Responsabilità è parola immensa. Dieci idee per una scuola riparativa
di borgoretecooperativasociale
Quando un crimine viene compiuto, specie se si tratta di un crimine particolarmente grave contro la persona, il primo pensiero è “prendere il colpevole, rinchiuderlo e buttare via la chiave”. Reazione assolutamente comprensibile su un piano “viscerale”, ma che è necessario superare.
Adolfo Ceretti, professore in criminologia e coordinatore scientifico dell’ufficio di mediazione penale di Milano scrive: “La sfida che la Giustizia Riparativa lancia, alle soglie del XXI secolo, è quella di cercare di superare la logica del castigo muovendo da una lettura relazionale del fenomeno criminoso, inteso primariamente come un conflitto che provoca la rottura di aspettative sociali simbolicamente condivise. Il reato non dovrebbe più essere considerato soltanto come un illecito commesso contro la società, o come un comportamento che incrina l’ordine costituito, e che quindi richiede una pena da espiare, bensì come una condotta intrinsecamente dannosa e offensiva, che può provocare alle vittime privazioni, sofferenze, dolore e persino la morte, e che richiede, da parte del reo, principalmente l’attivazione di forme di riparazione del danno provocato”.
Quando poi gli autori e/o le vittime del reato sono minori, fare propria la sfida della giustizia riparativa diventa ineludibile se si vuole costruire una società davvero giusta, in cui al posto del disinteresse, dell’indifferenza, della delega venga promossa la responsabilità (e non il senso di colpa).
Ilaria De Vanna e Lisangela Sgobba nel loro Dizionario minimo di parole necessarie ci offrono la seguente definizione: “Responsabilità è parola immensa. Cardine del mondo. (…) È legame, nodo, congiunzione. Intende la vita come progetto comune. In comune con ciascun essere vivente. Responsabilità è sentirsi connessi e sapersi annessi ad ogni cosa. È sentirsi convocati in ogni istante a contribuire alle sorti del mondo. (…) Bonifica l’animo dal disinteresse, dall’indifferenza e fa spazio all’interesse e alla premura. La parola responsabilità è un altro modo per dire che ‘tutto conta’ e che per ciascuna cosa esiste una giusta formula di bene, e di bene comune che ci si impegna a realizzare.”
Rispetto alla forma tradizionale di giustizia in cui la persona privata della libertà personale è lasciata sola, a tal punto da rimanere imbrigliata nella propria sofferenza, arrivando a sentirsi vittima, e chi ha subito il danno deve accontentarsi della sofferenza patita dall’autore del reato, la giustizia riparativa si configura come paradigma che, a fronte di un crimine, si prende in carico la sofferenza di tutte le persone coinvolte, delle relazioni e delle comunità sociali. Perché da parte di tutte c’è un bisogno di riparazione del danno, di ricostruzione del senso di fiducia, di ricomposizione dei conflitti e di prevenzione di comportamenti dannosi. È una rivoluzione, una conversione, un cambiamento radicale di sguardo.
Così inteso, il paradigma riparativo oltrepassa i confini dell’ambito giudiziario per collocarsi all’interno di ogni settore della vita di relazione: è appropriato ed efficace nei contesti di giustizia, sicurezza, peace building, educazione, sviluppo sociale, sostegno familiare, diritti e benessere di bambine e bambini, così come nella vita organizzativa e comunitaria. Se questo è l’obiettivo e l’orizzonte verso il quale muoversi, non si può pensare di non coinvolgere il mondo della scuola in questo percorso.
È quello che stanno facendo 13 istituti scolastici dal Nord al Sud dell’Italia che hanno deciso di fare proprio e tradurre in pratica quotidiana il Manifesto delle Scuole Riparative, documento in 10 punti che si riporta di seguito integralmente:
1. La scuola riparativa è la scuola che utilizza la prospettiva della riparazione per affrontare i conflitti che nascono nella comunità scolastica e che coinvolgono studenti, professori, genitori, dirigenti scolastici, personale ATA, personale amministrativo
2. La scuola riparativa affianca alle sanzioni disciplinari tradizionali (note, sospensioni etc.) strumenti differenti, quali la mediazione, che non hanno come obiettivo la punizione del colpevole ma la ricostruzione della relazione tra i protagonisti coinvolti, ai quali viene offerta l’opportunità di un confronto in uno spazio protetto di ascolto e di parola
3. La scuola riparativa utilizza lo strumento della mediazione per affrontare le esperienze di offesa, umiliazione, ingiustizia che fanno perdere la fiducia negli altri e si prende cura delle conseguenze negative che nascono dai conflitti della vita quotidiana e che possono avere un peso sul benessere individuale e collettivo
4. La scuola riparativa restituisce un ruolo attivo ai protagonisti del conflitto ma anche a tutta la comunità scolastica, mettendo a disposizione per chi lo desidera uno spazio e un tempo per restituire dignità ai vissuti e alle narrazioni di ciascuno e per aprire un dialogo attraverso un incontro con l’altro. La mediazione facilita il riconoscimento reciproco e permette di progettare in modo condiviso azioni che riparano, anche a visibilità collettiva, e che sono rivolte al futuro
5. La scuola riparativa rispetta i principi cardine della mediazione: volontarietà, confidenzialità, gratuità, non giudizio
6. La scuola riparativa garantisce un’adeguata informazione e sensibilizzazione sulla mediazione e sulla riparazione, adotta attente modalità per la costruzione e la raccolta del consenso a partecipare delle persone in conflitto, e assicura un accompagnamento competente da parte dei mediatori durante tutto il percorso che le vede coinvolte
7. La scuola riparativa è sensibile alla qualità delle relazioni che caratterizzano la vita scolastica e promuove non solo l’uso della mediazione ma anche la formazione costante di giovani e adulti mediatori che possano operare al suo interno sempre più in autonomia
8. La scuola riparativa sostiene e sviluppa al suo interno la cultura della mediazione e della riparazione come modalità di gestione dei conflitti e per lo sviluppo pacifico delle relazioni sociali
9. La scuola riparativa è in rete con centri/uffici/servizi di mediazione del territorio affinché garantiscano un supporto e un confronto periodico
10. La scuola riparativa si impegna alla creazione di una rete fra scuole riparative, nell’ottica di un costante scambio e possibile collaborazione
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