Esperienze e sfide di Base Camp: un’analisi annuale a quattro voci

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Base Camp a Palermo, Roma, Napoli e Catanzaro rappresenta un’importante realtà educativa sul territorio italiano, offrendo supporto e opportunità a ragazzɜ provenienti da contesti complessi. Attraverso una serie di testimonianze dirette, esamineremo le esperienze e le sfide affrontate dai presidi educativi territoriali durante l’ultimo anno. Ogni Base Camp ha le proprie peculiarità e si impegna a rispondere alle esigenze specifiche della propria comunità, affrontando sfide uniche e proponendo soluzioni innovative.

 

 

Base Camp Palermo

Nel cuore di Palermo, a Ballarò, Base Camp si è affermato come un faro di innovazione e partecipazione nel panorama educativo della città. Con un approccio unico e coinvolgente, il presidio ha fatto della partecipazione dellɜ studentɜ un elemento fondante del suo programma educativo. Attraverso assemblee periodiche e una vasta selezione di attività ludico-didattiche, Base Camp ha creato uno spazio dove lɜ studentɜ non solo imparano, ma diventano protagonistɜ della propria formazione. Durante le assemblee lɜ studentɜ gestiscono gli incontri e scelgono come vivere al meglio lo spazio, rispetto a ordine e osservanza delle regole comuni. Allo stesso tempo, propongono attività legate alle discipline, ma anche volte a rafforzare competenze trasversali. Ne è un esempio il laboratorio di origami: ideato, organizzato e gestito interamente da una studentessa che frequenta Base Camp. Anche l’equipe del progetto suggerisce nuovi laboratori che possano rispondere alle esigenze e curiosità del corpo studentesco.

Molto spesso si tratta di attività giocose attraverso cui consolidare le capacità espositive, linguistiche e interpersonali, come il tandem linguistico o i laboratori di teatro, scienze, musica e giochi da tavolo. E ancora attività all’aperto, con l’obiettivo di aumentare il benessere della persona: arte, lettura, poesia, unite a passeggiate di scoperta del territorio. In questo modo lɜ studentɜ hanno conosciuto diverse realtà culturali come le biblioteche, per poi a loro volta ricevere la visita di altrɜ studentɜ, dell’Università di Palermo con cui si è avviata una bella collaborazione, interessatɜ al progetto e a visitare gli spazi.

Ma Base Camp opera anche in altri sensi. Un’azione importante che si è intensificata nell’ultimo anno è quella del confronto con lɜ docenti. «Rispetto ai percorsi di supporto didattico individualizzato è preziosa la sinergia con lɜ docenti – testimonia Annaclaire Turco, coordinatrice territoriale Palermo – Insieme possiamo individuare le strategie educative più idonee per ogni studentɜ, mettendo in luce competenze e potenzialità». In questo modo si rafforza l’alleanza scuola-famiglia e si incrementa il benessere nell’assetto scolastico in generale.

Lɜ studentɜ ricevono anche un altro tipo di supporto, che genera una concentrazione, motivazione e scambio senza pari: la peer-education. Si tratta di un sostegno fornito da coetaneɜ in grado di stimolare risposte e miglioramenti immediati.  Ogni anno le attività confluiscono in una festa estiva di comunità che nel 2023 ha emozionato giovani, familiari e figure educative grazie allo spettacolo teatrale, organizzato nell’ambito del laboratorio, dal titolo Piano Z: istruzioni per l’uscio.  Dunque, Base Camp a Palermo si è distinto per il suo impegno nel coinvolgere attivamente lɜ studentɜ nelle decisioni e nelle attività del programma educativo. Le assemblee periodiche e le iniziative studentesche offrono un’opportunità preziosa per il confronto e la collaborazione, permettendo a tuttɜ di esprimere le proprie opinioni e influenzare direttamente le iniziative del presidio territoriale. La sinergia con le scuole e le università locali testimonia l’importanza di una collaborazione tra diverse istituzioni educative nel promuovere un’apprendimento partecipativo e inclusivo.

 

 

Base Camp Roma

Nell’arco dell’ultimo anno, Base Camp Roma ha consolidato la sua presenza nel quartiere Tufello, emergendo come un punto di riferimento fondamentale per studentɜ, famiglie e docenti. Attraverso un approccio innovativo e inclusivo, il presidio ha dimostrato un impegno costante nel favorire il peer tutoring, nell’offrire supporto nell’orientamento scolastico e nell’organizzare attività di animazione culturale e territoriale. «Abbiamo studentɜ che arrivano dalla maggior parte delle scuole del municipio – testimonia Barbara Guadagni, coordinatrice territoriale Roma – il passaparola tra famiglie e docenti porta i suoi frutti».

La prima grande novità  riguarda il rafforzamento della comunità educante e il supporto personalizzato nello studio. Da un lato si è attivato un percorso di peer-education tra studentɜ di grande successo, che si è poi diffuso in diverse scuole della città, dall’altro l’avvio di un itinerario di riflessione partecipata con insegnanti di un istituto omnicomprensivo. «Dodici docenti si fermano con noi ogni settimana per riflettere sulle tecniche più innovative di didattica e sulla gestione delle dinamiche di gruppo», racconta Barbara Guadagni: un segno che qualcosa sta cambiando nel settore educativo. Allo stesso tempo è un grande punto di forza di Base Camp Roma l’alleanza costruita con le scuole e le famiglie: un circolo virtuoso che tenta di arginare il più possibile il fenomeno della dispersione scolastica. Proprio insieme alla scuola, l’equipe multidisciplinare del progetto lavora sulle necessità di ogni studentǝ, puntando al potenziamento didattico, ma anche alla socializzazione.

Nel frattempo a Base Camp Roma si organizzano tante attività di animazione territoriale, tra cui un laboratorio volto a sensibilizzare lɜ studentɜ sulla parità di genere e la gestione dei conflitti in partenariato con l’Università Roma Tre. Ma anche degli incontri per lɜ docenti su didattica, conflittualità e criticità in classe ed eventi rispetto al tema dell’intercultura. 

Nel quartiere in cui opera il presidio, moltɜ minori arrivano da altri Paesi. «Le dinamiche di socializzazione e di gruppo – continua Barbara Guadagni – sono importanti per imparare la lingua, ma anche per creare unione e solidarietà»: fenomeno che si è fortificato nel corso dell’ultimo anno. Con questo obiettivo Base Camp ha predisposto diversi laboratori di italiano per stranieri, anche sotto richiesta delle scuole del territorio, che avendo difficoltà ad accogliere studentɜ che non parlano italiano incoraggiano ad aumentare i corsi a disposizione.

Un’altra azione portata avanti da Base Camp Roma è quella dell’orientamento scolastico. Spesso alcunɜ alunnɜ desiderano cambiare scuola o individuare il giusto percorso di studi, e in questo senso il supporto dell’equipe risulta fondamentale. Il lavoro di accompagnamento, anche nel trasferimento da una scuola all’altra, fa sì che lɜ minori non abbandonino gli studi.

In conclusione, Base Camp Roma ha dimostrato nel corso dell’ultimo anno di essere un punto di riferimento solido nel panorama educativo della città. Grazie al suo impegno costante nel favorire il peer tutoring e nell’offrire supporto allɜ studentɜ nell’orientamento scolastico, ha contribuito in modo significativo alla loro crescita e al loro successo. L’approccio innovativo e inclusivo promosso dal presidio non solo ha migliorato le performance accademiche dellɜ alunnɜ, ma ha anche favorito lo sviluppo di relazioni collaborative e la costruzione di comunità solide e inclusive. Le attività di animazione culturale e territoriale offerte hanno arricchito l’esperienza educativa dellɜ studentɜ, aprendo loro nuove prospettive e stimolando la loro curiosità. In un contesto in cui la collaborazione tra scuole, famiglie e comunità è fondamentale per affrontare sfide come la dispersione scolastica e la diversità culturale, Base Camp Roma si conferma come un esempio di buone pratiche e di impegno concreto verso il miglioramento dell’istruzione e della vita dellɜ giovani. La sua collaborazione con scuole, famiglie e comunità rappresenta un modello efficace per affrontare sfide come la dispersione scolastica e la diversità culturale, dimostrando che un’educazione di qualità è fondamentale per costruire una società più equa e inclusiva.

 

 

Base Camp Catanzaro

A Catanzaro Base Camp ha dimostrato di essere un centro di innovazione nel panorama educativo e sociale del territorio. Con una serie di iniziative mirate e un impegno costante verso il miglioramento della vita dellɜ studentɜ e della comunità, il presidio territoriale ha segnato importanti traguardi e ha affrontato sfide con determinazione e creatività.

Uno dei momenti salienti dell’anno è coinciso con EduFest, l’evento culturale itinerante realizzato anche a Napoli, Roma e Palermo che ha interessato studentɜ, genitori e docenti. EduFest non è stato solo un momento di celebrazione, ma anche un’occasione per riflettere sul valore del progetto Base Camp e per rafforzare il senso di comunità, in un clima che ha alimentato lo spirito di solidarietà e di condivisione tra le persone che hanno partecipato.

Un’altra attività chiave a Base Camp Catanzaro è stata il peer-tutoring, che ha segnato una svolta significativa nel modo in cui lɜ studentɜ hanno affrontato lo studio. Grazie al loro coinvolgimento attivo, il peer-tutoring ha consentito di promuovere l’autonomia nello studio e di creare relazioni collaborative che hanno arricchito l’esperienza educativa di tuttɜ.

Durante l’anno Base Camp Catanzaro ha dimostrato una straordinaria tenuta e ha continuato a lavorare con impegno e dedizione, ottenendo risultati sempre migliori in termini di qualità e di impatto sul territorio. Un segno tangibile di questo impegno è stato il percorso di educazione sessuale e affettiva realizzato all’interno del progetto, un’iniziativa molto apprezzata dallɜ ragazzɜ che hanno partecipato con entusiasmo. In effetti, chiarisce Claudio Falbo, coordinatore territoriale Catanzaro, «il laboratorio è nato da una loro richiesta emersa durante le assemblee tra ragazzɜ che periodicamente organizziamo per ascoltare i loro desideri rispetto alle attività che organizziamo».

Inoltre, un aspetto particolarmente positivo è stata l’integrazione con altre realtà del territorio, come il centro di aggregazione giovanile che ha ospitato Base Camp Catanzaro per alcuni mesi. Questo ha permesso di creare nuove opportunità di socializzazione e di scambio tra lɜ giovani, ampliando gli orizzonti di tutti lɜ partecipanti e rinforzando il senso di appartenenza alla comunità.

Il rapporto con le scuole e con gli enti che si occupano di educazione è un punto fondamentale per la riuscita del progetto. Grazie a una collaborazione sempre più stretta e alla fiducia reciproca, il presidio territoriale ha potuto ampliare la propria rete di sostegno e rispondere in modo efficace alle esigenze dellɜ studenti e delle loro famiglie.

Tra le storie di successo che hanno caratterizzato l’anno, spicca quella di una ragazza che ha trovato nel supporto di Base Camp Catanzaro il sostegno di cui aveva bisogno per superare le difficoltà a scuola e ritrovare fiducia in se stessa. Il lavoro ha portato risultati straordinari, confermando che il presidio è sulla strada giusta nel suo impegno a favore dellɜ studentɜ che attraversano momenti di vulnerabilità.

In conclusione, grazie alla determinazione e alla passione di tutti coloro che vi partecipano, Base Camp Catanzaro continua a essere un punto di riferimento fondamentale per la comunità locale, un luogo dove l’innovazione e l’inclusione sono al centro di tutto.

 

 

Base Camp Napoli

Base Camp Napoli si trova nel rione Luzzatti: «siamo sul territorio da cinque anni e, dato che nessuno dell’equipe è del quartiere, la difficoltà maggiore è stata inserirci, essere accettati e riconosciuti» racconta Roberta Ferraro, animatrice culturale. «Da parte nostra c’è un costante lavoro per comprendere il territorio e costruire fiducia, poiché proponiamo allɜ ragazzɜ anche cambi comportamentali – aggiunge Miriam Latronico, educatrice – Quest’anno, visto che ormai i legami sono di lunga data, c’è stata una maggiore fiducia ed entusiasmo rispetto a tematiche che prima venivano rigettate».

Tra le nuove pratiche introdotte a Base Camp c’è la calendarizzazione delle attività di ogni giornata con lɜ studentɜ, mentre si è ampliata l’offerta di laboratori presso il presidio. Uno dei più apprezzati è stato il laboratorio di lettura. Dai dibattiti scaturiti dalle letture sono emerse le richieste dellɜ ragazzɜ rispetto a nuove attività. «È così che è partito il laboratorio sulla consapevolezza delle giovani donne tenuto insieme ad una ostetrica – racconta Roberta Ferraro – Le ragazze hanno espresso il desiderio di confrontarsi sui temi del consenso, della sessualità, dell’affetto e anche delle trasformazioni del corpo, che in molte vivono». È andato avanti con successo anche il laboratorio “Spuzzuliare” con una psicologa che ha coinvolto lɜ studentɜ nel parlare liberamente di amore, rapporto con il cibo ed emozioni.

«Un picco di bellezza è stato l’evento del Teatro Forum “Brucia d’amore” – continua Roberta Ferraro – un evento di teatro partecipativo e trasformativo rivolto allɜ ragazzɜ per cambiare la narrazione sulla violenza di genere. Ci ha sorpreso notare la loro partecipazione, sempre difficile da attivare visto che nel territorio prevale la passività e non si creano molte occasioni per confrontarsi». Tra le difficoltà affrontate da Base Camp Napoli infatti c’è la grande demotivazione giovanile. «C’è paura a prendere i mezzi di trasporto pubblico e a superare i confini del rione. Per questo proponiamo spesso attività per incoraggiarlɜ in questo senso, perché quando poi sceglieranno la scuola in cui continuare gli studi, la loro capacità di uscire dal conosciuto giocherà un ruolo importante», testimonia Roberta Ferraro. E Miriam Latronico aggiunge: «nel rione c’è una forte pressione per la scelta formativa dopo le scuole secondarie di primo grado. C’è la tendenza a non sognare: la nostra sfida è rompere questa bolla del volare basso. Le famiglie inoltre spingono nel tracciare i confini. Quindi è importante lavorare con loro e offrire percorsi di orientamento allɜ ragazzɜ, anche per chi desidera cambiare scuola in corso d’opera, perché il rischio di dispersione scolastica è concreto».

Con l’obiettivo di stimolare l’immaginazione dellɜ studentɜ, Base Camp Napoli ha ospitato un fantasiologo, in un evento che ha coinvolto anche genitori e docenti. «La reazione è stata di stupore totale – testimonia Roberta Ferraro – perché il fantasiologo ha davvero capovolto i punti di vista: ed è forse il lavoro che noi costantemente facciamo quello di provare a cambiare il punto di vista». 

Tuttavia, il presidio territoriale ha l’obiettivo di affrontare anche sfide complicate, come nel caso di situazioni familiari complesse e di violenza, di difficoltà materiali, con situazioni abitative deprivate che causano problemi di salute. «Tante volte – racconta Roberta Ferraro – la richiesta è di una presa in carico, anche del nucleo familiare. Dove possiamo, arriviamo. A giugno realizzeremo delle attività in collaborazione con l’oratorio che è sul territorio un grande punto di aggregazione e socializzazione, e quindi con alcune mamme che abbiamo in comune nelle attività realizzate a Base Camp e in parrocchia. Stiamo collaborando anche con questo grande presidio educativo, sicuramente con le differenze che ci caratterizzano, per costruire insieme delle attività da fare in estate: stiamo arrivando al cuore del rione». «Accompagnare lɜ ragazzɜ e aprire loro le possibilità sono i nostri obiettivi nell’ultima parte di progetto». In questo modo, Base Camp Napoli si conferma non solo come un punto di riferimento nell’educazione giovanile, ma anche come una fonte di speranza e di cambiamento per l’intera comunità.

In conclusione, l’analisi annuale a quattro voci dei Base Camp di Palermo, Roma, Napoli e Catanzaro rivela il loro ruolo significativo come presidi educativi e sociali nell’ambito delle rispettive comunità. Ogni Base Camp ha dimostrato un impegno costante nel fornire supporto e opportunità allɜ studentɜ provenienti da contesti complessi, affrontando sfide uniche con creatività e determinazione.

Base Camp rappresenta un esempio tangibile di come l’educazione e l’inclusione possano contribuire al benessere e al progresso della comunità.

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