Cittadinanza Neurodivergente: le prime azioni realizzate

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Sono iniziate nel mese di ottobre le riunioni tecniche dedicate al progetto

Continuano le attività di “CITTADINANZA NEURODIVERGENTE – reti distrettuali di partecipazione attiva”, tra i cui obiettivi vi è quello di sperimentare e validare un nuovo modello metodologico di individuazione precoce del disturbo dello spettro autistico tra i bambini da 0 fino a 6 anni di età.

Nel mese di ottobre, sono stati attivati sul territorio provinciale, incontri tecnici dedicati ad educatori, insegnanti, pediatri, professionisti del settore e a tutte le famiglie interessate a conoscere il progetto e approfondire le prime azioni realizzate.

Il primo incontro è avvenuto a Sarzana

Il primo incontro è avvenuto a Sarzana, nel distretto sociosanitario numero 19, quello della Val di Magra. Il 9 ottobre, nella Sala della Repubblica, presso la Pubblica Assistenza, ad ascoltare il prof. Paolo Cornaglia, ematologo, pediatra, presidente della Fondazione AUT AUT, il dottor Franco Giovannoni, direttore SSD Neuropsichiatria infantile ASL 5 e la dott.ssa Micaela Travaglini, pedagogista clinica del distretto 19 Val di Magra, erano presenti più di 50 operatori.

È stato un incontro interessante – racconta Mara Fazio, educatrice di COCEA e coordinatore del progetto ARCO, tra gli operatori presenti all’incontro- Oggi è difficile soprattutto capire come affrontare il problema. Si possono fare degli errori, come parlare con un genitore in un momento inappropriato, rischiando di perdere, in qualche modo, quello che può essere un contatto. Tra le parti più delicate e complesse vi è il rapporto con la famiglia. Molte volte non si sa come intervenire. Avere degli strumenti attraverso i quali poter rendere la famiglia operativa e protagonista in quella che può essere anche una presa di coscienza può essere importante”.

 

 

 

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