Aracne come Kamishibai: una fiaba d’inclusione attraverso le immagini
di ideaprisma82
Nel contesto del Progetto Aracne – La Rete Che Include, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, Francesca Pizziconi, archeologa e vicepresidente della Cooperativa Phoenix Scarl, ha create due storie in formato Kamishibai, dal titolo “Le nostre mani” e “Narratori di storie in museo”, presentati l’11 e il 12 ottobre per l’inaugurazione del progetto.
Il kamishibai è un’antica forma di narrazione giapponese che combina l’uso di immagini con il racconto orale. Tradizionalmente, il narratore utilizza un piccolo teatro di legno portatile, chiamato “butai”, in cui scorrono illustrazioni su carta, accompagnate dal racconto che si svolge ad alta voce. Questa modalità di narrazione visiva è particolarmente efficace per catturare l’attenzione di un pubblico ampio, grazie alla sua capacità di unire l’elemento visivo alla forza narrativa delle parole.
La storia “Le nostre mani” nasce da un lavoro condotto dai professionisti della Phoenix con alcune persone rifugiate all’interno del Museo delle civiltà. Cosa possiamo fare con le nostre mani? Quale futuro possiamo immaginare e costruire? Partendo dalle riflessioni poste dalla lettura i ragazzi sono poi invitati ad usare il solo tatto per scoprire oggetti e materiali della nostra Storia.
“Narratori di storie in museo”, invece, è stato progettato per raccontare il dietro le quinte del lavoro dell’educatore museale. Questa storia guida il pubblico in un viaggio alla scoperta attraverso musei che si trasformano e diventano sempre più inclusivi. Luoghi, per citare il testo, “dove fare belle esperienze, dove tutto è concesso, o quasi, se si vuole andare lontano…”. Musei come il Museo di Cave, il Museo delle Civiltà e il Museo dell’Aeronautica Militare sono solo alcuni esempi di spazi che, negli ultimi anni, hanno aperto le porte a tutti, dimostrando che i luoghi della cultura possono e devono essere accessibili a ogni tipo di pubblico.
Oltre a ciò la storia Kamishibai introduce anche l’ideazione del progetto Aracne: “E così Miriam e Francesca, in una giornata di settembre, mentre il sole ricordava la calda estate in riva al mare, si ritrovarono a immaginare una nuova attività, una nuova visita e un nuovo laboratorio”, un’ulteriore storia di inclusione tutta da narrare.
L’invito, attraverso queste storie Kamishibai, è quello di esplorare il patrimonio culturale come un mondo di fantasia e creatività, dove ogni museo può cambiare volto e accogliere chiunque, incoraggiando l’inclusività e l’accessibilità in tutti i luoghi della cultura.
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