Anm e Polizia Postale insieme per sostenere un uso consapevole di internet

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Come fare i conti con l’ingiusta colpevolizzazione delle vittime di revenge porn? Perché oltre i giovani non vengono formati anche i genitori all’uso consapevole di Internet? E poi: come funziona la legge in Italia e come lavorano le Forze dell’Ordine sui reati compiuti online, che portano a confrontarsi con autorità e rappresentanti della legge di diverse nazionalità?

Un confronto trasversale e approfondito sui temi più caldi della socialità al tempo del digitale è andato avanti tra Anm-Associazione Nazionale Magistrati – Polizia Postale e ragazzi nella masterclass di IMPACT! alla quale hanno partecipato i ragazzi di Sedici Modi di Dire Ciao.

La presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati sezione distrettuale di Salerno Mariella Zambrano, il vicequestore aggiunto Nazaro Maisto della Polizia di Stato di Salerno e il Sostituto Commissario Roberta Manzo hanno condiviso la testimonianza, le loro esperienze e le loro competenze, offrendosi alle domande dei giovani tra i 18 ed i 30 anni che partecipano a questa sezione nella quale si confrontano sui temi di attualità dialogando direttamente con gli ospiti.

Dagli interrogativi dei ragazzi è emerso che le loro maggiori curiosità riguardano come abitare i tempi moderni, nei quali i principali problemi e i principali disagi dipendono dall’iperconnessione.  Ecco le domande sulla dignità della vittima e su come gestire la sua ingiusta colpevolizzazione, che a volte parte all’interno della famiglia. Domande alle quali gli ospiti hanno risposto parlando di strumenti di tutela della vittima come audizioni protette e percorsi di supporto psicologico. Strumenti che si uniscono alla sensibilità degli operatori che raccolgono la denuncia. E, come sempre, denunciare è la strada migliore.

Non sono mancate le provocazioni, come la domanda: “C’è tanta formazione sull’uso di Internet e dei social per noi ragazzi, ma perché non formate anche i genitori? Anche loro, spesso, pubblicano su Internet foto dei figli piccoli che li espongono all’attenzione di chiunque”.  La giudice Zambrano ha risposto spiegando come si privilegi la tutela dei bambini e la formazione dei giovani perché si tratta di generazioni in crescita che possono essere orientate ad un utilizzo più responsabile del web. Alla consapevolezza che esiste un gap generazionale per cui i genitori arrivano in ritardo sulla comprensione di alcune pratiche digitali, si è poi aggiunta la certezza che in questo percorso la scuola possa essere d’aiuto. Come accadrà, ha spiegato il Sostituto Commissario Manzo, lunedì 25 nell’incontro di formazione  che vedrà la partecipazione non soltanto dei ragazzi ma anche la comunità educante: insegnanti e adulti che accompagnano la crescita delle nuove generazioni potranno così arricchire le loro conoscenze sui rischi del mondo digitale.

Alla “cassetta degli strumenti” utile ad affrontare i problemi della rete, gli esponenti delle istituzioni hanno anche aggiunto una parte generale sul funzionamento della giustizia e delle indagini in Italia, portando ad esempio un caso di collaborazione internazionale tra Inghilterra, Italia e Stati Uniti che, dopo una serie di scambi attraverso Europol, l’organismo europeo di cooperazione internazionale della Polizia, ha portato ad arresti tra l’Italia e gli Stati Uniti. L’esempio ha rappresentato l’occasione per spiegare come nessuna attività illegale sul web sia al sicuro dagli strumenti utilizzati per le indagini, né il deep web né le app criptate.

Un incontro stimolante, dunque, conclusosi con questo saluto da parte del giudice e degli agenti: “È per noi un piacere tornare ogni anno perché questa è una platea molto consapevole e molto attenta. È stato interessante e stimolante confrontarci con le vostre domande“.

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