INSEGNA-MI: dialogo aperto tra “pari”

Stimolare un dialogo aperto al confronto e all’insegnamento tra ragazzi di diverse fasce d’età, consentendo loro di apprendere più rapidamente e in maniera innovativa e “sfidante”.

La “Peer to Peer Education” come metodologia applicata ai percorsi laboratoriali e, in specie, al laboratorio INSEGNA-MI.

Tutto ciò all’interno del Circolo Coriss-Imparando a Catanzaro (azione #10 del progetto Rete CEET Cultura, Educazione, Empowerment e Territorio).

Laboratorio che ha coinvolto, in piena pandemia, circa 20, fra ragazzi e bambini, di cui una buona parte con DSA e BES.

Le azioni attivate hanno avuto come punto cardine la pedagogia attiva, che ha consentito l’acquisizione di punti chiave come l’apprendimento tramite l’esperienza e il saper fare gruppo. I ragazzi sono stati inquadrati come protagonisti attivi del processo di apprendimento educativo. Ciò ovviamente è stato amplificato dalla metodologia applicata, prevista nello specifico dall’azione #10 (Contrasto alla dispersione scolastica), ovvero la Peer to Peer Education svolta tramite la Peer To Peer Tutoring.

Questa metodologia consiste in una modalità formativa che coinvolge gli studenti nell’insegnamento reciproco e che rappresenta una strategia formativa efficace per ridurre il rischio di abbandono scolastico all’interno di gruppi.

Una tecnica che riguarda il coinvolgimento dei ragazzi, come parte attiva della promozione della salute, e dei comportamenti a rischio in quanto informazioni, consigli e aiuti scambiati tra coetanei sono strumenti nella prevenzione dei comportamenti a rischio.

Attraverso la peer education applicata al progetto CEET si vuole promuovere la condivisione di informazioni, valori e comportamenti che avvengono tra persone della stessa età e/o appartenenti allo stesso gruppo sociale, mettendo in evidenza le emozioni e le competenze relazionali per una maggiore prevenzione.

La P2P EDUCATION ha esaltato le qualità dei giovani più brillanti, ponendoli come motori di cambiamento e prendendoli come un esempio per i loro coetanei. Il processo è avvenuto sotto il tutoraggio degli operatori e ha consentito di aumentare i rapporti di solidarietà tra giovani di età vicine.

Il Covid non ha vinto, e negli spazi del circolo, soddisfazione e piacevoli sorprese nel vedere innanzitutto un riscontro positivo da parte delle famiglie, ma soprattutto di poter vedere l’attiva partecipazione degli studenti, che vivevano la settimana CEET come un vero e proprio rituale e avevano voglia di questi momenti di dialogo.

Inizialmente i ragazzi erano abbastanza restii al dialogo e al confronto ma, con il passare dei giorni e con l’avanzare dei laboratori, hanno iniziato ad interagire di più tra di loro, esprimendo le proprie opinioni sulle tematiche di volta in volta affrontate.

Successivamente, si sono intavolati dei veri e propri confronti tra i ragazzi.

Le azioni messe in campo hanno consentito quindi un maggiore sviluppo delle competenze relazionali tra i ragazzi e hanno favorito il processo di apprendimento legato alle determinate tematiche trattate.

I ragazzi che ne hanno tratto maggiori benefici da questa metodologia sono stati i ragazzi con difficoltà di apprendimento ovvero i ragazzi con DSA e BES.

Ciò viene confermato dall’andamento scolastico degli studenti che sono stati tutti promossi con successo agli anni scolastici successivi.

Nelle difficoltà del “tutto chiuso per Covid”, un piccolo circolo educativo è riuscito a respingere il conformismo e la paura.

Un circolo, in circolo, alla pari!

Bambini, ragazzi, educatori: tutti insieme a dispensare fiducia, esperienze e competenze.

In “circolo” a condividere emozioni, contando gli uni sugli altri. Insegnando.