UN ESERCIZIO DI INCLUSIONE E DI CREATIVITÀ: IL LABORATORIO DI TEATRO DEL LICEO ARTISTICO PETROCCHI

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Quando si parla di un liceo artistico c’è sempre l’imbarazzo della scelta in quanto ad attività extrascolastiche degne di nota. Le iniziative sono molte e ben curate, ma tra tutte abbiamo scelto di occuparci del corso di Teatro che si svolge al Liceo Artistico Petrocchi di Pistoia ogni mercoledì dalle 14.00 alle 16.00.

Questo non è solo un corso di teatro, è un esercizio di inclusione e di creatività.

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Il corso è condotto dalla professoressa Caterina Savasta, docente di lettere, la quale mi racconta che qualche anno fa venne fuori l’idea di fare un laboratorio teatrale che potesse mettere insieme tutti i ragazzi che volessero cimentarsi in questo tipo di attività, o perché avevano desiderio di esprimere un aspetto della loro creatività, oppure perché avevano dei disagi.  Alcuni di loro, per esempio, avevano difficoltà ad esporre, a relazionarsi, e i professori li mandavano al corso di teatro perché potessero aprirsi e acquistare sicurezza.

Ad oggi sono 4-5 anni che il laboratorio esiste, e da quest’anno rientra fra le attività del progetto “WelComE”, il progetto per il contrasto della povertà educativa minorile. Ecco perchè a fianco della prof. Savasta c’è anche la nostra Assunta, che partecipa attivamente al corso come educatore e darà una mano per la realizzazione dei costumi di scena coinvolgendo anche la cooperativa Integra.

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Come si articola il laboratorio?

“Il laboratorio si articola principalmente in due fasi. In un primo periodo lavoriamo essenzialmente per creare il gruppo, affinchè i ragazzi si sentano liberi, a loro agio, senza il timore di essere giudicati facendo anche le cose più strane.  In questa fase facciamo anche esercizi sulla pronuncia delle parole, sul ritmo, sulla presenza scenica, e ancora esercizi per sciogliere il corpo e i movimenti, per la gestione degli spazi, degli intervalli. Abbiamo fatto anche alcune coreografie, e poi ci siamo dedicati alla lettura e all’interpretazione dei testi che hanno scritto loro o che via via portavo io.

Oggi comincia una nuova fase del laboratorio: quella creativa, quella in cui cominciamo a scrivere lo spettacolo che porteremo in scena“.

Lo scrivete voi?

“Certo, lo spettacolo nasce con i ragazzi: al momento non si sa ancora cosa si vuole creare, ma stanno cominciando a venire fuori i tratti di alcuni personaggi. Lavoreremo un po’ sul messaggio fondamentale che ognuno vuole comunicare, e poi piano piano costruiremo il resto“.

Non sarebbe più facile prendere un testo teatrale già scritto e metterlo in scena?

Certo, forse sarebbe più facile. Ma non è questo lo scopo del laboratorio. Per cominciare non esiste un testo già pronto per tante persone come siamo noi, e poi il tratto distintivo del laboratorio è proprio il fatto che ognuno si impegni per scrivere il proprio personaggio, creando qualcosa che gli piace e che vuole esprimere, qualcosa con cui si senta realizzato. In questo modo, come abbiamo fatto anche negli spettacoli degli scorsi anni, tutti hanno la propria parte, più o meno con lo stesso numero di battute. Per chi ha difficoltà ad imparare il testo a memoria, non c’è problema; troviamo il modo di metterlo in scena lo stesso, magari interpretando il ruolo dello studente sul banco con i libri davanti (e il copione!)”.

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Dopo queste due ore trascorse con i ragazzi del laboratorio e questa bella chiacchierata con la professoressa Savasta, ecco alcune cose su cui ho riflettuto:

  • Ho assistito ad un momento di inclusione vera, dove tutti erano a proprio agio e nessuno veniva escluso per qualche motivo.
  • Ho imparato che la creatività va presa per mano e agevolata, perché ho visto coi miei occhi che uno sguardo illuminato da un’idea fa ancora più luce se ne incontra uno simile.
  • Di fronte alle idee più strane e assurde, sono stati più i “Perché no?” dei “No”.
  • A volte si fa meno fatica ad essere sé stessi tra le quinte di un teatro piuttosto che nella vita di ogni giorno.
  • La finzione fittizia del teatro aiuta a tirare giù le maschere e ad essere sé stessi per davvero; ognuno con le proprie stranezze, tutte concesse, tutte accolte. Tutte pronte ad essere esplorate dagli altri, tutte a servizio dello spettacolo.

Dopo questa breve full immersion non vediamo l’ora di assistere allo spettacolo di quest’anno, e voi? L’appuntamento è al  Teatro Bolognini di Pistoia il giorno giovedì 13 giugno.

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