Un anno di Progetto Zenobia

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Negli ultimi 12 mesi, grazie al lavoro e alla dedizione di tutti i nostri operatori e le nostre operatrici, è stato possibile garantire accesso ai servizi dell’infanzia a oltre 500 bambini e bambine in Italia, con attività in quattro città che abbiamo svolto insieme ai nostri partner all’interno del progetto Zenobia, attivo da luglio 2022.

Il partenariato su scala nazionale è promosso da: WeWorld, Progetto Axè, Cantiere Giovani, MOCI Cosenza, Fraternità Parola e Vita, Pubblica Assistenza Piombino, in collaborazione con gli enti locali Comune di Cosenza, Comune di Piombino, Comune di Cardito.

A beneficiarne non sono stati solo i bambini e le bambine ma anche le rispettive famiglie.

Nell’ultimo anno, è stato possibile vedere i benefici che questo ha portato alle comunità locali dove si sono svolte le attività.

In particolare, è possibile valutare i progressi guardando 4 indicatori: benessere personale, capacità relazionali, intelligenza emotiva e capacità acquisite. Le attività del progetto hanno contribuito a migliorare nei minori coinvolti il benessere fisico, l’interazione in famiglia, a scuola e in altri spazi pubblici e, soprattutto, la loro serenità.

Anche nel caso delle competenze i risultati sono positivi: è stato infatti rilevato un miglioramento nelle abilità motorie, manuali e comunicative. L’accesso ai nostri servizi ha poi contribuito a migliorare nei minori coinvolti la capacità di relazionarsi con educatori e educatrici e/o insegnanti, con gli altri bambini e le altre bambine e con i propri familiari. Infine, il progetto ha permesso di migliorare l’autonomia e la capacità di auto-percepirsi dei bambini e delle bambine.

Anche i familiari dei minori coinvolti hanno potuto trarre beneficio dal progetto, è infatti stato rilevato come le iniziative abbiano migliorato non solo la capacità dei padri e delle madri di interagire, comprendere e relazionarsi con i loro bambini/e, ma hanno spesso portato anche ad occasioni di socializzazione tra adulti e ad acquisire una maggiore conoscenza del territorio che abitano e delle possibilità che questo può offrire, costruendo anche per loro un concetto di comunità educante della quale sentirsi parte.

Il progetto Zenobia

Insieme ai nostri partner, lavoriamo per avviare un processo di cambiamento che rimetta l’educazione al centro: un’educazione inclusiva che non lasci indietro le persone e che si apra alle potenzialità della comunità educante.

L’ educazione è infatti uno strumento di contrasto alle disuguaglianze. L’obiettivo di Zenobia è proprio quello di sottolineare l’importanza pedagogica dei servizi per l’infanzia come opportunità di crescita e sviluppo dei bambini e delle bambine, lavorando per promuovere una partecipazione sempre maggiore a questi servizi nella fascia 0-6.

Il progetto è stato selezionato dal Con I Bambini e rientra nell’ambito del fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, integrando funzione pedagogica e intervento sociale per avvicinare e favorire la partecipazione stabile delle famiglie al sistema dei servizi per la prima infanzia.

Fondamentale è anche il ruolo di CADIAI che in quanto partner capofila è stata responsabile dello svolgimento delle attività e del supporto offerto a bambini e bambine e alle loro famiglie.

L’assunto alla base del progetto fa riferimento al fatto che per coinvolgere le persone più fragili, sia necessario stimolarne gli interessi, alimentarne i desideri e promuoverne le abilità, in un’ottica di reciprocità proprio quello che ci siamo proposte di fare con i nostri operatori e operatrici.

Anche la scelta dei territori in cui portare il progetto è stata importante: i 4 spazi previsti sono stati realizzati a Bologna, Cardito, Cosenza e Piombino, realtà tra loro estremamente eterogenee, che, di conseguenza, hanno determinato delle peculiarità nei vari spazi.

Bologna

All’interno del quartiere Navile, il più interculturale di tutta Bologna, i minori stranieri al di sotto di 15 anni sono oltre il 38% rispetto alla media del 17%. È infatti il quartiere con la più alta incidenza di bambini e bambine in fascia 0-5 anni. In quest’area specifica esistono bisogni correlati a situazioni di svantaggio socio-educativo che non sempre confluiscono nei servizi sociali e dunque rischiano di restare in un’area grigia, esclusa da interventi e opportunità: le famiglie composte da coniugi con figli sono 5.560; quelle composte da madre sola con figli a carico sono 2.763; quelle composte da padre con figli sono 586.

Cardito

È un comune di Napoli, tra i più critici dell’intero territorio campano. È infatti caratterizzato da un indice di vulnerabilità sociale e materiale pari a 105,2 contro la media italiana di 99,3. Inoltre, l’incidenza di famiglia con potenziale disagio economico ha un indice pari a 13, quasi il doppio della media campana (pari a 6,7) e quasi sei volte quella italiana (pari a 2,7). Prima del nostro intervento sul territorio erano presenti 5 servizi educativi ma nessun servizio apposito per la fascia 0-3. Ciò non solo comportava un carico di cura per le madri ma era anche alla base dell’impossibilità di socializzazione per i bambini e le bambine.

Cosenza

Il centro storico e in particolare il quartiere di via Popilia e quello di Gergeri stanno attraversando ormai da alcuni anni un processo di progressivo abbandono e degrado. Le dinamiche di impoverimento legato alla mancanza di lavoro e opportunità, la rarefazione dei servizi pubblici e privati, l’indebolimento dei legami di prossimità e il disagio abitativo rendono bene le condizioni di vita nel centro storico. Nonostante esistessero già dei servizi per l’infanzia i posti disponibili non erano a abbastanza, soprattutto all’interno del centro storico.

Piombino

Il Quartiere Cotone-Poggetto è un ex quartiere industriale, con il tempo si è progressivamente impoverito ed è oggi considerato un’“area di Crisi Industriale Complessa” caratterizzata da edilizia povera e caratterizzato da degrado, disoccupazione diffusa, presenza crescente di immigrazione e nuove povertà. In questa situazione di crisi è però rilevante il ruolo dei cittadini che attraverso un tavolo di quartiere stanno lavorano per trasformare questo quartiere in un luogo di attivismo civico, integrazione sociale e decoro urbano.

Benché le sedi del progetto siano tra loro estremamente diverse, hanno in comune il fatto che in tutti e 4 gli spazi il nostro lavoro ha contribuito a piccoli ma significativi momenti di integrazione e socialità per bambine, bambini e genitori, dando loro gli strumenti per coltivare le esperienze vissute e le capacità sviluppate con maggiore autonomia e consapevolezza.

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