Cittadinanza Neurodivergente: continuano le attività di formazione e gli interventi a favore dei bambini

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Le psicologhe Nuzzo e Venti: “L’importanza del progetto risiede nel rendere gli insegnanti sempre più attenti ad individuare i segnali precoci. La tempestività è importante”

Continuano le attività del progetto “Cittadinanza Neurodivergente – reti distrettuali di partecipazione attiva”, dalla formazione, agli interventi realizzati a favore dei bambini. Oggi abbiamo intervistato due giovani professioniste: le psicologhe Maria Josè Nuzzo e Virginia Venti della Cooperativa I Ragazzi della Luna, parti attive dell’iniziativa.

Che attività state realizzando per il progetto Cittadinanza Neurodivergente?

“Abbiamo realizzato attività di formazione dedicate agli insegnanti dei nidi, delle scuole materne e delle primarie sia private che comunali del territorio spezzino. Gli incontri sono serviti a sensibilizzare gli educatori sul disturbo dello spettro autistico e a condividere l’idea dell’importanza di intervenire precocemente. I percorsi formativi hanno incluso anche la presenza della dottoressa Tosca, del dottor Giovannoni e del dottor Cornaglia”.

Avete riscontrato interesse da parte dei partecipanti?

“Certamente. Le insegnanti in particolare erano molto interessate a comprendere come identificare i bambini con eventuali difficoltà per riuscire poi a creare, fin da subito, una rete, oltre che alla modalità di comunicazione di questi segnali ai genitori”.

Dopo gli incontri di formazione qual è stata la fase successiva del progetto che vi ha visto coinvolte?

“La fase successiva è stata quella di identificare dei bambini che presentavano segnali precoci e in fase di valutazione e iniziare il nostro intervento”.

Come viene svolta l’attività nel vostro centro?

“l’attività consiste in colloqui con i genitori attraverso i quali conosciamo il bambino e in seguito la valutazione del bambino sia in un contesto individuale che eventualmente, di gruppo, a seconda dell’età. Questo ci permette di compilare ed elaborare un progetto di intervento personalizzato. L’intervento inizialmente si svolge individualmente ma poi comprende anche attività in piccoli gruppi e sul territorio”.

Qual è secondo voi il valore aggiunto di questo progetto?

“Sicuramente la possibilità di fare rete e la tempestività nell’individuazione di bambini che possano presentare sospetti di neurodivergenze. Più le insegnanti, infatti, sono in grado di riconoscere i segnali precoci, prima si riesce ad intervenire. L’importanza del progetto risiede nel rendere gli insegnanti sempre più attenti ad individuare questi segnali. La tempestività è importante.

Sono dieci anni che svolgiamo queste attività sul territorio. Siamo partiti da un piccolo gruppo di 5 bambini e siamo arrivati oggi, con tutti i centri della cooperativa, che si estende fino a Chiavari, ad averne circa 200. Oggi, con questo progetto, possiamo incrementare la rete e la collaborazione con le insegnanti e con ASL, espandendo queste attività anche in altre realtà e facendo scoprire l’importanza della diagnosi precoce”.

 

 

 

 

 

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