Con il progetto Caleidoscopio genitori in campo per il ripristino degli spazi della scuola Baroni

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Spazi comuni da rivalutare, spazi per bambini della scuola Baroni di Gratosoglio da rendere nuovamente fruibili. I genitori dei piccoli studenti dell’IC Arcadia, grazie al progetto Caleidoscopio, si sono messi in gioco per operare, fattivamente a favore dei loro figli e del territorio in generale.

Negli scorsi mesi, grazie alle attività del progetto Caleidoscopio abbiamo creato un gruppo di genitori della scuola Baroni – spiega Marilena Giovannelli, responsabile di progetto e facente parte dell’ente capofila l’associazione Piccolo PrincipeUn’azione che nasce dal desiderio di avvicinarci alle famiglie del territorio, alle famiglie di una scuola che sente un forte bisogno di aiuto. Abbiamo, quindi, chiesto loro da dove è necessario partire e cosa vorrebbero cambiare all’interno del quartiere e della scuola dei loro figli. Volevamo e stiamo riuscendo a farlo che partecipino attivamente al cambiamento che desiderano. In questo momento Gratosoglio sta vivendo un periodo di difficoltà, di degrado, pertanto è essenziale che la comunità educante si mobilti”.

Negli scorsi giorni si sono tenuti i primi due incontri. Nel primo i genitori si sono riuniti nello spazi del plesso Baroni per affrontare il tema ripristino spazi verdi della scuola attualmente non agibili. L’entusiasmo e la voglia di fare registrate hanno colpito e molto i referenti del progetto che hanno come obiettivo proprio il rafforzamento della comunità educante passando per il protagonismo di scuole e famiglie. Gli operatori presenti, a testimonianza del percorso avviato, hanno raccolto qualche impressione a caldo.

Le mamme sono risultate essere le più coinvolte:

Mariám, una mamma della scuola, ha dichiarato: “Sono qui per il bene della comunità, dei bambini per primi, ma anche per tutelare la natura“. Le ha fatto eco Milena: “E’ mia intenzione prendermi cura degli spazi abitati dalle bambine e dai bambini di questa scuola e partecipare attivamente al bene comune”.Kumudù, un’altra mamma, ha poi aggiunto: “Il mio bambino studia qui e mi sembrava importante sistemare il giardino per poi far giocare tutti”.

Non sono mancati i papà come Giampiero: “Mio figlio studia qui e io faccio servizio a scuola e mi sembrava giusto aiutare a pulire gli spazi che viviamo tutti i giorni”; così come i giovani molti frequentanti l’oratorio della parrocchia. Gabriel, Francesca e Sofia, tre adolescenti presenti con alcuni amici  hanno espresso, infatti, la stessa voglia di “aiutare i bambini ad uscire in giardino e poter giocare senza farsi male”.

E questa voglia di mettersi in gioco, naturalmente, ha riguardato direttamente anche gli educatori e gli operatori delle realtà partner del progetto Caleidoscopio. Elena e Cosimo, referenti dell’ente partner “Scrigno” hanno dichiarato: “Ci interessava in prima persona essere solidali con gli aspetti un po’ critici del quartiere e crediamo che con il contributo di tutti si possano cambiare le cose”.

Anche Lorenzo  e Sabrina, educatori, hanno rispettivamente espresso lo stesso pensiero: “Essere qui è un’occasione importante per portare alcuni ragazzi a fare qualcosa di utile. Ragazzi che frequentano l’oratorio”; “Penso sia importante dare un segnale agli abitanti del quartiere ad attivarsi in autonomia. Si vede una carenza da parte delle istituzioni. Questo è un segnale di speranza e incoraggiamento”.

Presenti, poi, anche alcuni insegnanti, come Silvia, che ha accolto con gioia l’iniziativa partecipando in prima persona per garantire ai piccoli spazi e libertà di movimento e apprendimento.

Nei prossimi incontri i genitori si occuperanno della pulizia del parco e della piazza vicini alla scuola.

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