CHE CEET DI ESTATE!
di arciaps
La prima volta
Exauce, che vuol dire “esaudire” e che si pronuncia proprio come si legge, ha 16 anni e lo abbiamo conosciuto perché ha bisogno di un piccolo sostegno con l’italiano, soprattutto con quello scritto, ed è per questo ha cominciato a frequentare i laboratori del martedì e del giovedì per incontrare la “maestra” Chiara. Dalla prossima settiman
a invece, visto che di matematica è un drago darà una mano alla maestra Martina con i ragazzi delle medie che frequentano il laboratorio, che invece faticano con i numeri e le equazioni. A me chiama “Prof.” anche se io non sono un vero “prof.”, e mi piace come lo dice lui, con quella voce esile e musicale. Infatti canta e, nella sua solitudine che vive a Pescara, città ancora nuova per lui che è congolese, si cerca le basi su Internet e poi ci mette la sua voce sopra in un rap melodico e romantico. Sentire per credere! (https://www.youtube.com/watch?v=eIZE3CtEb7Q).
Martedì 20 luglio per lui è stata la prima volta in un teatro. Il suo primo spettacolo: “Corpi al vento”. L’occasione: il Festival vetrina di teatro per ragazzi “Palla al centro”, organizzato dal Florian Metateatro e l’Ente Manifestazioni Pescaresi.
Un’emozione solo in apparenza piccola, non per Exauce, che quella sera ha messo per la prima volta piede in un teatro; nè per me, che l’ho solo accompagnato e che mi è sembrato di fare una cosa grande, anche se poi di fatto sono state le due attrici sul palco a tenere veramente la scena.
Palla al centro
Un po’ al chiuso, nell’auditorium Flaiano, un po’ nel grande teatro all’aperto D’Annunzio, un po’ nella pineta in una cornice fiabesca e un po’ sotto l’obelisco, anche lui dannunziano a due passi dalla riviera si è svolto il Festival vetrina di teatro per ragazzi “Palla al centro”. I 18 spettacoli della rassegna si sono rincorsi dalla mattina alla sera dal 20 al 23 di luglio. 4 giorni di spettacoli nei quali grazie al progetto Rete CEET tante persone hanno potuto godere di tanti momenti speciali, forse per qualcuno indimenticabili.
Ai 5 spettacoli in cui siamo stati coinvolti sono venuti complessivamente 22 ragazzi e 10 adulti accompagnatori, nonni e genitori. Un totale di 51 biglietti staccati (qualcuno è venuto a vedere più di uno spettacolo!).
Prima di “andare a teatro” abbiamo fatto un laboratorio propedeutico di teatro con l’attrice Flavia Valoppi, anzi due: uno con i bambini delle elementari, a cui hanno partecipato 15 tra ragazze e ragazzi; e uno per i più grandi. Gli studenti delle scuole secondarie erano in 9.
Tanti sorrisi e tanto teatro vissuto in un festival vero, di quelli con le cartelline, i biglietti, i pass e soprattutto con quella magia che si crea quando c’è qualcuno che sta in scena e recita e qualcuno che guarda: e dei mondi nuovi si cominciano a immaginare.
Musica maestro
Un mesetto prima, il 22 giugno ad un altro festival teatrale Pescarese che si chiama “Funambolika” Achille è venuto a vedere lo spettacolo “The black blues brothers” con i suoi cuginetti. All’uscita… saltavano davvero di gioia!
Poi Achille ha cominciato a seguire un’altra attività dell’estate CEET, il lab di musica col maestro Mucci, impegno fisso da giugno a fine agosto, tutti i martedì e i giovedì, dalle 15:30 alle 17:00.
Ai ragazzi del corso abbiamo messo un piffero in mano e pronti-via abbiamo cominciato a suonare. Se si sente parlare il maestro Mucci del flauto irlandese, non del piffero, gli si illuminano gli occhi e ad ogni incontro, a un certo punto, quando il maestro si mette a suonare liberamente, ci sembra a tutti di essere a un piccolo-grande concerto. E’ incredibile come grazie a quel flautino, che si chiama “whistle” per la precisione, in un battibaleno si venga catapultati in un’altra dimensione di gnomi, fate e boschi. Il concerto prosegue quando i 10 ragazzi musicisti in erba cominciano loro a suonare, beh… questi momenti di prove, sbagli e tentativi forse non sono proprio un concerto, ma il maestro ci crede, e anche i ragazzi.
Compiti e non solo
Dal lunedì al giovedì per tutta l’estate invece al circolo Arci Atelier010 si studia. Italiano, inglese e matematica. Si fanno un po’ i compiti delle vacanze, i ragazzi più grandi recuperano nelle materie in cui fanno un po’ più fatica e un gruppetto ha iniziato a parlare le prime parole in inglese. E c’è anche, Exauce, ovviamente, e altri ragazzi come lui che non avrebbero problemi a scuola, se non per qualche difficoltà naturale con l’italiano scritto.
Non sempre è facile stare sui libri, è estate e fa anche molto caldo, ed è per questo che più che “doposcuola”, noi preferiamo chiamarlo Laboratorio Scuola, perché tutti i giorni uno spazio per il gioco e per gli esperimenti è necessario per staccare un po’ il cervello, e per far divertire tutti. La scuola d’altra parte, non è una cosa sola.
Un astuccio di emozioni
Rabbia, Tristezza, Felicità e tutte le altre… Le emozioni non sono cosa facile da maneggiare, a tutte le età. Da fine giugno a fine luglio, insieme alla psicologa Chiara Maddalena 6 ragazzi di 8 anni hanno provato a giocarci col sorriso, ma anche con grande serietà per imparare a riconoscerle, a dargli un nome, a capire che sono parti di noi e che riguardano tutti. La mamma di Giovanni Pio a fine corso mi ha mandato questo messaggino: “Grazie per la bella esperienza con il laboratorio delle emozioni”. Ma lo hanno fatto anche la mamma di Vincenzo, di Giordano, Giorgio e delle due sorelle Sirya e Anastasia, che a proposito di emozioni, al laboratorio è capitato anche di vederla piangere.
8 incontri di grande valore e di momenti non facili da raccontare se non così: emozionanti.
L’estate non sta finendo
Tanti incontri, tante attività e tante storie. L’estate qui a Pescara ogni giorno è qualcosa di nuovo per decine di ragazzi che per tanti motivi hanno incrociato la Rete CEET. Molti sono stati segnalati dalla scuola, o da altre associazioni del territorio, altri hanno avuto il contatto da genitori felici delle attività che proponiamo ai loro figli, altri ancora sono stati trascinati dai loro amici, e poi però sono rimasti. La sensazione che ho io, che organizzo le attività giorno dopo giorno, è che attività diverse stiano rispondendo agli stessi bisogni reali di incontro, studio, partecipazione… sia per i ragazzi che per le loro famiglie. L’estate non è finita e ne vedremo sicuramente ancora delle belle.
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