DUE EVENTI PER CAPIRE

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Ottobre 2023

Per continuare a raccogliere informazioni e stimoli sul tema della comunità educante, tra settembre e ottobre abbiamo organizzato due eventi pubblici, invitando ospiti di grande competenza.

Il primo evento ha visto la partecipazione della professoressa Loretta Fabbri, docente ordinaria presso l’Università degli Studi di Siena, e della professoressa Maura Striano, assessora all’istruzione presso il Comune di Napoli e docente ordinaria presso l’Università Federico II di Napoli. Sotto la loro guida esperta abbiamo parlato della pluralità di significati con cui la Comunità Educante può essere declinata all’interno dei contesti urbani: dalla dimensione condominiale a quella di quartiere, dalla collaborazione tra gruppi di residenti al dialogo tra i residenti stessi e le istituzioni, a partire dalla scuola.

Gli spunti di riflessione sono stati tantissimi! Eccone alcuni:

Le Comunità Educanti si attuano dove si realizzano dei processi di crescita, consapevoli o inconsapevoli, sono riflessive, di mutuo-aiuto, non si pongono come obiettivo quello di calare “dall’alto” norme e modelli. Anzi, è proprio attraverso la negoziazione di valori e regole che le Comunità sono in grado di trasformarsi e adattarsi ai cambiamenti delle circostanze, evitando la cristallizzazione delle pratiche, all’insegna della ricerca di modalità di cooperazione e convivenza sempre più efficaci. La Comunità educa se stessa e si predispone a educare i più giovani dal momento in cui si impegna nel riesame di regole e presupposti che orientano l’azione dei suoi membri. Parlare di Comunità significa soffermarsi anche sulla sua dimensione materiale, ossia sugli spazi che essa occupa e vive. Gli spazi possono diventare oggetto di contesa, ma anche di incontro e riappropriazione dal basso, assecondando una progettualità collettiva. E ancora, le Comunità educanti possono essere una piattaforma per la democrazia e il tessuto sociale

Al secondo evento hanno partecipato al dibattito Chiara Mossetti – socia della cooperativa Sumisura, che gestisce il Community Hub di via Baltea a Torino – e Daniela Ciaffi, sociologa urbana che collabora con il gruppo Labsus. In questa occasione abbiamo focalizzato l’attenzione sui luoghi educanti, intesi come beni comuni, e gli interventi che possono renderli fruibili ed accessibili a tutti. Quello che ci interessava capire erano i significati che lo spazio può assumere per la Comunità Educante e i suoi scopi.

Anche questa occasione è stata densa di stimoli.

Occupare uno spazio implica dover fare i conti con realtà conflittuali, con istanze che entrano in contrasto, con la diffidenza dei partecipanti e con i pregiudizi che orientano le azioni, negoziare uno spazio equivale a negoziare i valori della comunità che lo vive. L’accessibilità – che è parte di ciò che trasforma uno spazio in luogo educante propriamente detto – non va pensata in termini di inclusione, ovvero di inserimento dell’altro in un contesto che già esiste, bensì, di attuare un cambiamento reciproco, di divenire insieme qualcosa di nuovo, secondo una contaminazione reciproca. Lo spazio pubblico è lo spazio dove le persone possono dialogare, vedersi riconosciute ed esprimersi. La mancanza di condivisione delle proprie esperienze di vita conduce all’alienazione.  Per questo diventa particolarmente importante intercettare chi solitamente rimane ai margini, sia della società che delle progettualità in comune. L’immaginazione è il punto di partenza: è importante abituarsi a vedere la bellezza nel degrado, nell’abbandono, nell’incompletezza e nell’usura.

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