Dalla stanza della sabbia a quella dei colori: le gioco-esperienze di Bologna
di cadiai3
Massaggio infantile, laboratori musicali, psicomotricità, laboratori di lettura, atelier, attività con le biblioteche. Sono queste alcune delle esperienze che i bambini e le bambine da 0 a 6 anni possono sperimentare all’interno dello spazio Zenobia di Bologna, gestito dalla cooperativa sociale Cadiai.
“Siamo nate all’interno di uno spazio che già esisteva come ludoteca. Il nostro primo lavoro è stato quello di sottrazione: volevamo tornare agli elementi essenziali per ripartire con pochi ma mirati oggetti dedicati ai più piccoli. Abbiamo così creato delle zone di interesse specifiche come piccole isole di esperienze per i più piccoli – spiega Perrine Tiberghien, una delle atelieriste che hanno ideato gli spazi gioco-esperienziali -. Abbiamo avuto l’opportunità di realizzare delle aree di esperienza che non si trovano facilmente, come ad esempio la nostra stanza della sabbia, che facilita lo sviluppo psicomotorio. La zona della sabbia, infatti, è allestita con una serie di materiali naturali ed è pensata per lavori individuali e in piccoli gruppi, che siano per terra, da seduti e in piedi, con un allestimento che possa rispondere alle esigenze dei bambini e delle bambine in quel momento”.
E continua: “Abbiamo voluto fortemente la zona con la sabbia perché è dimostrato che influisce sul livello di calma, benessere e tranquillità dei più piccoli. Questo, in effetti, è uno degli spazi più vissuti dai bambini e dalle bambine ed è anche molto apprezzato dai genitori. L’approccio che vogliamo portare avanti è la libertà del bambino e della bambina di sperimentare. Spesso i genitori ci chiedono la scopa per togliere la sabbia che si accumula a terra perché si sentono in imbarazzo, ma è normale che la sabbia si sparga un po’ in giro e vogliamo far sì che i bambini giochino come vogliono, provando ad accompagnare i genitori a osservare e apprezzare il gioco libero, senza dare sempre istruzioni”.
C’è anche lo spazio dei giochi di luce dove con un proiettore e fogli colorati si possono sperimentare luci ed ombre; la zona bianca, dove tutti i giochi a disposizione sono senza colore affinché ci si concentri sulle forme senza che i bambini e le bambine vengano distratti dai colori. Ed ancora legnetti, tronchetti, pigne ed elementi naturali che sostituiscono le più classiche costruzioni. Insieme a tutto questo è possibile giocare anche con oggetti che fanno parte della vita quotidiana: cucchiai, setacci, caffettiere, teiere e molto altro. “Selezioniamo accuratamente i materiali che portiamo all’interno dello spazio, la nostra è una scelta mirata. Abbiamo introdotto gli oggetti quotidiani perché riportano ad esperienze in cui la mente va altrove mettendo così in dialogo diversi contesti affettivi”. Un esempio? Una mamma originaria dell’Africa subsahariana, vedendo un setaccio, ha condiviso un ricordo di casa: grazie agli oggetti si rivivono emozioni che possono facilitare la relazione genitore-figlio. È interessante anche vedere come in questo contesto un oggetto smette di essere quello che è e viene usato in modo libero per fare altro: il cucchiaio non per forza deve essere utilizzato per mescolare ma può essere usato per suonare, ad esempio.
“È davvero stimolante riscoprire insieme ai genitori quale può essere il potenziale di materiali semplici come rametti e conchiglie che così diventano parte del gioco – conclude –. Speriamo che l’introduzione di materiali naturali ridia valore ai giochi più semplici e che permetta ai genitori, fuori dallo spazio, di poter far vivere delle esperienze di gioco complete anche senza avere a disposizione i classici giochi”.