Una sfida e un divertimento

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La scorsa settimana sono andato a vedere una partita di baseball.

Qui da noi rimane uno sport di nicchia, non come in America, lì ne vanno matti; un po’ come si vede in quei film degli anni ‘90, dove fin da piccoli, il sabato pomeriggio, gli spalti sono pieni di genitori che fanno il tifo e ci sono i bimbi che corrono, con il casco che va da tutte le parti e gli cade sugli occhi.

È uno sport lungo, ha anche tanti “tempi morti”, dura nove riprese. Nel baseball ognuno ha la sua posizione e il suo ruolo. Da lì non ci si sposta, pena il fatto di non afferrare la palla al volo.

Ecco, pensavo che i progetti sono una partita di baseball. Innanzitutto una sfida e un divertimento.

C’è il lanciatore, c’è il catcher, ovvero il ricevitore; ci sono gli esterni; insomma, ognuno ha il suo compito singolo che collabora in un gioco di squadra.

E i progetti sono così, a volte ti capita che il lanciatore tiri una palla dritta, che è facile da colpire e fare fuoricampo e portare a casa dei punti.
Altre volte le palle lanciate sono curve e insidiose e non è facile ribatterle. A volte i bisogni che emergono dalle persone bucano la difesa e fanno strike. Ma c’è la possibilità, subito dopo, di poter ribattere la palla e il gioco continua.

Attacco e difesa, bisogni e risposte, per un tempo lungo, fatto anche di attese.

Prendere al volo una palla, riuscire a ottenere un risultato, vedere il cambiamento, nel corso della partita, che ti porta lontano dallo zero iniziale.
Questo è partecipare in rete a un progetto, dove gli attori in campo hanno ciascuno la propra specificità.

Non è stato facile imparare a giocare assieme, né collaborare, ma nel corso di questi anni lo abbiamo fatto e siamo riusciti ad ottenere risultati concreti, verificabili, efficaci.

Questa eredità importante sarà trasversale anche negli anni a venire e ci consentirà di continuare ad operare nell’interesse dei fruitori che abbiamo incontrato e con cui lavoreremo, risultando così uno dei principali risultati di Progetto.

Tommaso

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