La piattaforma di dialogo e confronto di ComBo! è partita: come è andato il primo incontro?

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Il primo incontro ufficiale della Piattaforma si colloca come il prosieguo di un lavoro preparatorio di confronto e allineamento del partenariato sull’impostazione del progetto ComBo!.

Come da accordi tra i partner, il primo incontro viene impostato e facilitato da Archilabò, e verte su alcuni argomenti trasversali che forniranno il filo conduttore per gli incontri successivi, gestiti ognuno da un partner diverso e pensati per essere analitici e verticali sull’ambito di riferimento specifico del singolo partner.

L’incontro si apre sul tema delle famiglie nella comunità educante, scelto dal partenariato come tema centrale dell’intero progetto: ogni azione, compresi gli incontri della Piattaforma, lo vedranno come focus di riferimento. 

Il confronto del primo incontro verte su alcuni temi trasversali, con l’obiettivo di proporre una struttura comune che, a prescindere dagli argomenti specifici e dagli ambiti di intervento dei partner, fornisca una prospettiva, rappresenti uno strumento di analisi e aiuti a definire le finalità delle azioni.

I temi trasversali sono:

Inclusione

L’inclusione sociale è l’orizzonte di riferimento del progetto ComBo! e, più specificamente, si declina come partecipazione delle famiglie alla vita di comunità. Tramite la proposta di un modello di welfare culturale e comunitario, tra gli obiettivi di ComBo! emergono:

  1. il coinvolgimento attivo delle famiglie;
  2. il consolidamento della rete territoriale;
  3. la promozione del benessere della (e nella) comunità.

 

L’inclusione sociale si compone di tanti tasselli tra cui, per esempio, l’inclusione scolastica, ambito di riferimento principale di Archilabò. In questo senso, quello dell’inclusione è un concetto in divenire: fino a un decennio fa la normativa parlava di integrazione degli alunni con disabilità, muovendosi chiaramente in un orizzonte dicotomico di normatività. Oggi l’inclusione scolastica è un concetto molto più ampio che valorizza, anziché penalizzare, le diversità. Gli studi più recenti arrivano a mettere in discussione il termine stesso di inclusione, nell’ottica di allargare ancora di più l’orizzonte di senso e superare definitivamente l’opposizione concettuale tra ciò che è normale e ciò che è speciale.

Un altro tipo di inclusione su cui si invita alla riflessione è quello linguistico: il linguaggio inclusivo è spesso al centro dell’attenzione pubblica; ma, anche in questo caso, occorre forse interrogarsi sul tipo di target a cui ci si rivolge. In particolare, il partenariato riconosce tra i limiti dei progetti realizzati dal terzo settore l’utilizzo di un linguaggio settario e poco comprensibile da alcune fasce della popolazione con svantaggio linguistico o culturale, che spesso sono proprio le fasce che si spera di coinvolgere e ingaggiare.

Si manifesta, pertanto, la volontà di adoperare un linguaggio meno settario e più attento alle necessità dei target di riferimento, in modo da favorire la comprensione delle attività e l’ingaggio.

Digitale

Se nel best scenario il digitale rappresenta senza dubbio uno strumento di inclusione (come ad esempio nell’ambito scolastico e dell’apprendimento per gli studenti con bisogni educativi speciali), spesso nella realtà delle cose allarga il divario sociale a causa del digital divide. Questo può manifestarsi principalmente in due modi: la mancanza di accesso alle tecnologie materiali (pc, accesso a internet, ecc.) e la scarsa competenza in materia di cittadinanza digitale (dall’utilizzo del fascicolo sanitario elettronico all’utilizzo degli strumenti online per l’iscrizione al nido dei bambini e delle bambine).

Nel caso di ComBo!, il digitale è uno strumento fondamentale per l’accesso alle opportunità, il reperimento delle informazioni e quindi l’ingaggio delle famiglie. 

La piattaforma ha quindi l’opportunità di fare una critica ragionata sull’uso che fa dello strumento digitale, anche in relazione all’integrazione linguistica appena discussa.

In generale, si predilige un approccio onlife, cioè integrato della dimensione reale e di quella virtuale, in cui la comunicazione passa per diversi canali e le persone fisiche ricoprono un ruolo fondamentale di guida e mediazione tra il target di riferimento e il mezzo digitale.

Ingaggio

L’ingaggio dei nuclei familiari, ossia il loro coinvolgimento nelle attività della comunità educante (inteso sia come partecipazione che come co-progettazione) è cruciale per il progetto ComBo!.

In questo senso, è bene tenere presente alcune risorse sul territorio, come i centri per le famiglie, con cui esplorare possibili collaborazioni.

Sul tema ingaggio, inoltre, Archilabò presenta una proposta operativa per investire maggiormente sul coinvolgimento dei gruppi target: nell’ambito di una dimensione di ingaggio diffusa, in cui integrare gli strumenti analogici e quelli digitali, si propone di sperimentare pratiche di aggancio tramite figure professionali di prossimità.

Attraverso la mappatura di luoghi nevralgici e sfruttando tempi e luoghi di attesa (sale d’aspetto mediche, tempo in cui i figli svolgono attività sportiva, ecc.), le figure di prossimità facenti capo ai diversi partner potrebbero entrare in contatto con le famiglie – sfruttando momenti “vuoti” – e favorirne l’ingaggio attraverso materiali promozionali, dialogo informale, scambio di informazioni.

Il contatto diretto con figure ad hoc, integrato con la diffusione digitale delle informazioni, potrebbe contribuire notevolmente all’ingaggio delle famiglie, senza appesantirle.

 

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