Il senso del kebab: inclusione, rispetto e dialogo

di

I RAGAZZI RACCONTANO

L’idea di provare il kebab è stata avanzata da un nostro ragazzo delle medie, N., che ancora non aveva avuto modo di assaggiarlo. Dialogando e confrontandoci con altri ragazzi è emerso che questa proposta poteva essere suggestiva per parecchi di loro. Di conseguenza, abbiamo deciso di formare un piccolo gruppo e di recarci a un negozio di pietanze turche.

 

PRIMA GIORNATA

I ragazzi coinvolti in questa esperienza accompagnati dagli educatori Aaron e Andrea hanno tutti apprezzato il panino, anche chi non aveva mai potuto consumare tale prelibatezza e all’inizio era un po’ scettico! Nonostante il piatto possa essere percepito, da tanti di noi, come prodotto di una cultura completamente diversa, è stato interessante notare l’assoluta mancanza di pregiudizio da parte dei ragazzi che, al contrario, hanno assunto un atteggiamento di totale apertura.

A creare un’atmosfera leggera e serena è stata la decisione, presa da tutto il gruppo, di gustare il kebab vicino al Tempio Voltiano di Como, seduti su un muretto, di fronte al lago. A un certo punto siamo stati avvicinati da un cigno incuriosito che ha rubato le ultime poche briciole del nostro pasto!

 

SECONDA GIORNATA

A seguito della forte approvazione ottenuta dall’esperienza precedente abbiamo deciso di riproporre un’uscita con un altro gruppo di ragazzi. Il piatto resta sempre lo stesso, il kebab. Tuttavia, è stato proposto di cambiare negozio per andare incontro a una richiesta specifica di uno dei ragazzi che componevano il gruppo: questo ragazzo di origine marocchina e di religione musulmana ci ha chiesto di cercare un negozio che utilizzasse un metodo di macellazione della carne incline alle linee guida tradizionali indicate nella Sunna. Più precisamente, ci ha chiesto che tale negozio rispettasse il concetto di “halal” (in arabo “lecito”) che indica in alcune comunità musulmane ciò che è permesso in materia di comportamento, linguaggio, abbigliamento e alimentazione.

I nostri ragazzi hanno apprezzato sia le competenze culinarie del gestore, sia la spiegazione riguardo il processo di macellazione della carne. Dopo aver gustato il kebab, ci siamo incamminati verso il centro e ci siamo seduti su un prato a giocare a carte.

In questo momento informale, discutendo con i ragazzi, è emerso il loro desiderio di continuare a fare nuove esperienze che li portassero a conoscere le loro rispettiva culture e tradizioni.

 

Per noi educatori è stato un momento prezioso in cui siamo stati testimoni di un’apertura all’inclusione, al rispetto e alla conoscenza reciproca che speriamo di rincontrare ancora!

Regioni

Argomenti