vero scopo, per perdere tempo.

E pensate che conquista per un bambino autistico e la sua famiglie ire girenne: avere finalmente il controllo sull’ambiente che ti permette di distrarti un attimo, di fermarti a godere di quello che ti circonda, anche se c’è tanta gente, anche se c’è la musica alta, le luci sparate, troppo rumore.

Il rumore già! Che emozione dà scoprire che rumore fa la felicità.

A noi sta succedendo, ma lo diciamo sottovoce.

 

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